Missioni Consolata - Settembre 2010
SETTEMBRE 2010 MC 7 Cari mission@ri avvenuta il 3 marzo 2010 c’erano anche un Ministro e vari parlamentari locali a ringraziare, attraverso Gi- no Merlo e Amedeo Mene- gon, l’impegno profuso da tutta l’associazione. Completato il collegio, ri- mane la scuola da rinnova- re. Costruita originaria- mente per 300 allieve, ne ospita oggi quasi 700 in classi congestionate e sen- za strutture adeguate. Per questo la St. Mary’s Girls School lancia una nuova sfida al volontariato monte- bellunese: non solo ammo- dernare ed ampliare le aule scolastiche, provvedere bi- blioteca, laboratorio e sala insegnanti, ma anche ga- rantire l’accesso effettivo all’istruzione e la possibi- lità di completare il ciclo scolastico attraverso il so- stegno a distanza delle a- lunne, molte delle quali provengono da famiglie po- vere o impoverite. L’impegno dell’AVI nella diocesi di Maralal, favorito dalle comuni radici che le- gano i volontari montebel- lunesi con il vescovo Mons. Virgilio Pante, missionario della Consolata nativo di Lamon (BL), saprà dare an- cora molti frutti. Gino Merlo AVI, Montebelluna (TV) spettive di occupazione ci sono, soprattutto nel priva- to. Il fenomeno dell’alcooli- smo esiste però è circo- scritto, la polizia interviene in quei luoghi dove alcuni si raggruppano, soprattutto nei parchi, per bere birra (in vendita a prezzi bassi). Le strade: alcune sono molto belle e soprattutto controllate; molte strade sono come le nostre auto- strade: due carreggiate con tre corsie per ogni senso di marcia; qui non si paga il bollo auto, il costo della vita è dimezzato (un quotidiano costa 1,40 Zloty, un euro si cambia a oltre 4 Zl.). Fa rabbia sentire che la Fiat vorrebbe lasciare Tychy per Pomigliano, qui la gente è abituata a lavorare sodo, pur con uno stipendio di- mezzato rispetto l’Italia... Cordiali saluti Dr. M. A. Barin Champion Katowice (Polonia) L’AVI PER L’EDUCAZIONE A MARALAL Chi istruisce un bambino e- duca un uomo Chi istruisce una bambina educa un popolo (Proverbio Africano) 130 mila euro di spesa, rac- colti solo con donazioni pri- vate; 12 mesi di lavoro per le maestranze locali; 130 posti letto per altrettante ragazze Samburu e Turka- na, che per andare a scuola devono lasciare la famiglia e vivere in un collegio. I nu- meri dicono già molto, ma da soli non bastano ad e- sprimere l’importanza del convitto della St. Mary’s Girls School, a Maralal, completamente ricostruito dall’AVI (Associazione di Vo- lontariato Insieme) in una delle zone più isolate e po- vere del Kenya. Maralal significa «luccican- te». È il nomignolo con cui i pastori Samburu identifica- vano le baracche con il tetto in lamiera che, attorno al 1930, i coloni inglesi comin- ciarono a costruire in quella che allora era una verde valle priva di malaria, lungo la strada dissestata che collega il sud del Kenya con il Lago Turkana. Da allora sono passati ottant’anni, la situazione socio-economica è decisamente peggiorata mentre molte cose sono ri- maste immutate soprattut- to per le donne delle tribù locali. Esse sono ancora vit- time di alcune tradizioni culturali discutibili che le costringono al matrimonio in giovanissima età e a su- bire le mutilazioni genitali. In questo contesto la St. Mary’s, costruita dai Mis- sionari e Missionarie della Consolata nei primi anni Cinquanta, è stata la prima scuola femminile di tutto il distretto, dove le ragazze delle tribù seminomadi po- tevano fermarsi per tutto l’anno scolastico. La St. Mary’s non è stata solo un luogo in cui studiare, ma il simbolo stesso dell’eman- cipazione e dignità rag- giungibile attraverso l’i- struzione. Un simbolo in- carnato anche da Serafina, la prima ragazza Turkana a conseguire due anni fa, grazie al sostegno dell’AVI, la laurea in medicina. Ma la scuola e il collegio han risentito del logorio degli anni. Per questo l’AVI, in collaborazione con la missione, ha voluto rinno- vare il collegio delle ragaz- ze costruendo uno degli e- difici pubblici più moderni e più funzionali dell’intero Samburu District, dotato di acqua corrente, energia e- lettrica, pavimentazioni la- vabili, arredi confortevoli, un refettorio ed una cucina. Un edificio che spicca in quel contesto: non la sem- plice testimonianza di un aiuto caritatevole ma l’af- fermazione del diritto di questi popoli ad essere pie- namente cittadini del mon- do, con pari diritti e pari di- gnità delle donne e degli uomini che vivono in Euro- pa o nelle altre zone «ric- che» del pianeta. Il cantiere, inoltre, ha ga- rantito per un anno vari po- sti di lavoro, ed ha iniettato nell’economia locale, che conosce solo la pastorizia e il piccolo commercio, un flusso di denaro con pochi precedenti. Per questo il giorno dell’inaugurazione, # Il sig. Amedeo Menegon, alle sue spalle il sig. Gino Merlo, si appresta a tagliare il nastro all’inaugurazione del nuovo collegio. # Sotto: i rappresentanti dell’AVI con l’On. Simon S. Lesirma (a sinistra) e Mons. Virgilio Pante ( a destra ).
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