Missioni Consolata - Novembre 2010
SUDAFRICA 12 MC NOVEMBRE 2010 trale verso cui indirizzare la vo- ce profetica della chiesa. Già allora risultava chiaro come gran parte della trasformazione vissuta dal paese non fosse in realtà una vera trasformazione. Bianchi ricchi sono stati sosti- tuiti o affiancati da neri ricchi, ma non si è prodotto nessun cambiamento economico radi- cale che toccasse la grande maggioranza nera e povera del paese. È aumentata significati- vamente la classe media, e una buona percentuale di essa è composta oggi da neri, ma esi- ste ancora una larghissima fa- scia di popolazione nera che non ha visto cambiare minimamente il proprio stato. C’è bisogno di giustizia economica per i più po- veri: e questo deve essere il te- ma centrale del nostro annuncio profetico. Chiaramente, insieme alla giu- stizia economica vanno associati temi come corruzione, disoccu- pazione, Hiv-Aids. La maggior parte delle persone resta in- trappolata in una situazione da cui non riesce a liberarsi. Parlo di miseria, difficoltà estrema ad accedere a un livello educativo anche minimo, a un servizio sa- nitario decente, a costruire strutture familiari adeguate. È povertà che si auto-riproduce e che va contrastata. Il Sudafrica ha rappresentato un esempio per il modo pacifico in cui è stata vissuta la transi- zione dal regime dell’ apartheid comuni. Alcuni affermano che tali valori sono già contenuti nella Costituzione, cosa che sot- to alcuni aspetti è vera. Sappia- mo, però, che la Costituzione è in fondo un documento e il modo di leggere documenti del genere dipende dalla visione del mondo che uno ha: si può leggere lo stesso testo in molti modi diver- si e alcune di queste letture o interpretazioni possono risulta- re distruttive per i valori che si vogliono proporre. Nel recente passato la chiesa cattolica ha offerto svariate fi- gure profetiche, veri e propri e- sempi di testimonianza per il paese e per l’intera cristianità; penso, per esempio a mons. Denis Hurley, la cui statura non è inferiore a quella del più fa- moso arcivescovo anglicano Desmond Tutu. In che cosa con- siste la profezia cristiana in Su- dafrica oggi? Per certi versi Tutu è stata una figura più conosciuta e spesso più «vocale», ma mons. Hurley ha lavorato molto di più alla ra- dice dei problemi, per cercare di cambiare le cose. Sebbene an- che Hurley denunciasse aperta- mente la discriminazione raz- ziale, il suo impegno principale era rivolto a stravolgere i fonda- menti reali dell’ apartheid . È questa l’eredità che gli sopravvi- ve e che ci coinvolge oggi. Non molto tempo fa ho avuto modo di parlare con mons. Ke- vin Dawling, vescovo di Resten- burg, che fu incaricato del di- partimento di Giustizia e pace della Conferenza episcopale ne- gli anni della transizione verso la democrazia. Mi commentava come, già all’inizio del cammino democratico del paese, i vescovi avessero individuato la giustizia economica come obbiettivo cen- # La disoccupazione giovanile è un grave problema anche per il futuro del Sudafrica.
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