Missioni Consolata - Ottobre 2010
H ong Kong, ricco paradiso fiscale e banca- rio (1) , è una città-stato, tornata nel grembo di Pechino - sotto forma di regione speciale - il 1 o luglio 1997. «Hong Kong è veramente particolare - ci ha spiegato Simone Pieranni, che a Pechino dirige l’agenzia d’informazione China-Files -. Una sorta di mix tra Est e Ovest. Alcuni la consi- derano la Cina libera. Io più che altro la definirei una Cina consumistica all'ennesima potenza». Singapore è un’altra ricca città-stato, dove vigono la legge e l’ordine, tanto che sono molti a definirla una dittatura, magari «dolce», ma pur sempre dittatura. Della Corea del Sud quasi tutti abbiamo in casa, magari senza conoscerne la provenienza, qualche prodotto elettronico: sono infatti multinazionali co- reane la Samsung e la LG . Anche Taiwan è nelle case di molti. La Acer , secondo produttore mondiale di personal computers, è una multinazionale dell’i- sola che i portoghesi chiamarono Formosa e i nazio- nalisti antimaoisti «Repubblica cinese». Di Taiwan è pure la Foxconn , il più grande produttore di prodotti tecnologici del mondo (dalla Apple alla Dell), il cui stabilimento cinese di Shenzhen è divenuto famoso come la «fabbrica dei suicidi»: l’altra faccia del «mi- racolo economico» asiatico, sulla quale occorre- rebbe aprire gli occhi. Pechino non ha affatto rinunciato a riprendersi Taiwan, ma ultimamente ha optato per una strategia più morbida. È del 18 agosto 2010 la firma di un ac- cordo di libero scambio tra Taipei e la Cina popolare. Nei confronti dei due fratelli separati la comunità internazionale, ad iniziare dalle Nazioni Unite, ha optato senza tentennamenti per la dottrina della realpolitik . «I paesi che riconoscono ufficialmente Taiwan - scrive Ilaria Maria Sala - sono appena una manciata, ma l’ammissione ufficiosa del fatto che la Cina sia la Cina e Taiwan una realtà a sé stante (...) è sempre più diffusa, benché nessuno abbia il co- raggio di affermarlo a voce troppo alta e correre il rischio di indispettire gli irascibili governanti di Pe- chino» (2) . Hong Kong, Singapore, Corea del Sud, Taiwan: le 4 Tigri originarie continuano la corsa, ma attorno a loro molto è cambiato. In primis, c’è stata l’esplo- sione economica della Cina e, in subordine, dell’In- dia e del Vietnam. Poi, i problemi del Giappone, se- conda potenza economica mondiale, e della Russia, ex potenza politico-militare che vuole tornare a con- tare. Infine, c’è il limbo o l’inferno di altri: Pakistan, Afghanistan, Sri Lanka, Thailandia, Cambogia, paesi ex sovietici, Filippine, Myanmar, Corea del Nord. Senza dire, dei paesi del Medio Oriente, cerniera geografica tra l’Europa e l’Asia vera e propria. Con qualche inevitabile arbitrio, in questa monogra- fia abbiamo scelto di presentare la Cina, la Corea (del Sud), il Giappone, l’India, l’Indonesia, la Malay- sia e il Vietnam. Di ogni paese abbiamo esposto la situazione socioeconomica, cercando ove possibile di trovare un collegamento con l’Africa. Lasciando da parte, per una volta, gli Stati Uniti e l’Europa. Paolo Moiola ASIA 6 MC OTTOBRE 2010 1 - Hong Kong non rientra nella lista nera dell’Ocse. È consi- derato soltanto un «centro finanziario offshore». Ma, a livello pratico, cambia poco o nulla rispetto ad un paradiso fiscale. 2 - Ilaria Maria Sala, Il Dio dell’Asia. Religione e politica in Oriente. Un reportage , il Saggiatore, Milano 2006, pagg. 227-228. NOTE # In alto: l’entrata della taiwanese Foxconn . # A lato: cittadini di Singapore in festa. Pagina precedente: immagine notturna della città-stato.
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