Missioni Consolata - Ottobre 2010

collegherebbe Kashgar (estrema punta ovest del Turkestan ci- nese) al porto pakistano di Gwa- dar. È quanto risulta dall’incon- tro degli inizi di luglio tra il pre- sidente cinese Hu Jintao ed il suo omologo pakistano Asif Alì Zardari. Il progetto, in cantiere da anni, permetterebbe così il passaggio di merci dall’Africa orientale direttamente alla Cina, passando per il Pakistan ed evi- tando le pericolose acque dell’O- ceano Indiano e dello Stretto di Malacca. Allo stato attuale, l’80% del petrolio importato in Cina passa proprio per questi mari in- festati dai pirati. Lo scorso mag- gio, una nave da guerra russa ha liberato una petroliera seque- strata da pirati somali nel Golfo di Aden: la nave trasportava pe- trolio dalla Somalia al porto ci- nese di Ningbo, per un valore di circa 40 milioni di euro. Nell’aprile del 2006 la visita in Africa del presidente cinese Hu Jintao è iniziata a Rabat, in Ma- rocco. Un paese non ricco di pe- trolio ma importante per la sua posizione strategica, pratica- mente porta d’ingresso ai mer- cati europei. La delegazione ci- nese si è poi spostata alla volta di Nigeria e Kenya, alla ricerca di fonti energetiche e nuovi mer- cati. Già nel gennaio dello stesso anno, China Radio International (7) aveva costruito la sua prima an- tenna all’estero proprio a Nai- robi, capitale del Kenya. Lo scorso ottobre il governo ci- nese ha firmato un accordo da sette miliardi di dollari per esplorare il sottosuolo della Gui- nea, alla ricerca delle riserve di bauxite ed altri minerali. Il vo- lume totale di scambio tra Cina ed Africa è aumentato tra il 2007 e il 2008 del 45%. Alla fine del 2008, la cifra si aggirava attorno ai 106 miliardi di dollari ameri- cani. Nello stesso periodo di tempo, i paesi africani hanno vi- sto un incremento delle importa- zioni di merci cinesi del 54% (so- prattutto macchinari, stoffe ed attrezzature per il trasporto). La Cina ha invece importato preva- lentemente minerali, avendo l’Angola come suo primo partner commerciale, seguito da Sud Africa, Sudan e Nigeria (8) . COMMENTI AFRICANI: «SI PERÒ...» Positivi sono stati i commenti di politici e uomini d’affari africani riguardo le politiche economiche cinesi. «La politica cinese è ba- sata sul mutuo sviluppo. Poche nazioni occidentali hanno una politica estera come questa: la maggior parte di quei governi insiste invece nel voler dire al- l’Africa cosa deve fare» è l’opi- nione del direttore esecutivo del Programma africano della China Europe International Bu- siness School di Shanghai, Kwaku Atuahene-Gima. «La Cina porta quello di cui ab- biamo bisogno: investimenti e denaro per governi e industrie. Pechino investe sul futuro, men- tre l’Occidente non fa nulla per far progredire il nostro conti- nente» ha affermato Paul Ka- game, presidente del Ruanda, durante il forum per la coopera- zione sino-africana dello scorso novembre. «In meno di dieci anni di cooperazione con la Cina, l’A- frica ha ottenuto mille volte più di quanto ha avuto in quattro- cento anni di relazioni, di chiac- chiere e dolori con l’Europa» è stato invece il commento di Ab- doulaye Wade, presidente del Senegal. «Se gli inglesi sono stati i nostri padroni ieri, i cinesi hanno preso il loro posto», am- mette Trevor Ncube, uomo d’af- fari africano, secondo quanto ri- portato nel luglio del 2008 dal quotidiano londinese Evening Standard . I leader africani accolgono aiuti ed investimenti cinesi perché, a differenza di quelli europei, sono efficienti e veloci, ma soprattutto perché non vincolati ad intromis- sioni nelle politiche interne di ciascun paese. Inoltre, mentre # Sopra: tra le porte della Città proibita, Tian’an men, Pechino. # A sinistra: veduta notturna di Shanghai, metropoli moderna ed internazionale. CINA

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