Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2010
MISSIONI CONSOLATA no violenze o anestetici per obbliga- re le loro vittime alla sottomissione. Tra le vittime di questo crimine ci so- no donne e bambini vulnerabili, e- stremamente poveri e senza una re- te di supporto sociale, quindi più fa- cilmente ingannabili dai trafficanti». Questo traffico di esseri umani ha anche prodotto conseguenze sulla diffusione dell’Aids? «Sì,purtroppo, è così. Le vittime del traffico sono soli- tamente obbligate ad avere fre- quenti rapporti sessuali non protetti con diversi partner.Pur avendo ac- cesso allemisure di prevenzione, non hanno potere di negoziazione per convincere i clienti all'uso del preservativo». Il governo nazionale sta facendo qualcosa per combattere la tratta? «Il governo vietnamita non è ancora adeguato agli standardminimi per l’eliminazione del traffico.Qualche progresso però è stato fatto. Innanzi- tutto si è implementato il Program- ma nazionale d’azione 2004-2010: arresti, incremento delle indagini, persecuzioni, condanne dei traffi- canti. A questo riguardo,Gtv colla- bora con l’ Unione delle Donne , l’orga- nizzazione che si occupa di imple- mentare il piano d’azione varato dal governo vietnamita per contrastare il fenomeno del traffico con una strategia di prevenzione e sensibiliz- zazione». Un ritorno difficile I problemi di reinserimento sociale non sono pochi per le donne che rie- scono a tornare inVietnamda oltre confine.Lo stigma psicologico è tale per cui il ritorno alla vita è una paren- tesi a volte lacerante.Francesca,cosa succede all’interno di una comunità quando rientra una donna vittima del traffico? «L’esperienza dolorosa rende le giovani moltopiù fragili e accresce una sensazione di estraneità al loro mondo di origine.Nondameno ha peso inquesta fase la paura per le malattie sessualmente trasmissibili da parte della loro comunità autoctona. Lamancata reintegrazione nel tessu- to sociale fa sì che le ragazze ritornate inVietnamsiano ad alto rischio di es- sere nuovamente rapite. I nostri pro- getti mirano proprio a ridare dignità alle donne e ad offrire loro la possibi- lità di rimarginare le“ferite”e riorga- nizzare il futuro». ■ MC LUGLIO-AGOSTO 2010 59 J USTIN M OTT Fotografo statunitense,vincitore di vari premi, JustinMott da anni vive adHanoi.Lavora in tutto il Sud Est a- siatico a titolo personale e per vari committenti sia a livello di testate giornalistiche ( NewYorkTimes,New- sweek, Der Spiegel ), sia per enti ed organizzazioni internazionali pre- senti nel paese (oltre a Gtv,anche U- nesco, theAsia Foundation,Medici senza Frontiere ). Padre Agostino Nguyên Van Du (a si- nistra) e padre John Nguyên Van Ty (a destra) con i loro sorrisi. Sotto: una bella immagine dall’alto mostra il traffico di motociclette, dif- fusissimo mezzo di trasporto nelle città vietnamite.
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