Missioni Consolata - Ottobre 2010
C'è poi un altro fattore che rende la Repubblica Democratica del Congo un potenziale leader energetico, ed è l'acqua: nella parte finale del fiume Congo ne- gli anni Settanta era stata co- struita una diga tra le più grandi esistenti al mondo, chiamata Inga e realizzata dall'italiana Astaldi in due fasi: Inga I, eretta nel 1968-72, e Inga II, nel 1977- 81. Il complesso giace oggi in parziale stato di abbandono, ma fa gola a molti. Basti pensare che proprio da Inga parte uno dei collegamenti ad alta tensione più lunghi al mondo, che porta energia elet- trica alle miniere di rame di Shaba, nel Katanga, a quasi due- mila chilometri di distanza. Altri collegamenti portano l'elettricità in Congo Brazzaville, Angola, Zambia, Botswana, Zimbabwe, Namibia e Sudafrica (fondamen- tale tra l'altro durante gli ultimi campionati del mondo di calcio). Le potenzialità sono tali che in ballo ci sono non solo la riabili- tazione delle vecchie Inga I e II, ma anche della costruzione di Inga III (che dovrebbe aver luogo nel 2015-2020) e addirittura della «Grand Inga», che nei pro- getti sarebbe grande due volte la nota diga cinese delle Tre Gole e potrebbe produrre energia elet- trica in quantità tale da essere esportata non solo per mezzo continente (Sudafrica in testa), ma addirittura fino in Europa. Si pensa infatti che una volta a re- gime, non prima del 2022, la po- tenza generata potrà arrivare a 39mila megawatt. Accantonato per anni a causa dell'instabilità e delle guerre ci- vili, il progetto è tornato di attua- lità con il raggiungimento di una relativa pace nella Rdc. Anzi, se- condo alcuni, proprio gli inte- ressi che ruotano attorno all'i- droelettrico da una parte e agli idrocarburi dall'altra avrebbero stimolato gli appoggi internazio- nali necessari per mettere fine alla guerra. E mentre i grandi si contendono il mega progetto della Grand Inga, i tedeschi stanno portando avanti trattative per il ripristino di Inga II, ma anche per il finan- ziamento della terza diga sul fiume Ruzizi, che segna il con- fine con Rwanda e Burundi, e della relativa centrale elettrica. L'acqua, lo dicono in tanti, è il vero oro del domani e potrà di- ventare causa di nuove guerre in futuro. E purtroppo anche di questo bene la Rdc è particolar- mente fornita. BIODIVERSITÀ Infine, dopo l'oro nero e quello blu, resta un altro fattore poco considerato, di cui la Repubblica Democratica del Congo è ric- chissima: l'oro verde. Secondo polmone del pianeta, il paese possiede una foresta primigenia ancora per molti versi inesplo- rata. Non si tratta solo di legno pregiato, che pure viene sfrut- tato e spesso - anche qui - al di fuori di ogni controllo. Si tratta di biodiversità. Non è passato molto tempo dall'ultima sco- perta scientifica di una équipe promossa dalla World Conserva- tion Society insieme al Wwf, che, durante una spedizione di due mesi organizzata nel 2007 nelle foreste a ovest del lago Tanga- nika, aveva classificato ben sei nuove specie animali (due rane, un pipistrello, due toporagni e un nuovo roditore) e individuato moltissime specie a rischio. I ri- cercatori avevano anche raccolto migliaia di campioni di piante, di cui il 10% impossibile da identifi- care al momento e che necessi- tava di ulteriori studi. Di recente poi è partita un'altra spedizione congiunta di studiosi belgi, francesi e congolesi, che in occasione dell'anno interna- zionale della biodiversità e dei cinquant'anni di indipendenza del Congo hanno deciso di stu- diare flora e fauna del fiume che dà il nome al paese. La spedi- zione, denominata Boyekoli Ebale ya Congo 2010 (Studio del fiume Congo), è partita da Kisan- gani il 26 aprile ed è giunta a Kinshasa in due mesi, percor- rendo circa 1.750 km lungo il fiume e raccogliendo una straor- dinaria documentazione sulla flora e la fauna, identificando specie che non si pensava potes- sero trovarsi lì, ma anche anno- tando i problemi legati all'attività umana lungo il fiume e nelle fo- reste circostanti. Scopo della spedizione era an- che quello di rafforzare le com- petenze della ricerca scientifica congolese per realizzare un cen- tro sulla biodiversità a Kisan- gani, che ospiterà tutte le specie animali e vegetali raccolte du- rante la discesa del fiume Congo. Il centro sarà fondamen- tale, perché la Rdc non dispone di dati recenti sulla biodiversità: in numerosi settori della ricerca i dati risalgono addirittura al pe- riodo coloniale belga o all'inizio del XX secolo. Giusy Baioni 50 MC OTTOBRE 2010 RD CONGO # Taglio e numerazione di un tronco nella foresta congolese.
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