Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2010

26 MC LUGLIO-AGOSTO 2010 lesse che il lettore si rendesse subito conto che non si trova di fronte ad una nota crono- logica, ma un evento teologico. Questa posi- zione di rilievo inoltre è un esplicito richiamo ai giorni precedenti, perché non si dà un «ter- zo giorno» senza riferirsi ai giorni precedenti che nel capitolo primo cominciano a descrivere una settimana, che è quella iniziale dell’attività di Gesù, presentata dall’evangelista come la settimana corri- spondente a quella della Genesi, quando Dio «crea il cielo e la terra». Se mettiamo insieme il ritmo dei gior- ni descritti dall’autore scopriamo che il «terzo giorno» delle nozze di Cana corrisponde al «sesto giorno» della stessa settimana. Infatti, lo schema che propone il IV vangelo è il seguente: 1. Gv 1,19-28: «Io non sono il Cristo»: giorno uno della settimana (Giovanni rende testimonianza e annuncia alla re- ligione ufficiale il nuovo tempo) 2. Gv 1,29-34: «Il giorno dopo» (gr.: tê i epàurion): se- condo giorno della settimana: (Giovanni annuncia al mondo l’«Agnello di Dio») 3. Gv 1,35-42: «Il giorno dopo» (gr.: tê i epàurion): terzo giorno della settimana: (Un discepolo anonimo, Andrea e suo fratello Pietro sono chiamati da Gesù) 4. Gv 1,43-51: «Il giorno dopo» (gr.: tê i epàurion): quarto giorno della settimana (Filippo e Natanaele sono chiamati da Gesù) 5. Gv 2,1: «E nel terzo giorno» (gr.: tê i hmèrai tê i trìti): sesto giorno della settimana: (Cana: rinnovo dell’alleanza del Sinai in chiave sposale) 6. Gv 2,12: «Non molti giorni» (gr.: oú pollàs hemèras). (Permanenza di Gesù, sua madre e i discepoli a Cafarnao.) C) Una nuova Genesi? È evidente che Gv 1 e l’inizio di Gv 2 sono ritmati da questa scansione di giorni che convergono come alla loro foce naturale nel «terzo giorno» di Cana cui fa se- guito l’osservazione redazionale che «rimasero non molti giorni» (Gv 2,12), che può essere letto come «un riposo» dopo la settimana impegnativa e di cui parlere- mo dopo per l’importanza del verbo. In questo modo a- vremmo uno schema settenario con sei giorni lavorati- vi e il settimo di riposo, costruito sul modello della set- timana della Genesi, in cui per sei giorni Dio «Disse e opera» e, infine, si riposa al settimo. Il terzo giorno del nostro schema corrisponde al sesto giorno della setti- mana e non al settimo perché secondo il computo e- braico, il giorno si conta dalla fine di quello preceden- te, dal tramonto al tramonto. Su questo specifico a- spetto della struttura settimanale, gli studiosi sono tut- ti d’accordo nel ritenere che Gv 1,19-2,12 è struttura- to nello spazio di una settimana, ma moltissimi diver- gono nella divisione dei giorni: alcuni calcolano sei giorni, altri sette, altri otto e c’è anche chi ipotizza die- ci giorni. Una minoranza di studiosi non am- mette nemmeno lo schema settimanale per- ché secondo loro gli indizi sarebbero fragili. Noi tralasciamo queste discussioni che sono tecniche perché incomprensibili a chi non è addentro a sistemi di indagine esegetica complessa. Chi volesse però approfondire gli argomen- ti, può ricorrere ad un testo organico e completo di u- no dei massimi esperti di Gv e specificamente del rac- conto di Cana a cui ha dedicato di fatto tutta la vita: A- ristide Serra, Le nozze di Cana (Gv 2,1-12). Incidenze cri- stologico-mariane del primo “segno” di Gesù, Edizioni Messagge- ro, Padova 2009, pp. 560. D) Dal «principio» primordiale al «principio» dell’incarnazione A questo punto ci pare quasi ovvio dire che lo sche- ma settimanale, all’interno del quale troviamo l’espres- sione «E nel terzo giorno», è uno schema teologico e non cronologico. Infatti il riferimento al racconto del- la creazione di Gen 1 non solo è lecito, ma è anche lo- gico perché l’evangelista presenta l’attività di Gesù dentro uno schema settimanale per mettere in eviden- za che è un’attività salvifica, una ripresa dei temi della creazione, anzi, con Gesù inizia «una creazione nuova » che trova nella «nuova alleanza» anticipata da Geremia (cf Ger 31,31) l’inizio del tempo escatologico che sia la Scrittura che la tradizione giudaica annunciano come il tempo del Messia. È anche da sottolineare che lo schema settimanale di Giovanni si apre allo stesso mo- do, della Genesi, con l’assoluto e solenne «In principio» che da un senso di eternità a tutto il racconto. «In prin- cipio» Dio pone mano alla creazione del cielo e della terra così come «In principio» il Lògos irrompe nel tem- po della storia per farsi «carne», cioè fragilità e tempo- ralità. In greco si trova l’espressione «en archê» che è la traduzione con cui la LXX traduce l’ebraico «Bereshìt» di Gen 1,1. I primi cristiani usavano come Bibbia pro- pria appunto la LXX che era quindi la loro Scrittura di riferimento per l’AT. Un altro elemento, o quanto meno un forte indizio, a cui abbiamo solo accennato, si trova nel verbo «rimasero» di Gv 2,12: dopo la settimana di Gv 1 e le nozze di Cana «nel terzo giorno» di Gv 2, Ge- sù, sua Madre e i discepoli si ritirano a Cafàrnao, dove «rimasero non molti giorni». Il verbo usato da Gv è «mèn – rimango/resto/sosto» e quindi «riposo», dove vi po- trebbe essere un’eco dello «shabàt-riposo» di Dio crea- tore. In questo caso Gv presenta Gesù non più come la «Sapienza» che era accanto al creatore pronta ad ese- guire i suoi ordini (Pr 24,1-13), ma come il «Lògos» e- terno che presiede direttamente la nuova creazione che troverà il culmine nella redenzione, espressa e manife- stata nella rivelazione della «gloria» che risplende sul mondo dal trono della croce. Il racconto di Cana è dun- que sotto questo aspetto, una rilettura cristiana, un mi- dràsh , della creazione di Genesi e, come abbiamo anti- cipato nelle puntate precedenti e come vedremo in se- guito, anche e specialmente della liberazione dell’eso- do e del dono della Toràh al monte Sinai [ . continua - 14 ] -0 4%(6) ',) *9 1%(6) 4ESPS *EVMRIPPE Una rilettura moderna della parabola del Figliol Prodig o Richieste presso: - libreria MC: 011.4476695 - editore: 045.7725543 - www.gabriellieditori.it È NELLE LIBRERIE: Paolo Farinella, «Il padre che fu madre». Una lettura moderna della parabola del Figliol Prodigo, Il Segno dei Gabrielli Editori (2010), pp. 306, Euro16,00.

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