Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2010

MC LUGLIO-AGOSTO 2010 43 ca la volontà e il fallimento è vicino. I nostri governi dopo l’indipendenza, hanno cercato di lavorare allo stesso modo nei confronti del mondo rura- le. Una copia con qualche cambia- mento, ma basato sugli stessi con- cetti. Chiedendo ai capi tradizionali, agli imam di organizzare la gente. Io mi sono detto: voglio incontrare i contadini, per capire come fare per lavorare con loro». Nel «cuore» del contadino Lo stesso presidente è di origine contadina: suo padre e sua madre lo erano. Lui ha avuto la possibilità di studiare ed è diventato insegnante. «Cercavo i motivi per i quali i pro- getti degli altri erano falliti. La rispo- sta è stata: perché i contadini hanno sentito la violenza, e quindi l’hanno voluta evitare.Non hanno dato il “cuore”. Creando i Gruppi Naamho fatto cosa.Ho pensato ai contadini, che sono i piùmiserabili e quelli che se la passano peggio. Siamo stati colonizzati, anche se non tutti i colonizzatori erano colo- nialisti. Ma nessuno ha bussato alla porta giusta perché non è stato coinvolto il mondo contadino afri- cano. Si sono rivolti ai capi tradizionali, per chiedere loro di permettergli di fare questo o quello, costruire un ponte, una scuola, ecc.Non hanno negoziato con i contadini,ma hanno chiesto ai capi.Questi, che hanno paura dei bianchi, hanno forzato la popolazione, così i contadini si sono chiusi in se stessi, non hanno più vo- luto ascoltare. Io penso che il fallimento dello sviluppo arrivi da quel momento. Perché se si parla a un contadino in un certomodo, lui ascolta senza a- scoltare, con le orecchie ma non con il cuore. E questo vuol dire che man- LEADER AFRICANI Vita emiracoli di Bernard Lédea Ouedraogo Nel Sahel piegato dalla siccità, alla fine degli anni Sessanta un insegnante ha un’intuizione: recuperare strutture tradizionali per vincere la fame. Nascono così i «Gruppi Naam», uno dei movimenti contadini ancora oggi più importanti dell’area. L’ottuagenario fondatore si racconta. Testo e foto di Marco Bello B ernardLédeaOuedraogoè na- to nel 1930 a Gourcy, nel Nord del Burkina Faso. In Africa del- l’Ovest è quasi unmonumento. È co- nosciuto come colui che ha organiz- zato i contadini per lottare contro la fame e la desertificazione. Insegnan- te e poi ispettore del ministero del- l’Educazione, ha anche al suo attivo un dottorato alla Sorbona. Si avvicina al mondo contadino a metà degli anni ’60, quando una for- te siccità colpisce il Sahel. Abbiamo incontrato «Il presiden- te», come tutti lo chiamano, a Ouahi- gouya, nel suo ufficio di sempre.Ci ha raccontato la sua storia e le moti- vazioni delle sue scelte. «In questa regione c’era la fame, in modo cronico.Ogni anno.Dopo i miei studi in Europa,mi ponevo del- le domande: quando noi e le nostre famiglie mangeremo a sazietà? Quando non ci saranno più la mise- ria e le malattie? Dovevo fare qual- IL SEME CHE GERMOGLIA ... ... CRESCE RAPIDAMENTE

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