Missioni Consolata - Settembre 2010

Arriviamo ad un fiume, aspet- tiamo, passa un pulmino della Fu- nai, attimi di paura, poi il fuori- strada sale su una zattera e dopo pochi minuti siamo dall’altra parte del fiume Uraricuera; la prima dif- ficoltà è superata. Da qui a Uiramutã sono ettari e et- tari di savana, la vegetazione è bassa, brulla, alcune vacche bian- che ci attraversano la strada, li- bere. Libertà, vale la pena lottare per essa, e il popolo Macuxí lo sa bene. Giungiamo al posto di blocco… tensione, preoccupazione di tutti, anche degli indios che però pro- vano a tranquillizzarci. Lo supe- riamo, e dopo soli pochi metri ci fermiamo a bere qualcosa, ormai non siamo più in pericolo, siamo tra amici. La regione delle montagne (las Serras) ci accoglie con il tramonto di Maturuca e con tutta la comu- nità vestita a festa con abiti tradi- zionali che canta e danza per noi. I giorni seguenti visitiamo i pro- getti che la comunità sta realiz- zando per far fronte ai cambia- menti climatici e alla conseguente carenza di cibo: gli orti comunitari, con manioca, riso, etc., e la pesci- coltura. I leaders delle comunità della Raposa e i coordinatori locali ci parlano della storia della lotta per il riconoscimento e l’omologa- zione dell’area, avvenuta nel 2005, e dell’attuale organizzazione delle comunità. I Macuxí sono un popolo fiero, consapevole dei propri diritti 14 MC SETTEMBRE 2010 AMAZZONIA # Sopra, un giovane indio si rinfresca; sotto, le due autrici con un gruppo di altri visitatori italiani insieme ai padri della missione del Catrimani.

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