Missioni Consolata - Ottobre 2010
contratto è stato siglato dalla Soco International direttamente con il presidente Kabila, che lo ha reso operativo con un decreto datato 7 giugno. GORILLA IN PERICOLO Qui però la situazione è ancora più delicata: la zona concessa è infatti situata all'interno del parco nazionale dei monti Vi- runga, uno dei più importanti del Congo, habitat tra l'altro degli ultimi esemplari di gorilla di montagna. Nel weekend di fer- ragosto un'équipe incaricata di delimitare la concessione si è stabilita a Rutshuru, una delle località più duramente colpite dalla guerra negli ultimi anni e tutt'ora fortemente instabile. Il responsabile del parco dice di essere all'oscuro dell'accordo. Inutile dire che è forte la preoc- cupazione per l'impatto ambien- tale del progetto, tanto più che incaricati di studiarne gli effetti sono gli esperti della stessa im- presa che estrarrà poi il petrolio. I danni ambientali intanto sono già evidenti a duemila chilometri di distanza, dall'altra parte del paese, dove la Rdc ha un piccolo sbocco sull'Oceano Atlantico, un'altra compagnia petrolifera, che vanno a netto vantaggio di questi ultimi e delle multinazio- nali a loro legate. Per Tullow e Heritage, la perdita del monopolio sui giacimenti pe- troliferi ugandesi, minacciato dall'intromissione di Eni, avrebbe avuto come conse- guenza non solo la riduzione de- gli introiti in Uganda, ma anche l’impossibilità di continuare lo sfruttamento illegale dei confi- nanti giacimenti petroliferi del Congo. Questo è solo un esempio della posta in gioco sull'oro nero con- golese. Senza contare che poco ancora si è cercato nel sotto- suolo della Rdc, dove potrebbero esserci altre sorprese. Consape- vole di questo, nell'agosto 2009 Eni ha firmato altri accordi diret- tamente con Kinshasa per pro- spezioni ed estrazioni sulla sponda congolese del lago Al- bert, ma anche sulle sponde del lago Tanganika e nella Cuvette del fiume Congo. Poco più a sud, al confine con il Rwanda, un'al- tra compagnia, la Soco Interna- tional (partner di Eni nell'en- clave angolana di Cabinda), ha appena ricevuto mandato di esplorazione alla ricerca di ulte- riori giacimenti petroliferi. Il la francese Perenco (subentrata nel 2000 alla Total Fina), sta sfruttando dei giacimenti di greggio sia a terra che offshore . Anche qui non mancano i pro- blemi: lo scorso febbraio il depu- tato nazionale Jean Claude Mvuemba ha denunciato l'inqui- namento e l'eccezionale moria di pesci nei villaggi attorno alla piattaforma petrolifera di Muanda. Non solo: oltre alle evi- denti responsabilità della Pe- renco nella distruzione dell'eco- sistema nel Bas-Fleuve, molte critiche si levano per la mancata ripartizione delle entrate petroli- fere a beneficio della regione e per il mancato risarcimento dei danni ambientali. Ed è del 17 agosto la notizia che l'Eni si è aggiudicata anche una località nel Bas Congo, acqui- stando da Surestream Petro- leum il 55% del blocco esplora- tivo di Ndunda, confermando così l'interesse della compagnia italiana per il Congo e per le esplorazioni onshore . METANO E «ORO BLU» L'interesse internazionale è puntato anche su di un lago al confine tra Congo e Rwanda, il Kivu, nelle cui profondità si trova un enorme giacimento di gas metano, fenomeno pressoché unico al mondo: il gas è stimato in 55 miliardi di metri cubi, che potrebbero produrre una po- tenza di 700 megawatt. Dopo una prima prospezione nel 2008, il Rwanda aveva già comin- ciato a produrre due megawatt di potenza. Con un accordo siglato nel giugno 2009, lo sfruttamento del gas è stato ora ufficialmente avviato in modo congiunto dai due vicini, che hanno concordato una produzione congiunta di 100 me- gawatt ciascuno. In realtà, a be- neficiarne per ora è solo il Rwanda, avido di energia per il suo rapidissimo sviluppo. OTTOBRE 2010 MC 49 MC ARTICOLI # Tronchi al porto fluviale di Kinshasa, in attesa di essere imbarcati sulle navi. Il fiume Congo è utilizzato come «autrostrada» per il trasporto del legname.
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