Missioni Consolata - Maggio/Giugno 2010
58 MC MAGGIO-GIUGNO 2010 Mediamente L E PAROLE DI M EDIAMENTE Ambiente / spazio / architettura / ecologia / rifiuti terra / amore / autenticità / originalità / tradizioni I SITI DEGLI EDITORI • www.editricelarosa.it • www.garzanti.it / gruppo Mauri Spagnol: www.maurispagnol.it • www.infinitoedizioni.it • www.edizioniambiente.it Speciale Ambiente Fuori dal coro Architettura italiana in Eritrea Anna Godio, La Rosa editrice, 2008 – Euro 50,00 Premessa Un libro sull’architettura in uno speciale sull’ambiente non è una scelta a caso. L’architettura modifica, organizza e plasma lo spazio che ci circonda. Solo una visione attenta del nostro intorno può favorire una prospettiva sostenibile del futuro. «Architettura italiana in Eritrea» è scritto con passione. È un libro vivente perché ha preso anima e corpo il lavoro del- l’intraprendente autrice e architetto professionista. L’opera è frutto dell’esperienza quadriennale di Anna Godio in Eritrea, dove ricerche bibliografiche e lavoro sul campo sono stati compiuti all’unisono. Con impostazione rigorosa ma brillante e originale, il libro ripercorre le manifestazioni architettoniche che hanno segnato il periodo coloniale italiano dal 1882 al 1941. Una prima parte illustra i progetti di pianificazione di Asmara e di Massaia e di centri minori come Agordat con il mercato multietnico, Cheren, affascinante città giardino, e Decamare, un piccolo gioiello dall’a- spetto modernista. Sui centri minori non esistevano testi attuali e, soprattutto per Decamare, il lavoro della Godio è un’esclusiva. Un libro per tutti, bello anche solo da sfogliare per la quantità di fotografie. Conoscere meglio il passato per orientare un recupero sostenibile di strutture che possono avere ancora un loro futuro ne è il fulcro. I monumenti parlano, raccontano e trasudano fatica e gloria. Ieri come oggi. Questo è il libro di Anna Godio: autentico, puntuale nelle descrizioni, imprevedibile e di grande respiro internazionale. Non a caso è stato presentato nel giugno 2008 al XXIII Congresso mondiale di Architettura a Torino e, nell’ottobre del medesimo anno, presso il Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, alla presenza dell’ambasciatore italiano e di quello eritreo. ( Per informazioni contattare: agodio@libero.it ) «Diamoci del tu»: botta e risposta con l’autore Nascita ed evoluzione di un libro-esperienza. Raccontaci… «Il mio approccio è stato quello inizialmente di un viaggio e di un’esplorazione all’interno di un paese, dei suoi con- notati urbanistici e architettonici ma anche sociali e umani.Molte delle foto sono state scattate in questo primo pe- riodo di scoperta e tutta la galleria fotografica è assolutamente autentica e originale, senza alcun tipo di elaborazione successiva.Tornata in Italia ho avvertito il desiderio di ripartire per l’ Eritrea, dando vita a un vero progetto. L’occasione mi è stata data con la possibilità di fare la consulente, dal 2001 al 2005, presso il Carp di Asmara – Cultural Assets Rehabilitation Project - in progetti di restauro e riqualificazione del patrimonio architettonico eritreo». Un progetto concluso o in continuomovimento? «Dal 2006 esiste una mostra itinerante su Asmara. La prima tappa è stata Berlino, a cui si sono già succedute più di 12 città. Essere stata spettatrice alla mostra ha significato la prima nota sul percorso dell’intero progetto e mi è servita anche come tempistica, per concludere il tutto e presentare il libro al congresso mondiale di architettura del 2008. Trovo interessante l’associazione tra l’esistenza della mostra e quella del libro. Non solo una pubblicazione chiusa in libreria ma viaggiante e vivente, fruibile a tutti, in ogni parte del mondo». Passato e presente.Quale valore in questa eredità architettonica? Innanzitutto il mio lavoro fa scoprire al lettore il recupero di una fetta di storia del nostro paese con il merito di coloro che hanno osato sperimentare in maniera originale, viva ed efficace, l’architettura in Eritrea. Pionieri, architetti, inge- gneri e costruttori: uomini che meritano di essere ricordati perché l’eredità architettonica è anche tradizione,memo- ria preziosa di storie e testimonianze in un territorio.
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