Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2010
MC LUGLIO-AGOSTO 2010 3 «S ono io forse un cane perché tu venga a me con un bastone?». Sono parole del gigantesco Golia, guerriero filisteo armato fino ai denti e pronto a farsi un boccone dell’imberbe e semi-disar- mato pastore ebreo Davide. Devono essere riecheggiate nella mente degli intrepidi marines israeliani durante il proditorio attacco alla «Freedom Flotilla», una flotta di navi colme di pacifisti e atti- visti diretta verso la Striscia di Gaza . Lo scopo dichiarato dell’operazione era quello di portare aiuti uma- nitari e beni di prima necessità alla popolazione palestinese - oltre due milioni di persone in pochi chi- lometri quadrati - strangolata dal blocco imposto dalle autorità israeliane. Nelle stive si trovavano anche centinaia di sedie a rotelle elettriche, abitazioni prefabbricate e kit per la purificazione dell’acqua. Prima di vedersi arrivare in piena fronte il fatale colpo di fionda (come quella di legno immortalata in video ed esposta dai media come prova delle armi presenti a bordo delle navi, nonché della volontà offensiva dei «sedicenti» pacifisti), le forze speciali israeliane hanno pensato bene di spegnere sul nasce- re ogni velleità bellica altrui, usando i loro fucili automatici a scopo dissuasivo, evitando così un massa- cro provocato a bastonate, spintoni e colpi di frombola pacifista. In un sinistro gioco delle parti, il mese scorso Davide si è tramutato in Golia e Golia, il nemico giurato del popolo di Israele, in un Davide arma- to di letali fionde e bastoni, con cui attaccare una delle prime potenze militari del mondo. D ispiace e provoca un senso di impotenza e frustrazione aver ascoltato dichiarazioni così concilianti da risultare persino stucchevoli da parte di molti organismi internazionali nei confronti dell’at- teggiamento israeliano. L’operazione militare, condotta in acque internazionali , contro la «Freedom Flotilla», è stata innanzi tutto un atto di arroganza e prepotenza contro il diritto di manife- stare pacificamente il proprio dissenso nei confronti della politica segregazionista di Israele. Lo stesso papa Benedetto XVI , durante la visita a Cipro nei giorni successivi all’assalto, ha espresso più volte la preoccupazione per il rischio di un «bagno di sangue», mentre nel documento in preparazione al pros- simo Sinodo per il Medio Oriente, al n. 33, ci sono parole dure contro «l’occupazione israeliana dei territori palestinesi (che) rende difficile la vita quotidiana per la libertà di movimento, l’economia e la vita sociale e religiosa». Sarà il susseguirsi degli eventi a dirci se l’azione israeliana rappresenterà anche un pericoloso tas- sello verso il deterioramento dei rapporti con una nazione, la Turchia che, fra le pur tante contraddizioni, rappresenta un punto di equilibrio ed incontro fra l’Occidente e il travagliato scenario mediorientale. Di territori occupati e del dramma esistenziale dei palestinesi che vivono nella Striscia di Gaza (cristiani compresi) ci siamo più volte occupati e con- tinueremo a farlo. Verremo come sempre aiutati da Angela Lano (*) , gior- nalista, unica donna italiana presente sulle navi della «Freedom Flotilla», arrestata, espulsa e quindi, grazie al cielo, liberata. Partendo per Atene, da dove ha avuto inizio la crociera pacifista, ci aveva pro- messo un dossier-reportage di questa avventura che si è rivelata materialmente un fallimento, ma che dal punto di vista politico pre- senta aspetti tanto inquietanti quanto interessanti. La «davidica» Angela, che si ispira a forme di resistenza civile non violenta di impronta ghandiana, non portava con sé fionde e bastoni. Le sue armi sono da sempre penne, computer e telefono cellulare (per inciso, tutti strumenti sequestrati dai militari israeliani e mai restituiti), usate per la formazione delle coscienze e non per la distruzione di massa. U GO P OZZOLI (*) Angela Lano, Dossier Gaza, «Catastrofe infinita», MC luglio 2009. In alto, Angela Lano alla partenza della flotta. A sinistra, palazzo sventrato a Gaza. A i lettori GOLIA 2010
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