Missioni Consolata - Settembre 2010

poi stato coinvolto in diversi scandali. La richiesta popolare è invece quella di un Consiglio nominato secondo i criteri dettati dalla costituzione del 1987, con maggiore partecipazione di tutti i settori della società haitiana. «E inoltre c’è la volontà di Préval: lui vuole organizzare le sue proprie elezioni, in ma- niera da portare la sua ombra al palazzo presiden- ziale dopo di lui» sostiene il senatore. RICOSTRUZIONE: «THIS IS BUSINESS» Un segnale evidente dell’interesse Usa e Canadese è l’impegno che questi due stati si sono presi per rico- struire rispettivamente 47.000 e 16.500 edifici. Im- pegno che in realtà è il grosso business della rico- struzione edilizia. Il primo ministro canadese è vo- lato ad Haiti per assicurarsi che le imprese canadesi vi partecipino. C’è un negoziato politico in appoggio all’imprenditoria. Da sottolineare che la legge sullo stato di emergenza rende molto semplificate le pro- cedure per l’assegnazione degli appalti. Nella conferenza di New York del 31 marzo i paesi donatori hanno promesso 9,9 miliardi di dollari su 5- 10 anni per la ricostruzione di Haiti. Cifra in parte confermata (7,8 milioni) all’incontro internazionale del 2 giugno a Punta Cana (Repubblica Domeni- MC QUEL CHE RESTA DI BOUKMAN 38 MC SETTEMBRE 2010 cana). Di fatto, però, a cinque mesi dal sisma, solo 150 milioni di dollari erano stati sbloccati da Brasile e Venezuela. Quest’ultimo ha anche cancellato un debito petrolifero di 395 milioni. È chiaro che questa montagna di soldi “promessi” sol- letichi la cupidigia di molti. Si pensi, inoltre, che nel 2006 Haiti era il paese più corrotto del mondo secondo la classifica di Transparency International (vedi MC gennaio 2007). Forse per questo Préval e la sua équipe hanno difficoltà a mettersi da parte. René Préval, già primo ministro e delfino di Aristide (’95), è poi diventato presidente della Repubblica in un primo mandato (’96-2001) durante il quale subiva la pesante influenza del predecessore. È di nuovo eletto presidente nel 2006, dopo il periodo di transizione del primo ministro Gérard Latortue (vedi intervista su MCmarzo 2005). Ma durante i suoi due mandati non ha mai fatto nulla di concreto e ha pesanti responsabi- lità sullo stato in cui versa oggi il paese. Camille Chalmers, direttore esecutivo del Papda (piat- taforma di organizzazioni della società civile haitiana), mette in luce il doppio dramma del popolo haitiano. «Oggi per la maggior parte degli attori potenti sul terreno, lo spazio di ricostruzione è uno spazio di ri- conquista e ri-colonizzazione, per approfittare della terribile crisi post sisma e spingere su una serie di 1492 Cristoforo Colombo sbarca nel nord ovest dell’isola, vi installa il primo insedia- mento europeo del nuovo mondo. Inizia la decimazione della popolazione autoctona, i Taino-Arawak. La colonia si chiama Hispa- niola. Undici anni dopo arrivano i primi schiavi africani sull’isola. 1697 Con il trattato di Ryswick la Spagna cede alla Francia la parte occidentale dell'i- sola che prende il nome di Saint Domingue. XVIII secolo I francesi vi installano una colonia di tipo produttivo: gli schiavi portati dall’Africa lavorano nelle piantagioni. Non si punta a schiavi di seconda generazione, gli africani vengono fatti lavorare fino allo sfini- mento, poi sono sostituiti da nuovi arrivi. La popolazione arriva a circa 400 mila schiavi e 30.000 coloni. Con questo sistema la colonia diventa il primo produttore di zucchero al mondo. Fenomeno del marronage : schiavi in fuga si organizzano in villaggi sulle montagne. 1791 22 agosto Cerimonia vudù a Bois Caiman officiata dall’ex schiavo e prete vudù Boukman, inizia il sollevamento generale degli schiavi che sarà poi guidato da Toussaint Louverture e Jean Jaques Des- salines. 1802 Napoleone invia le sue truppe al co- mando del generale Leclerc (suo cognato) per ristabilire la schiavitù. Ma gli schiavi in rivolta hanno la meglio. 1804 1 gennaio Proclamazione d’indi- pendenza. Durante la guerra contro le ar- mate napoleoniche muoiono 100 mila ex schiavi e 20 mila francesi. Il Paese prende il nome di Haiti (Ayiti in lingua taino vuol dire «alte pendenze»). La popolazione bianca fugge all'estero. XIX secolo I nuovi padroni (da Alexandre Pétion e il re Christophe in poi) hanno assimi- lato le usanze dei predecessori (coloni): la so- cietà dell’esclusione continua a perpetrarsi. 1915-1934 Occupazione militare Usa. 1957-1986 Dittatura dei Duvalier: Fran- çois «Papa Doc» e Jean Claude «Baby Doc» che fuggirà dal paese, a causa del solleva- mento popolare. A partire dai primi anni ‘80 la società civile si organizza in movimenti che lottano per la fine della dittatura. Anche a costo della vita. 1986-1990 Periodo di giunte militari e presidenti de facto. Tentativi, falliti, di ele- zioni. DA BOUKMAN A BILL CLINTON CRONOLOGIA SINTETICA DI UNA STORIA ATIPICA

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