Missioni Consolata - Ottobre 2010

Questa scarsa fiducia è alimen- tata da casi concreti come la re- cente vicenda col Madagascar. Nel 2008, la compagnia sudco- reana Daewoo Logistics aveva firmato un accordo con il go- verno dell’isola africana nel quale si impegnava ad investire circa 6 miliardi di dollari per svi- luppare progetti agricoli. Ma l’in- vestimento non si è mai concre- tizzato, perché il governo malga- scio è cambiato. La Daewoo ha fatto un grosso sbaglio, perché non si era resa conto che l’agri- coltura in Africa è molto politi- cizzata. Un cambio di governo di solito porta con sé un cambio delle regole ed è proprio questo uno degli elementi che manten- gono lontane le compagnie sud- coreane dall’Africa. Pertanto, da una parte, l’Africa dovrebbe fare lo sforzo di combattere la corru- zione per attrarre investimenti, cioè deve diventare più traspa- rente e meno burocratica, oltre che più stabile politicamente. Dall’altra parte, la Corea do- vrebbe investire di più, anche se questo significa correre dei ri- schi, anche perché «si deve spendere prima per poi aver profitto». Non va dimenticato che, nono- stante la Cina stia investendo molto in Africa, la sua reputa- zione è ancora fragile, perché la qualità dei suoi prodotti deve ancora raggiungere livelli ele- vati. Al contrario, la Corea ha fama di produrre con qualità molto elevata. Questa caratteri- stica rappresenta un’altra ot- tima ragione, affinché la Corea assuma una posizione più attiva nei confronti del continente africano. EPPUR QUALCOSA SI MUOVE Una critica che spesso è fatta alla Corea nel contesto interna- zionale è questa: come nazione sviluppata, essa dovrebbe aiu- tare di più le nazioni più povere, soprattutto del continente afri- cano. Nel 2009, la Corea si è pro- posta di duplicare l’aiuto per lo sviluppo dell’Africa durante i tre anni seguenti, anche come forma per combattere la po- vertà. La proposta è nata nel contesto dell’incontro che il go- verno sudcoreano ha avuto con l’Unione africana, composta da 15 nazioni, per discutere di coo- perazione economica e am- biente. Vi erano presenti 100 de- legati ufficiali africani. L’aiuto, in forma di credito e sussidi, dovrà essere investito in aree come lo sviluppo rurale, formazione tec- nica e assistenza tecnologica. Durante il 26.mo Korea Founda- tion Forum dello scorso luglio 2010, vari diplomati africani hanno insistito sulla necessità di COREA DEL SUD # Due soldati nordcoreani nella «Demilitarized Zone», la frontiera blindata che divide le 2 Coree. # Sotto: a sinistra, monumento alla riunificazione delle 2 Coree; a destra, statua di Son Byong-hee (1861-1922), nazionalista ed attivista per l’indipendenza coreana dal Giappone. # Pagina accanto: il presidente sudcoreano Lee Myong-bak.

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