Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2010
KENYA 12 MC LUGLIO-AGOSTO 2010 te nel 1967. L’inizio fu drammatico, segnato come fu dall’uccisione da parte di predoni di p.Michele Stallo- ne e di un autista italiano il cui cor- po fu ritrovato più tardi nelle pie- traie. Favorito dalla presenza di ab- bondanti sorgenti di acqua calda e potabile, Loyangallani è diventato un centro amministrativo, scolasti- co, commerciale e turistico, a cui fanno riferimento i numerosi pasto- ri nomadi Turkana, Samburu, Gab- bra e la minuscola tribù di pescatori Ol Molo.Nell’area si sono stabiliti anche dei Luo, famosi per la loro a- bilità di pescatori. I missionari han- no investito in acqua, asili e scuole, mentre hanno seguito i nomadi nei loro movimenti o incontrati nei tra- dizionali punti di abbeverata. Fino a fine anni ‘80 il villaggio era piccolo, ma l’area da coprire immensa e sen- za strade. I disagi della comunica- zione, l’isolamento, la durezza del- l’ambiente, il calore, il vento, l’insicu- rezza erano tutti fattori che facevano (e fanno) di Loyangallani una missione unica.Qui vi hanno la- vorato con grande dedizione e sa- crificio molti missionari e missiona- rie della Consolata, tra cui p. Achille Da Ros, appassionato studioso delle culture locali,morto a Torino nel febbraio 2010. Alla fine degli anni Novanta l’insi- curezza e le ten- sioni tribali han- no moltiplica- to gli abitanti stabili del villaggio, non più poche centinaia,ma ormai migliaia, stabi- lizzati in insediamenti poverissimi dove la maggioranza sono donne e bambini. La missione è nascosta nel verde: palme, acacie, canne e bambù crea- no un ambiente paradisiaco.Dopo ore di sole, sassi e vento è proprio quel che ci vuole. All’ombra si ha persino un’illusione di fresco ( si fa per dire a oltre 35°! ) e si ringrazia il vento, on- nipresente, che rende il calore più sopporta- bile. Guai quando il vento cessa, sono ore di intensa ca- lura e afa. È in questo contesto, aggra- vato da due anni di siccità, che arrivo a Loyangallani alla vigilia della festa della Consolata, nor- malmente celebrata in tutto il mondo il 20 giugno. Il parroco è p. Andrew Ndirangu, un mis- sionario della Consolata origina- rio di Wamagana nel Nyeri, assistito da p. Fabio Miguel Chaparro, un sa- cerdote della diocesi di Tunja in Co- lombia, aggregato ai missionari del- la Consolata, che allo zelo pastorale unisce una buona manualità che lo aiuta a districarsi tra motori, fili e tu- bi vari ( una qualità da non sottovalu- tare in un luogo così isolato ). C’è an- che una comunità di suore della Consolata che oltre alla evangeliz- zazione si occupano specificamen- te di salute ed educazione. L’asilo: quelli della prima e seconda ora Essendo ampiamente in anticipo sulla festa, ne approfitto per curio- sare. Alle porte della missione c’è il bel dispensario ( ne è responsabile sr. Maria Antonia Pira,missionaria di o- rigine sarda ) e subito dopo l’asilo. Calcolo bene i tempi ed arrivo all’a- silo durante il primo intervallo mat- tutino. È il tempo dei giochi e del pasto. Una turba rosso e blu di bam- bini belli, vispi e dagli occhi intelli- genti, gioca allegra sulla sabbia in- fuocata, sfruttando ogni scampolo d’ombra offerto dalle molte palme nell’ampio cortile. Al solito, la pre- senza di un forestiero con macchina fotografica elettrifica i bambini, che scoppiano poi in grandi risate quando – benedette le macchine digitali – possono rivedersi all’istan- te. Ma l’interesse svanisce di colpo quando comincia la distribuzione della colazione ( che è pranzo e an- che cena per molti bambini ). Rapidamente e disciplinatamente allineati, ognuno con la sua bella ciotola di alluminio o acciaio inma- no, impazienti quel tanto che basta senza essere prepotenti, i bambini ricevono un’abbondante mestolata di uji ( latte, farina di miglio/soia/gra- no e zucchero ) che fanno sparire in un batter d’occhio anche senza l’aiuto di stoviglie. Finita la lunga fila dei regolari, ecco avanzano gli irre- golari. Da dietro una rete esce una Dall’alto in senso orario: bambini «regolari» dell’asilo; sr.Maria Antonia Pira, responsabile del dispensario; bambini di uno degli asili di periferia con sr. Guendalina Saba; quelli dell’ul- tima ora, e Rose (non è il suo vero nome) felicissima di saper leggere.
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