Missioni Consolata - Ottobre 2010
sformazione, commercializza- zione dei prodotti alle famiglie contadine). Possono, inoltre, promuovere dinamiche di svi- luppo locale basate sulla soli- darietà e sulla valorizzazione del patrimonio culturale del po- sto attraverso il reinvestimento degli utili a fini sociali e la loro azione di promozione dei valori del territorio. L’alternativa è an- cora una volta la grande im- presa che fornisce servizi e in- put , trasforma, commercializza e distribuisce i prodotti tratte- nendo il valore aggiunto a bene- ficio delle zone urbane, magari di altri paesi e che non ha pro- poste culturali da fare (o ha pessime proposte culturali). LA SVENDITA DELL’AFRICA Infine le cooperative possono giocare un ruolo importante nella gestione delle risorse natu- rali e dei commons (foreste, aree di pascolo, risorse ittiche…). Da questo punto di vista va sottoli- neato che il processo in atto di privatizzazione della terra in Africa a scapito dei sistemi tradi- zionali di gestione collettiva e co- munitaria sta minacciando le basi sociali e comunitarie delle zone rurali e sta producendo in- giustizia per le categorie più de- boli: le donne, i giovani, gli alle- vatori, i castés , gli ex schiavi (9) . Come scriveva il professor Enrico Luzzati (10) , le cooperative comu- nitarie potrebbero rilevarsi pro- prio le istituzioni appropriate per lo sviluppo della società africana. Ci sono esempi di agricoltura fa- miliare, organizzazioni coopera- tive e anche comunitarie in vari settori dell’economia anche nei paesi ricchi (in Europa è noto il caso del movimento Mondragon, in Canada delle cooperative di ri- sparmio e credito Desjardins, negli Stati Uniti le cooperative agricole hanno tutt’oggi un peso molto importante). Una nuova società africana fon- data sui valori di comunità e soli- darietà oggi ancora vivi nelle zone rurali e costruita attraverso un processo di sviluppo agricolo e in seguito industriale in armo- nia con questi valori forse è pos- sibile. E visto che il modello eco- nomico neoliberista fondato sui due pilastri della società per azioni e della borsa ci sta por- tando verso il collasso (morale prima che finanziario, ambien- tale, energetico) può anche darsi che non ci stiamo per nulla sba- gliando. Andrea Ghione 80 MC OTTOBRE 2010 ALIMENTAZIONE NOTE # Ronch (Senegal). Stoccaggio di sacchi di riso in una cooperativa di servizi all’agricoltura. A lato dettaglio. 1 - L’autore si riferisce a una certa tendenza di riduzione o inversione del flusso di cereale dall’Asia all’Africa. Con l’in- dustrializzazione crescente in Asia, soprattutto della Cina, parte della forza lavoro è tolta alla terra ed alla produzione di alimentazione. Questa è diventata ormai risorsa strate- gica. 2 - Hazell P., 2005, The role of agriculture and small farms in economic development . In Research Workshop: The Future of Small Farms , Wye, Kent, International Food Policy Research Institute. 3 - The Great Transformation , 1944. 4 - Asian Drama , 1968. 5 - Si veda articolo «Come ti compro l’Africa» di questa mo- nografia. 6 - Gli input in agricoltura sono tutti gli ingredienti neces- sari alla produzione: concimi, pesticidi, piccole attrezzature, ecc. 7 - Agriculture For Development , World Development Report, 2008. 8 - M. Cissokho, Dieu n’est pas un paysan , Grad et Présence Africaines, 2009, p. 252. 9 - Interessante la riflessione dell’economista belga JP. Plat- teau, Institutions, Social Norms and Economic Development , Harwood Academic Publishers, 2000. 10 - Enrico Luzzati, Quelles Organisations Paysannes pour quel Développement dans le Sahel? Une comparaison entre Sénégal et Burkina Faso , in Organisations Paysannes et Dé- veloppement Local , Leçons à Partir du Cas du Delta du Fleuve Sénégal , E. Dansero, E. Luzzati, S.M. Seck, L’Harmattan Italia, 2009, pp. 164 e 172-173.
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