Missioni Consolata - Ottobre 2010
N on c'è solo il gigante cinese a contendere il ghiotto mercato con- golese: tra gli altri paesi asiatici, un posto di tutto rispetto è occupato dall'India, forte anche dei circa settemila indiani che vivono stabilmente nel paese fin dai tempi in cui sotto il Belgio commerciavano in avorio. Ultimo affare in ordine di tempo, l'accordo siglato all'ini- zio di agosto 2010 per co- struire un impianto idroelet- trico da 42 milioni di dollari a Kakobola, nella provincia del Bandundu. L'accordo rientra nel prestito di 263 milioni di dollari stipu- lato con l'India nel 2009 ed è il terzo prestito, dopo quello di 25 milioni per tremila pompe per l'acqua e quello di 33,5 mi- lioni per 346 autobus ed uno stabilimento per il cemento. L'accordo prevede che in cam- bio il Congo si approvvigioni almeno per il 75% di beni e ser- vizi dall'India. Altri due pro- getti sono in discussione per un secondo impianto idroelet- trico da 168 milioni di dollari nel centro del paese e per il rinnovamento della ferrovia urbana di Kinshasa. G.Ba. CONGO - INDIA parte all'origine. Tanto si sa sulle miniere d'oro, diamanti, coltan, cassiterite, rame, cobalto che potrebbero offrire benes- sere a tutti e che invece sono stati e continuano ad essere sot- tratti in maniera illegale, senza che la popolazione ne tragga be- neficio alcuno. Ma ci sono altre risorse su cui forse si è scritto meno: il gas, il petrolio e l'acqua. Non si tratta più solo di materie prime, ma di questione energetica, cruciale per l'intero pianeta. Di oro nero per ora si parla nei due estremi del paese, a est e a ovest, sull'Oceano Atlantico. Entrambi i casi sono esem- plari. Il primo è quello del lago Al- bert, che segna il confine natu- rale tra Rdc e Uganda: nel 2006 sono stati scoperti dei giaci- menti di greggio sul versante ugandese del bacino e il go- verno nel 2008 li ha dati in con- cessione a due compagnie pe- trolifere, l'irlandese Tullow Oil e la canadese Heritage. Se- condo la Tullow, l'estrazione fi- nora ha riguardato 700 milioni di barili, ma ce ne sarebbero ancora da estrarre altri 1,5 mi- liardi. Cifre che fanno gola a molti. E così a fine 2009 l’italiana Eni ha comprato dalla Heritage il 50% dei diritti estrattivi di due dei tre campi sul versante ugandese, per un valore di 1,35 miliardi di dollari. Ricorrendo a un cavillo burocratico e facendo enormi pressioni sul governo ugandese, nel luglio 2010 la Tullow ha otte- nuto la rescissione del contratto tra Heritage ed Eni, divenendo di fatto proprietaria dei due campi. Ma la Tullow e la Heritage (il cui fondatore ed attuale ammini- stratore delegato è tale Tony Buckingham, ex mercenario al centro di varie guerre africane negli anni Novanta) controllano anche i giacimenti scoperti sulla sponda congolese del lago Al- bert, nel Nord Kivu. Secondo al- cuni, nonostante le cifre ufficiali, entrambe le compagnie sottouti- lizzerebbero i giacimenti ugan- desi. Pur avendo regolari diritti concessi dal governo di Kin- di guerre sempre pronte a riac- cendersi, povertà endemica, cor- ruzione dilagante, una classe politica senza speranze. La sfida in fondo sta tutta lì: po- tenzialità infinite bloccate da inettitudine, malafede nel gover- nare e interessi economici deci- samente poco limpidi. NON SOLO DIAMANTI Il Congo fa gola a molti. Tanto si è scritto in questi anni sulle guerre e sul saccheggio delle materie prime che ne è in buona RD CONGO 48 MC OTTOBRE 2010 shasa, preferirebbero l'estra- zione illegale del petrolio congo- lese spacciato per ugandese, sfruttando la non chiara delimi- tazione delle acque territoriali del lago ed evitando così di pa- gare le più onerose royalties a Kinshasa. Anche le azioni militari con- giunte tra esercito congolese, ugandese e ruandese svoltesi a partire dal dicembre 2008 sareb- bero da ascrivere, secondo i de- trattori, proprio agli ingenti inte- ressi petroliferi emersi nella re- gione: con il pretesto di perse- guire i guerriglieri del Lord's Re- sistence Army di Joseph Kony e gli interahamwe ruandesi na- scosti nelle foreste del Nord Kivu, Uganda e Rwanda hanno legalmente introdotto i loro eserciti in territorio congolese e ora, a dispetto delle dichiara- zioni ufficiali, manterrebbero una discreta presenza militare nei posti chiave dei giacimenti petroliferi, di gas metano e mi- nerari. Nel marzo 2009 – poco dopo la «sconfitta» del ribelle Laurent Nkunda (MC aprile 2009) – il presidente congolese Joseph Kabila è stato costretto a firmare con Uganda e Rwanda delle joint ventures sullo sfrutta- mento petrolifero e minerario C O N G O A N G O L A C A M E R U N R E P U B B L I C A C E N T R O A F R I C A N A Z A M B I A BURUNDI RWANDA UGANDA Kinshasa Mata d i Kananga Likasi Lu b um b ashi R E P U B B L I C A D E M O C R A T I C A D E L C O N G O Kisangani M b an d aka C H A D S U D A N
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