Missioni Consolata - Novembre 2010
26 MC NOVEMBRE 2010 Così sta scritto calo, oggi e domani: lavino le loro vesti 11 e si tengano pronti per il terzo giorno, perché nel terzo giorno il Signore scenderà sul monte Sinai, alla vista di tutto il popolo. 16 Il terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni e lampi, una nube densa sul monte e un suono fortis- simo di corno: tutto il popolo che era nell’accampa- mento fu scosso da tremore». Su questo testo la letteratura giudaica ( targumìm e testi rabbinici) fanno lunghe e minuziose disserta- zioni, inquadrando la rivelazione del Sinai in schemi cronologici di sei, di sette e anche di otto giorni (cf A. S ERRA , Le nozze di Cana , 97-102 che riporta anche una ampia e accurata bibliografia di testi). In base a questi calcoli il ritmo della scansione della settimana sa- rebbe il seguente. Il terzo mese del calendario ebraico è il mese di Siwàn (che corrisponde a maggio-giugno). A partire dall’inizio di questo mese, come descrive dettagliatamente il Targum dello pseudo Gionata (3) , si contano i giorni con la seguente progressione: 1 giorno: Gli ebrei giungono al deserto del Sinai (TJ I a Es 19,1-2). 2 giorno: Mosè sale sul monte e scende (TJ I a Es 19,3-8). 3 giorno Il Signore preannuncia la sua venuta a Mosè (TJ I a Es 19,9). 4 giorno: Ordine del Signore a Mosè di purificare il popolo «oggi e domani» e di tenersi pronti per il «terzo giorno», il giorno della Teo- fania (TJ I a Es 19,10-15). 5 giorno: Corrisponde al «domani» del punto pre- cedente. 6 giorno: Corrisponde al «terzo giorno» del punto precedente: Dio si rivela, consegna la Toràh a Mosé che fa avvicinare il popolo ai piedi del monte per consegnargli «le dieci parole» (TJ I a Es 19,16-25). Nel racconto della Genesi, al sesto giorno è creato Àdam e Eva, cioè la prima umanità; al Sinai al «sesto giorno» che, come abbiamo visto, corrisponde al «terzo giorno», è creato Israele che acquista la iden- tità di «sposa» e nelle nozze di Cana «al terzo giorno» Gesù manifesta la sua gloria. È evidente che in questa progressione cronologica il giorno più importante è «il terzo», il giorno in cui Dio manifesta se stesso sia al Sinai che a Cana e questo «terzo giorno» del Sinai- Cana corrisponde al «giorno sesto» della creazione dove la prima coppia prende vita e contempla in asso- luto il volto del Dio creatore [continua - 16] sto «personale» si può spiegare il Midrash ( Midrash Ct rabba 1,4; Midras Tehilliìm/Salmi a 8,76-77) che narra di Dio che dopo avere dato la Toràh a Israele resta an- cora perplesso e chiede un garante supplementare. Israele risponde dando a garanzia i propri figli, cioè il suo futuro che Dio accetta come pegno: «Fu così che il popolo portò le mogli con gli infanti al petto e quelle gravide i cui corpi l’Eterno rese tra- sparenti come vetro. Poi Dio si rivolse a tutti i piccoli con queste parole: “Ecco, sto per dare la Toràh ai vo- stri padri, siete disposti a impegnarvi perché l’os- servino?”. Ed essi risposero: “Sì”… I bambini nel ventre risposero a ogni comandamento positivo con “si” e a ogni comandamento negativo con “no”. L’E- terno diede dunque la Toràh a Israele con la fideius- sione dei suoi bambini; ecco perché tanti ne muoiono quando il popolo non la osserva» (2) . DALL’ESODO AL SINAI PER GIUNGERE A CANA Da questa prospettiva, scopriamo che l’evangelista Giovanni è intriso di questa storia, quando scrive il suo vangelo. Collocando lo sposalizio di Cana alla fine della prima settimana di attività di Gesù e all’inizio del suo ministero pubblico, automaticamente costringe ogni credente che conosce la Bibbia a leggere nel racconto un chiaro nesso tra Sinai e Genesi e, a maggior ragione ora nel Nuovo Testamento, tra Sinai, Genesi e «Princi- pio» del « Lògos », che si rivela e si manifesta non più su una montagna del deserto, ma nel Vangelo che as- sume il volto e la figura di Dio stesso. Con questo rac- conto l’autore ci costringe a fare lo stesso cammino a ritroso che fece il popolo d’Israele quando formò il suo pensiero teologico e lo sistemò in un organico sistema di sintesi della sua fede. Su questo rapporto tra Genesi-Esodo-Cana, l’esegeta italiano Aristide Serra, che di fatto ha dedicato l’intera sua vita al racconto delle nozze di Cana, espone una complessa ricerca documentata nel suo ultimo volume « Le nozze di Cana » (Edizioni Messaggero di Padova nel 2009), specialmente alle pp. 110-179. Serra esa- mina i capitoli 19-24 di Esodo, che egli definisce «come il vangelo dell’Antico Testamento», data «l’importanza sicuramente eccezionale» (p. 119), perché attinente alla rivelazione del Sinai, che ha per oggetto l’alleanza del Signore con Israele. Dall’ampia riflessione giudaica su questo evento fondativo, egli si sofferma sulla «arti- colazione della settimana», che ha per protagonista la consegna della Toràh e che ha attinenza con la setti- mana della creazione, evidenziando così un valore co- smico anche all’evento del Sinai. In Gen 1,3-2,3 i giorni della prima settimana in asso- luto, quella della creazione, si susseguono in modo monotono e lineare, scanditi dal ritornello: «E fu sera e fu mattino: giorno primo … secondo giorno … terzo giorno … quarto giorno … quinto giorno … sesto giorno (Gen 1,5.8.13.19.23.31). Nel racconto del Sinai invece si ha un ritmo diverso che esaminiamo a partire dal testo di Es 19: « 1 Al terzo mese dall’uscita degli Israeliti dalla terra d’Egitto, nello stesso giorno, essi arrivarono al de- serto del Sinai… 10 Il Signore disse a Mosè: “Va’ dal popolo e santifi- 1 - Sifre Dt 142b; cf Midrash Tannaim 210; per una versione moderna cf L. G INZBERG , Le leggende degli Ebrei, IV. Mosè in Egitto, Mosè nel deserto , Adelphi, Milano 2003, 199-201; le fonti alla nota 181 a p. 320. 2 - L. G INSBERG , Le leggende degli Ebrei , vol. IV. Mosè in Egitto, Mosè nel deserto , Adelphi, Milano 2003, 208. 3 - Targum dello Pseudo Gionata (=TJ I), a cura di R. Le Déaut: qui Tome II , Exode et Lévitique , du Cerf, Paris 1979. NOTE
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