Missioni Consolata - Settembre 2010
Nel campo vediamo soprat- tutto donne e bambini, ma an- che ragazzi. Gli uomini sem- brano non esserci. Ci chie- diamo quali saranno i tempi per il ritorno alla «normalità» o piuttosto a una casa decente per tutte queste persone. Molte tende non sono fatte per resistere mesi sotto il forte sole dei Caraibi e si stanno deteriorando. Le piogge iniziate a maggio sono torrenziali, e creano fiumi di fango. A giu- gno è anche iniziata la stagione degli uragani e questi ripari possono facilmente prendere il volo. Marino: «Spero di terminare presto con le distri- buzioni e incominciare a fare qualche cosa di concreto per aiutare le famiglie a tornare a casa loro». Questo è infatti previsto dal programma. Le distribuzioni non sono fatte a caso: «Noi di- stribuiamo solo a donne e bambini e abbiamo delle liste ben verificate. Non diamo più teloni come all’inizio e il cibo è dosato con grande pre- cisione. Occorre fare di tutto affinché non si in- neschi la spirale della dipendenza». In effetti questo è un rischio enorme. Esistono già i campi «fantasmi» dove la gente viene di giorno solo perché una qualche Ong internazionale distri- buisce cibo. Poi la notte rientra nei propri quar- tieri. «Ma allo stato attuale distribuire acqua e MC QUEL CHE RESTA DI BOUKMAN 32 MC SETTEMBRE 2010 cibo in alcune zone è ne- cessario perché ci sono molti casi di malnutrizione, anche grave, nei bambini» conclude Marino. Le stime ufficiali parlano di 1,3 milioni di senza tetto a causa del terremoto e circa 500.000 sarebbero quelli che ancora vivono in tenda. IL TRAUMA CHE NON SI VEDE Ma c’è qualcosa più difficile da vedere, se si guarda solo in superficie. Qualcosa di molto im- portante, che si percepisce parlando con la gente. «La popolazione è rimasta traumatiz- zata. Ad esempio i nostri seminaristi che hanno visto morire i loro compagni». Chi parla è padre Crescenzo Mazzella, camilliano, da oltre dieci anni nel paese. Il crollo del centro di formazione Cartello su un palo del quartiere popolare Martissant: «Abbiamo bisogno di aiuto». Sotto, chiesa del Sacro Cuore, una delle più significative della capitale.
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=