Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2010

MISSIONI CONSOLATA MC LUGLIO-AGOSTO 2010 31 società. Con l’apertura del carcere «Le Nuove», nel 1869, l’esempio di San Giuseppe Cafasso si tra- mandava attraverso varie figure istituzionali, con- fraternali e religiose. C’era un entusiasmo nell’u- manizzare la vita dei reclusi: condizioni igienico- sanitarie migliori, vitto supplementare, biblioteca, scuola, soccorsi agli scarcerati sotto la guida del Prefetto delle carceri torinesi il Cav. Secondo Pol- to, confratello della Misericordia. Questa ondata di civiltà si abbassava durante il periodo del Fascismo, attraverso inasprimento della pena, ampliamento dei comportamenti da considerare reati, ripristino della condanna a mor- te nel 1926. In questo contesto politico si inseri- vano come cappellani i missionari della Consolata, l’ultimo dei quali, p. Ezio Somadossi, rischiò di es- sere deportato in Germania. Il loro contributo non fu solo umano e spirituale, ma anche civile ed isti- tuzionale perché condividevano gli ideali e i prin- cipi dell’attuale Costituzione italiana. Tale patrimonio vivo ed universale passava dai Missionari della Consolata a p. Ruggero Cipolla, nel novembre 1944. San Giuseppe Cafasso era sempre il modello cui p. Ruggero si riferiva quan- do, non ancora trentatreenne, assistette il suo pri- mo condannato a morte, Lorenzo Bianciotto. Fu un’esperienza scioccante ed indelebile, che rinfor- zava la sua sensibilità umana e lo spirito di carità di cappellano delle carceri durante la Resistenza. Su questa scia di amore per gli indifesi, il 27 aprile 1945 la semplicità francescana, la carità vincen- ziana si integravano con la missionarietà del bea- to Allamano nella liberazione ordinata e senza spargimento di sangue di tutti i detenuti politici. Dopo la guerra, i processi di ammodernamento della struttura interna del carcere «Le Nuove» si sviluppavano con l’installazione degli impianti idrici e termici, la creazione di laboratori per ap- prendere a lavorare, il teatro e il campo sportivo per ricrearsi. Venivano istituiti corsi agricoli, arti- gianali e professionali con il coinvolgimento dell’I- stituto professionale «G. Plana» di Torino. P. Ruggero rivalutava ed approfondiva le condizio- ni culturali, storiche e spirituali del trattamento penitenziario. Ne sono tuttora una prova la lapide con il busto di San Giuseppe Cafasso nell’atrio del carcere «Le Nuove» e il complesso statuario in onore del Santo dei carcerati, realizzato con i soldi di tutti i detenuti italiani, fatto erigere al Rondò della Forca nel 1961. Oggi San Giuseppe Cafasso è venerato nel nuovo carcere di Torino «Lorusso e Cutugno». Lo spirito di umanizzazione si sta attuando verso gli extra- comunitari che raggiungono il 60 per cento della popolazione detenuta. I Missionari della Consolata presiedono assemblee eucaristiche, aderendo alla pastorale della Parrocchia «Gesù Nazareno», per fare memoria storica e stimolare la riflessione sul- l’uomo, per testimoniare, insieme ai volontari del- l’Associazione «Nessun uomo è un’isola», che al di sopra della giustizia umana c’è sempre la miseri- cordia infinita di Dio, padre di tutti gli uomini. Felice Tagliente docente, psicologo penitenziario presidente Associazione «Nessun uomo è un’isola».

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