Missioni Consolata - Settembre 2010

L’ OSPEDALE N OSTRA S IGNORA DELLA C ONSOLATA DI N EISU , nella Repub- blica Democratica del Congo, al quale sono collegati 11 centri sani- tari e dispensari anche questi ge- stiti dai missionari della Consolata, serve un bacino di utenza di oltre 50.000 persone, seguendo quasi 6.000 i pazienti affetti da Hiv e tu- bercolosi. È in corso un progetto di gemellaggio con l’Ospedale Salvini di Milano, coordinato dalla dotto- ressa Barbara Terzi con la collabo- razione dell’amministratore p. Ri- chard Larose, per incrementare il numero di malati di Aids assistiti e per incominciare il servizio per la prevenzione della trasmissione del virus Hiv da madre a bambino. In- fatti su 1.500 donne che ogni anno partoriscono all’ospedale o ai centri sanitari collegati, circa un centinaio sono sieropositive. A NCORA , A W AMBA , in Kenya, il per- sonale del Catholic Hospital, ge- stito dalla diocesi di Maralal con i missionari della Consolata, ha ef- fettuato circa 3.500 test per Hiv nel periodo 2007-2008 riscontrando una prevalenza Hiv che sfiora quasi il 10% (i sieropositivi sono ri- sultati 325, di cui 189 donne) e tra il 2003 e il 2008 l’ospedale di Wamba ha messo in terapia Arv 130 persone. Dal pregiudizio alla cura: l’impegno dei Missionari della Consolata Nel corso degli anni, i missionari della Consolata hanno seguito l’e- volversi della pandemia, ne hanno appreso le dinamiche e si sono or- ganizzati per venire in soccorso dei malati e prevenire il diffondersi dell’infezione. In ambito strettamente sanitario, i progetti dei missionari della Con- solata legati alla prevenzione e cura dell’Hiv sono numerosi in tutti i paesi del sud del mondo in cui operano. Le attività più strutturate si svolgono ovviamente nei grandi ospedali che i missionari gesti- scono in Africa. L’ OSPEDALE DI I KONDA , in Tanzania, il cui amministratore è p. Sandro Nava, ha un ambulatorio specializ- zato su Hiv/Aids che fornisce ser- vizi di vario tipo (test, assistenza psicologica e nutrizionale, terapie, eccetera) a una media di 14.000 persone l’anno. In particolare, 1.800 pazienti sieropositivi, tra i quali molti bambini, sono costan- temente monitorati e, di questi, ol- tre 500 ricevono la terapia Arv. Delle oltre mille donne che ogni anno partoriscono a Ikonda, quelle sieropositive possono usufruire di un servizio di prevenzione della trasmissione da madre a figlio, mentre dei 2.000 pazienti che be- neficiano di assistenza alimentare la maggioranza è composta da malati di Hiv. Nell’ospedale, sotto la direzione del professor Gerold Jaeger prestano la loro opera circa 15 tra medici, infermieri, laborato- risti e assistenti sociali. I NFINE , L ’O SPEDALE DI G AMBO , in Etiopia, funge da «centro senti- nella» nell’ambito di un pro- gramma nazionale di prevenzione dell’Hiv e ha 67 pazienti in terapia Arv. Dal 2007, sotto la direzione di Fratel Francisco Reyes e dei suoi collaboratori, ha iniziato un pro- gramma di screening ante e post natale sulle donne incinte. Oltre gli ospedali Al di là dei servizi forniti negli ospedali e nei numerosi centri sa- nitari e dispensari, che prevedono anche il trattamento di malattie opportunistiche (in particolare la tubercolosi), le strutture sanitarie della Consolata svolgono un in- tenso lavoro di sensibilizzazione e educazione sanitaria su come evi- tare il contagio da Hiv e, per i ma- lati, su come ottenere assistenza medica. I quattro ospedali da soli eseguono visite ambulatoriali che sommano a circa 130 mila e il complessivo bacino d’utenza è pari ad almeno cinque volte tanto: que- sto significa che con attività di sen- sibilizzazione efficaci che preve- dano una collaborazione fattiva della popolazione locale, è possi- bile raggiungere svariate decine di migliaia di persone, che aumen- tano ulteriormente se si aggiun- Cooperando… 62 MC SETTEMBRE 2010 # Sopra: Accettazione dei pazienti all’ospedale di Wamba nel nord del Kenya. A sinistra: P. Sandro Nava, amministratore dell'ospedale di Ikonda.

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