Missioni Consolata - Settembre 2010
PADRE GIOVANNI CALLERI AMAZZONIA accompagnano apprendiamo le problematiche e le difficoltà che si incontrano a lavorare in questo contesto, come, ad esempio, il creare comunità in un luogo così marcato dalla diversità etnica e culturale delle persone che vi abi- tano. Noi, chiaramente, ci sen- tiamo impotenti di fronte a ciò che vediamo, ma ci sono persone che sanno vincere questa prima sen- sazione e che non rinunciano a lottare per portare anche solo un segnale di presenza e speranza. Una tra queste, è p. Ruggero Ru- voletto, che conosciamo nel bairro di Santa Etelvina, tutto intento nei preparativi della festa che si sa- rebbe svolta la sera stessa e che, per la prima volta, avrebbe coin- volto varie comunità vicine. Pur- troppo, dopo neanche un mese dal nostro rientro in Italia, veniamo a sapere della tragica uccisione di questo missionario della diocesi di Padova, partito dall’Italia con l’in- tento di fare del bene, cosa che ha fatto finché gliene è stata data la possibilità. Lungo la BR-174 Sveglia all’alba, addolcita dal pane fresco, dalla papaia e dalla mar- P adre Giovanni Calleri nasce a Carrù il 15 aprile 1934 e a soli 11 anni entra in seminario a Mondovì. Da sacerdote esercita il suo ministero dapprima in diocesi, distinguendosi da subito per la sua personalità esuberante e dinamica che non lascia in- differenti, soprattutto i giovani. Questi aspetti del suo carattere lo ac- compagnano anche nel suo compito di missionario della Consolata in Brasile, dove arriva nel 1964. Insieme a padre BindoMeldolesi costrui- sce laMissione del Catrimani, in una zona dell’Amazzonia ancora pres- soché inesplorata, e inizia un cammino di reciproca conoscenza e scambio culturale insieme agli indios Yanomami. Nel 1968 parte per una spedizione di pace nel territorio degli indios Waimiri Atroarí, ma dopo poco meno di un mese si perdono i contatti con i membri della spedizione, i cui corpi senza vita verranno ritrovati il 30 novembre dello stesso anno. L’assassinio di padre Giovanni Calleri e dei suoi compagni di spedi- zione si inserisce in una delle tante pagine buie che hanno segnato l’in- sediamento dell’uomo bianco in territorio amazzonico. Nel 1967 il go- verno brasiliano inizia la costruzione della strada BR-174 per collegare Manaus con Boa Vista e il Venezuela, abbattendo grandi estensioni di foresta e attraversando il territorio degli indios Waimiri Atroarí, che si oppongono al passaggio della strada. Padre Calleri individua un’a- rea limitrofa in cui istituire un «parco protetto» per preservare il gruppo indigeno e la sua identità etnico-culturale. Il piano di contatto da lui elaborato potrebbe garantire il successo della spedizione ed evi- tare ai Waimiri Atroarí violente ripercussioni. Purtroppo, la riserva si trova nel cuore di un’area ricca di minerali al cui sfruttamento mirano i potentati economici brasiliani ed americani, che si mobilitano subito per impedire la riuscita del progetto. Sebbene la versione ufficiale incolpi del massacro gli stessi indiosWai- miri Atroarí che non vogliono la costruzione della BR-174 sulla loro terra, ricerche seguenti condotte in modo particolare da padre Silvano Sa- batini, rivelano scenari molto più com- plessi ed inquietanti. Per approfondire la storia di padre Calleri: Silvano Sabatini, Sangue nella foresta amazzonica. La spedizione di padre Gio- vanni Calleri tra gli indios Waimiri Atroarí , Emi, Bologna 2001. Marco Bello, «Massacro. Complotti, in- teressi, bugie», in Missioni Consolata, settembre 2008. # Sopra, padre Calleri (al centro) con i membri della spedizione di pacificazione. A sinistra, costruzione della strada BR-174.
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