Missioni Consolata - Settembre 2010

SETTEMBRE 2010 MC 5 DAI LETTORI Cari mission@ri hanno a cuore queste situa- zioni a volte disperate e i- gnorate (come la lebbra).Ol- tre a interessarsi in vita, vo- gliono che dopo la loro morte, tutto il provento delle loro rinunce, del loro lavoro, vada ad alleviare le persone in queste condizioni. Per questo sento il bisogno di ricordare qui Roveretto Pierina , una donna sempli- ce, laboriosa, che nei suoi settanta anni di vita ha sempre cercato di fare del bene a tutti e che dopo la sua morte ha lasciato un te- stamento in perfetta sinto- nia con la sua vita: « Voglio che tutto ciò che posseggo vada ai più poveri dei pove- ri, i fratelli Lebbrosi, a cui pochi pensano, e che quindi sia a loro tutto destinato. Prego i miei cari fratelli Lanfranco, Siro e Gemma di compiere questa mia vo- lontà e che quindi provve- dano a consegnare ai Mis- sionari della Consolata che lavorano tra queste perso- ne e che sostengono un o- spedale per essi a Gambo in Etiopia, la somma totale ad essi destinata ». Do quindi testimonianza che la sua volontà è stata rispettata. La bella somma ci è stata consegnata dai suoi cari fratelli Lanfranco, Siro e Gemma. «Padre, ab- biamo compiuto fedelmen- te la missione dataci dalla nostra sorella e consegnia- mo quindi quanto da lei de- stinato per il bene di quelle persone. Aiutateli nel suo nome!». MAREA NERA ED AFFINI Spett.le Redazione, è dal 20 aprile scorso che British Petroleum cerca di tappare la falla e da due giorni ci è riuscita solo par- zialmente. […] Naturalmen- te è il solito copione: all’ini- zio BPminimizza la fuoriu- scita di petrolio, poi alcune stime di tecnici indipendenti mostrano cifre di greggio in uscita benmaggiori. È un di- sastro. Sembra che ci siano errori umani di mezzo (ma, va?) e il caro Obama tuona parole di fuoco contro i re- sponsabili bloccando i pro- getti in corso di nuovi pozzi offshore . Sempre Obama denuncia «la relazione trop- po stretta» che esiste tra i petrolieri e l’agenzia federa- le che rilascia i permessi di trivellazione. Adesso proviamo ad imma- ginare un altro scenario molto verosimile. Il paese è il nostro ed anziché esserci un pozzo petrolifero questa volta c’è di mezzo una cen- trale nucleare (agghiaccian- te vero?). Pensate poi ai possibili errori umani e di contorno agli interessi in gioco dei politici, industriali e soprattutto delle mafie no- strane. È cominciata la propaganda per il ritorno del nucleare in Italia e i primi accordi tra le società interessate al busi- ness. A incensare il progetto è arrivato anche unmanife- sto firmato da intellettuali e scienziati e tutti natural- mente dicono che ormai il nucleare è sicuro ed indi- spensabile per sollevare le sorti del nostro paese. In realtà non c’è soltanto il problema mai risolto delle scorie radioattive, degli er- rori possibili e delle cata- strofi imprevedibili. Dicono che dobbiamo ridurre la di- pendenza dal petrolio e che facciamo? Diventiamo di- pendenti dall’uranio! Le sco- rie non sono del resto un problema (vedi l’affonda- mentomafioso di navi anche nel Mediterraneo o l’espor- tazione verso paesi in via di sviluppo). Con il nucleare i problemi di sicurezza ri- guarderanno anche la prote- zione da attacchi terroristici. Cordiali saluti. Claudio Solavagione via email I nostri collaboratori Topino e Novara, a cui abbiamo i- noltrato la suamail, hanno completato il loro contribu- to nel numero di luglio-ago- sto di questa rivista, su cui abbiamo anche pubblicato la lettera di alcuni scienziati italiani contrari a certa pro- paganda pro nucleare infil- tratasi anche su giornali cattolici. Di fronte al futuro del pianeta non abbiamo certo bisogno di falsa infor- mazione o di propaganda. Ammessi i vantaggi del nu- cleare, potremmo anche pensare che i rischi ad esso connessi possano essere ri- solti dalla ricerca tecnologi- ca e scientifica, ma quanto sta succedendo nel mondo, e il caso dellamarea nera è forse uno dei campanelli di allarme più sonori, ci fa es- sere se non scettici, almeno ultra prudenti. Quel che spaventa non è l’errore u- mano, sempre possibile an- che nella situazione più i- deale, ma la logica del pro- fitto «tutto, subito ed ad o- gni costo» che inquina sia l’economia che la politica. Questa logica aumenta e- sponenzialmente le possi- bilità di disastro e intorbida le responsabilità inmaniera tale che solo i piccoli e gli insignificanti della catena pagano nel caso di tragedie (vedi il caso di Bhopal, in In- dia). Fino a quando le risor- se energetiche sono con- trollate da forze economi- che finalizzate al profitto per se stesso e non al bene comune, che si tratti di pe- trolio o di nucleare, di acqua o di biocarburanti, i rischi saranno sempre grandi. UN CUORE PER I LEBBROSI Nelle nostre attività missio- narie, a volte, grazie a Dio, succedono cose meraviglio- se. Ci sono segni tangibili della Provvidenza che si ser- ve di persone e di situazioni per farsi presente come aiu- to indispensabile allo svilup- po dell’uomo nei contesti di povertà e di sofferenza in cui noi lavoriamo. Oggi i media ci offrono spazi di conoscenza e di situazioni drammatiche vissute in tanti paesi del mondo. Ma ci sono situazioni di cui poco si par- la, perché non «vistose» o non fanno notizia. Ma anche se i media non ne parlano, esistono però persone che # Pazienti e poveri all’ospedale di Gambo in Etiopia.

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