Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2010

KENYA 16 MC LUGLIO-AGOSTO 2010 un rinfresco per tutti,mentre si a- spetta il momento più atteso: la ga- ra di canti e danze, il tiro alla fune e la partita di calcio uomini contro donne. Sotto gli alberi, al fresco dell’om- bra, nel primo pomeriggio, sono davvero in tanti.Un tavolo per la giuria, qualche panca per gli ospiti più illustri, la terra per tutti: lo spet- tacolo comincia,mentre qualche a- dulto, bastoncino in mano, ogni tanto bacchetta i bambini che a on- date riempiono lo spazio di esibi- zione. La gara di canto e danza si svolge tra le varie piccole comunità cristiane della parrocchia. Ce ne so- no una ventina, sparse qua e là; por- tano nomi di santi: Bernardette,Te- resa d’Avila,Maria Goretti,Maria Maddalena, Francesco, Carlo Lwan- ga, Allamano e molti altri. Canti e danze si alternano su due filoni: tra- dizionale (samburu o turkana) e moderno (inglese o kiswahili, prefe- riti dai giovani). Per l’occasione si in- dossano gli ornamenti migliori e gli abiti di pelle tradizionali.Qualche comunità riesce perfino a coinvol- gere gli uomini, giovani e anziani. Il tutto è dedicato inequivocabilmen- te solo a lei, la Mamma Consolata. Non importa la polvere sollevata, il sudore, la calura: ogni gruppo dà il meglio di sé. Avverto un po’di maretta al mo- mento della premiazione.Ci sono mugugni. Sembra si siano fatte pre- ferenze tribali nel dare i punteggi. Il rischio è rovinare una bella festa di unità e famiglia. Loyangallani non è immune dalle tensioni etniche che condizionano da anni la vita della regione. Perfino gli inermi Ol Molo sono stati attaccati e depredati delle loro poche capre da razziatori Gab- bra. La convivenza tra Samburu e Turkana non è idilliaca.Ma nella chiesa si lavora molto per l’unità, il dialogo, l’incontro. Le piccole comu- nità cristiane sono il luogo privile- giato di questa esperienza di comu- nione e famiglia.Ma quante diffi- coltà e diffidenze da superare! La tensione viene sciolta con una decisione salomonica, proclamando due gruppi vincitori ex - equo. La fe- sta può continuare.Tre sono le gare ancora da fare: una partita a calcio uomini contro donne, il tiro alla fune e la partita dei giovani.Qui non ci sono questioni tribali. Le squadre so- no un bel miscuglio di tribù. Nel cal- cio gli uomini battono le donne di misura, 1 a 0,ma sono stracciati dalle donne nel tiro alla fune! Segue poi la partita di calcio dei giovani, più tec- nici ed eleganti nel loro gioco. L’ultimo appuntamento è per il ci- nema all’aperto, verso le otto di se- ra, quando è ormai buio pesto ed è anche più fresco.Qui il talento di p. Fabio può sfogarsi: un generatore, un computer, un video proiettore e due altoparlanti trasformano l’area attorno alla chiesa in una sala di pri- ma classe piena di spettatori soddi- sfatti. Qualche spezzone educativo, un po’di musica religiosa e poi un sano Indiana Jones tengono tutti in- collati allo schermo. La preghiera della sera con bene- dizione finale conclude il tutto. È stata davvero una festa di famiglia, un tributo alla Mamma Consolata, dove si è ancora una volta speri- mentato che l’unione e la fraternità sono dono di Dio, un dono custodi- to in fragili vasi, sempre a rischio di rottura. Loyangallani non è un po- sto «dimenticato da Dio!». ■ Sopra, a sinistra: l’accesa e polverosa gara di tiro alla fune vinta dalle donne. Sopra: P . Andrew Ndirangu, il parroco, e, alla sue spalle in piedi, P . Fabio Chaparro, viceparroco, se- guono attentamente le varie gare. A sinistra: tutti felici dopo la divertente partita tra uomini e donne, giocata nel sole infuocato.

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