Missioni Consolata - Novembre 2010

lì fra quattro anni, associandovi una campagna per contrastare il fenomeno della prostituzione minorile. Oggi, molte strade del traffico passano attraverso il Sudafrica. Il paese sta diventan- do un crocevia per il traffico del- le persone, smistando «merce umana» fra i mercati asiatici e Sud/Nord americani. Sappiamo bene che la Coppa del Mondo ha solo gettato luce su questa realtà, ma i problemi re- stano da risolvere. Posti come Citta del Capo stanno diventan- do mete di turismo sessuale. È un problema che dobbiamo af- frontare seriamente come na- zione e deve diventare una prio- rità del governo. Una domanda finale rivolta al filosofo. Che cosa può oggi of- frire il Sudafrica al continente africano in fatto di pensiero? E la chiesa cattolica che parte può avere in questo processo? Una cosa che il Sudafrica può certamente offrire al resto del continente è una riflessione ma- tura sui pro e contro del feno- meno «industrializzazione», fat- tore in cui il paese vanta una grande esperienza, soprattutto nel settore minerario. Penso, per esempio, ad alcuni scritti di Heidegger che vertono sulla strumentalizzazione delle rela- zioni e su come questo fatto svi- lisca la dignità del lavoratore e dello stesso datore di lavoro. Anche una riflessione sulla di- versità interculturale; su questo tema si sono sviluppati vari e- sperimenti di pensiero, su quali potevano essere i migliori mo- delli, capaci di facilitare il dialo- go fra le differenze. In questo ambito, la chiesa è vista come un interlocutore importante proprio per la sua esperienza in merito. In effetti, il Sudafrica non è sol- tanto un crogiuolo di culture, ma anche di filosofie. Per esempio, molte università statali, di fon- dazione britannica, seguono una tradizione analitica; la chiesa, invece, segue una tradizione continentale, cosa che rende possibile un buon dialogo e pro- duce ricchezza di pensiero. Un altro passo importante che si sta cercando di dare consiste nel far dialogare il pensiero ori- ginale sudafricano con il resto della filosofia del continente. Di- rei che questa è una delle prio- rità filosofiche del momento. Si- curamente possiamo imparare tutti dall’esperienza dell’altro. Prima vivevamo come chiusi, in- trappolati in un sistema che non ci permetteva un’apertura verso l’esterno. Oggi possiamo trarre beneficio da tutta una riflessio- ne africana che è venuta via via maturando nei campi della filo- sofia e della teologia. In Sudafrica certamente qualco- sa si sta facendo; uno dei temi emergenti nei circoli filosofici sudafricani è l’esplorazione del concetto di « ubuntu »: che signi- ficato ha il concetto di comunità oggi, a confronto con la moder- nità, davanti al fenomeno del- l’urbanizzazione, in un contesto prettamente africano? Cosa si- gnifica e che senso ha, oggi, condividere e preoccuparsi per il bene comune? Mi sembrano temi importanti con i quali il Su- dafrica di oggi deve assoluta- mente confrontarsi. Ugo Pozzoli 16 MC NOVEMBRE 2010 SUDAFRICA # Museo di Johannesburg, ricostruzione di un simbolo dell’ apartheid : entrate separate per bianchi e per non bianchi degli edifici pubblici.

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