Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2010

no certezze a riguardo.Rimane da chiarire anche un altro fatto. Fino al- l’VIII secolo i kirghizi venivano de- scritti come un popolo dalle caratte- ristiche europoidi: capelli rossi,pelle chiara, occhi azzurri; descrizioni che contrastano nettamente col loro a- spetto attuale.Per tali motivi c’è chi ha avanzato l’ipotesi che si tratti di un caso di omonimia etnica. Fatto sta, che a un certo punto tro- viamo tribù che si definiscono kir- ghize insediate nella partemeridio- nale della regione chiamata Zhetysu in turco, e Semirech’e in russo. L’equi- valente italiano di «Settefiumi». I fiu- mi in questione sono principalmen- te l’Ili, il Chu e il Naryn, che scendono tutti dal Tian Shan e si dirigono a Nord verso l’arida steppa kazaka. Il primomuore nel grande lago Balka- sh, il secondo si perde nella «steppa della fame», a ovest del Balkash, e il Naryn,dopo aver ricevuto l’apporto di altri corsi d’acqua, in territorio uz- beko si trasforma nel Syr Darya e ar- riva fino al Mar d’Aral.Come descrit- to nel nome, il Zhetysu, e soprattutto nella partemeridionale, è un territo- rio pieno d’acque, anche lacustri, che danno origine a ricchi pascoli.Non è difficile capire che questa terra do- vesse essere un paradiso per i noma- di, la cui ricchezza era tutta nelle greggi. Qui si trova uno dei laghi montani più grandi del mondo, l’Is- syk Kul, il «Lago caldo», così chiama- to perché non gelamai,pur trovan- MISSIONI CONSOLATA visitare la loro tenda. È qualcheme- tro più in basso,dietro la curva del pendio, e non l’avevo scorta.Qui tro- vo il resto della famiglia: i nonni, i ge- nitori e il fratellino più piccolo.Mi è offerto del kumys , il latte di giumen- ta fermentato, la bevanda tradizio- nale dei pastori centroasiatici. Certo, sarebbe impossibile vivere tutto l’anno a quelle altezze; con l’ar- rivo della neve i pastori kirghizi smontano la loro iurta e scendono a svernare a valle, dove hanno un’abi- tazione stabile.Questa forma di se- minomadismo è un ricordo del tem- po in cui vivevano permanentemen- te nelle tende, le loro casemobili, che spostavano dai pascoli estivi a quelli invernali all’interno di una stessa area geografica, o che li segui- vano negli spostamenti più lunghi, cui potevano essere costretti dal so- praggiungere sul loro territorio di al- tri popoli più bellicosi. Le origini Dei kirghizi si parla per la prima volta in fonti cinesi del secondo se- colo avanti Cristo.Con questo nome era designato un popolo che abitava nella zona dell’alto Enisej, nella Sibe- ria meridionale, a qualchemigliaio di chilometri dallemontagne del Tian Shan. Sull’origine di tale etnonimo si danno le più diverse spiegazioni, al- cune anche abbastanza fantasiose, ma i più sembrano concordare sul si- gnificato di «quaranta tribù».Questa è anche la spiegazione ufficiale a- dottata dalla moderna Repubblica di Kirghizia, la cui bandiera reca l’im- magine dell’apertura rotonda del tetto di una iurta , inscritta in un sole con quaranta raggi. Non si sa con certezza come e quando i kirghizi si siano stabiliti nel territorio che ora porta il loro nome. Vasìlij Vladìmirovich Bàrtol’d, emi- nente studioso russo dell’Asia Cen- trale, afferma che la loro presenza non vi è documentata prima della seconda metà del XV secolo.Qualcu- no ipotizza che siano arrivati in que- sta regione in seguito alla pressione di altri popoli nomadi,ma non ci so- dosi a un’altezza di quasi 1.600me- tri. Da queste parti passava una delle molte diramazioni della via della se- ta. Per raggiungere la Kashgaria e la Cina i viaggiatori provenienti da Sa- marcanda dovevano scegliere i pun- ti agevoli lungo la poderosa dorsale del Tian Shan.Un tragitto comodo era quello che costeggiava le rive del lago Issyk Kul e s’infilava nell’ampio corridoio costituito dalla valle di Karkara, adesso divisa tra Kirghizi- stan e Kazakistan.A poca distanza dall’attuale confine tra i due stati c’è una località chiamata SanTash, Pie- tra di Conta, nome che conserva me- moria della variante timuride del pal- lottoliere. Una tradizione locale afferma, in- fatti, che proprio qui Tamerlano si sarebbe accampato con l’esercito prima di un’importante spedizione contro la Cina.Per contare le proprie innumerevoli schiere avrebbe ordi- nato ai propri guerrieri di raccogliere ognuno una pietra e depositarla in un unico posto. Era così cresciuto un enorme cumulo.Al ritorno dalla bat- taglia si era usato lo stesso sistema per calcolare le perdite. I vivi aveva- no tolto dal primomucchio una pie- tra e l’avevano deposta lì accanto, formando un secondo cumulo,mol- to più piccolo del primo. I duemuc- chi si possono vedere tuttora uno accanto all’altro. La ricchezza della Kirghizia è sopra MC LUGLIO-AGOSTO 2010 49 A destra: venditrice di Kumpys. Pagina accanto: una iurta nei pressi del lago Kul Ukuk, a 3.500 metri d’al- tezza, nel Kirghizistan centrale.

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