Missioni Consolata - Settembre 2010
« I l terremoto rappresenta una nuova tappa per Haiti. In un certo senso niente può es- sere come prima. I 35 secondi del sisma hanno avuto un impatto di ampiezza straor- dinaria, che si prolungherà per molto tempo an- cora». Suzy Castor parla nel suo ufficio nel Cresfed (Centro di ricerca e di formazione economica e so- ciale per lo sviluppo), situato nel quartiere di Ca- napé Vert. Struttura che, nonostante le vistose crepe, è sopravvissuta al sisma. «Questo è valido sia che si tratti di distruzione fisica materiale sia di per- dita di vite. Perché 300 mila morti sono anche 300 mila risorse che abbiamo perso». La storica haitiana è anche militante politica (partito Opl, Organizza- zione del popolo in lotta): «Per questo io credo, non sia un’opportunità, ma l’occasione per potere rico- struire, non solo fisicamente, ma anche material- mente. Noi parliamo di “rifondazione”. C’è stata la Dopo il terremoto la comunità internazionale si mobilita. Gli Usa inviano 20.000 marines e prendono in mano la situazione. Il governo haitiano si affida a esperti stranieri per il piano di ricostruzione nazionale. Quando avrebbe dovuto mobilitare le «forze vive» della nazione. Ma società civile e partiti politici non ci stanno. Intanto si profila all’orizzonte la scadenza elettorale. E la commissione per la ricostruzione è coordinata da una vecchia conoscenza: Bill Clinton. Due volte Vittime CHI GESTISCE IL FUTURO DEL PAESE MC QUEL CHE RESTA DI BOUKMAN 34 MC SETTEMBRE 2010 Sopra, il senatore Jean-William Jeanty. Di fianco, la storica Suzy Castor. Sotto , in moto per le vie di Léogane, epicentro del sisma. Pagina a fianco, la vita continua nella quotidianità: ragazze si preparano per una festa.
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