Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2010

KIRGHIZISTAN la terra, e non sotto: sono i pascoli, che alimentano una fiorente pastori- zia, l’agricoltura, che ha avuto svilup- po soprattutto dopo l’arrivo dei russi nella seconda metà dell’Ottocento, e le acque, che scendono abbondanti dai ghiacciai perenni. Storia di dominazioni A differenza dei loro omonimi sullo Enisej, i kirghizi del Tian Shan non costituironomai uno stato indipendente,ma restaro- no soggetti ai dominatori che di volta in volta esercitarono il proprio potere sulla regione: i mongoli, gli oirati, i cinesi, l’e- miro di Kokand e, infine, i rus- si. Erano organizzati in tribù, i cui anziani erano lemassime autorità riconosciute da loro. Prima dell’arrivo dei russi, il più grande sconvolgimento nella vita dei kirghizi lo portarono gli oi- rati, che nel XVII secolo oc- cuparono i loro pascoli e ne provocarono una mi- grazione inmassa: alcu- ne tribù scesero verso la pianura di Fergha- na, altre attraversa- rono la catena del Tian Shan e si sta- bilirono nella Ka- shgaria, da dove tornarono solo dopo che i Manciù nel 1758 ebbero annientato la potenza oirate.A que- sti avvenimenti si fa risalire la divisio- ne in tribù del Nord e del Sud che tuttora pesa all’interno della comu- nità kirghiza.Nei secoli la sottomis- sione a dominatori esterni, a volte puramente formale, aveva lasciato intatte l’organizzazione sociale e le abitudini di vita di questo popolo. Chi davvero portò un cambiamen- to irreversibile, sia nello stile di vita dei kirghizi, che nell’economia della regione, furono i russi.Quando a metà del XIX secolo essi arrivarono sulle terre dei nomadi non vi trova- rono città. La futura capitale allora era solo uno dei tanti forti posti a protezione delle vie carovaniere. I centri urbani rimanevano più a Sud, nella valle di Ferghana,dove abitava- no i sedentari. Come per i vicini kazaki ( vedi MC, aprile 2008 ), anche qui l’insediamen- to di contadini russi e ucraini ha vo- luto dire una progressiva diminuzio- ne dei pascoli e l’inizio di un proces- so di sedentarizzazione forzata dei nomadi. In Kirghizia,però, la presen- za dellemontagne ha costituito un ostacolo all’occupazione delle terre da parte dei coloni. L’agricoltura po- teva essere praticata solo nelle po- che pianure,mentre lemontagne ri- manevano il regno dei pastori.Ciò ha consentito che le tradizioni no- madi si mantenessero più qui che in Superficie: 199.900 kmq Capitale: Bishkek Popolazione: circa 5,2 milioni di abitanti (stima 2006) Gruppi etnici: popolazione di origine kirghiza è concen- trata sulle montagne, quella di origine russa nelle pia- nure. Kirghizi 64,9%, uzbechi 13,8%, russi 12,5%, dun- gani 1,1%, altri Lingue: kirghizo e russo (ufficiali). Religioni: musulmani sunniti 70%, atei 24,5%, cri- stiani ortodossi 5,5% Crescita demografica: 1,2% (2000-2005) Aspettativa di vita: anni 64 uomini, 72 donne Mortalità infantile: 2,97% Alfabetizzazione: 67,4% Ordinamento politico: Repubblica presidenziale Indipendenza: 31 agosto 1991 (dall’Urss), ha aderito al Csi (Comunità di stati indipendenti) lo stesso anno Capo di stato: dopo la rivolta popolare del 6-7 aprile 2010, il presidente Bakiev è fuggito e l’opposizione ha formato un governo provvisorio guidato da Roza Otunbaieva, ex ministro degli esteri Reddito pro capite: circa 400 dollari Usa (2004) Risorse economiche: petrolio, gas naturale, carbone, lignite, oro, mercurio; indu- stria: produzione energia idroelettrica; impianti chimici, meccanici, tessili, materiale elettrico (capitale); agricoltura: frumento, barbabietola da zucchero, cotone, tabacco, vite, allevamento Scheda geopolitica Debito estero: 2,02 miliardi di dollari (2005) Inflazione: 3,8% (2004) Indice di sviluppo umano (Onu): 116 su 177 paesi Sotto: un bimbo kirghizo. A lato: il cavallo è ancora il mezzo di trasporto più utilizzato dai pastori kirghizi.

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