Missioni Consolata - Maggio/Giugno 2010

piuttosto a guadagnare gli animi dei cinesi, a muoverli con la buona vita ed esemplare a quello che né con la lingua potevano, né il tempo gli da- va agio di fare». Il primo battesimo (1583) è frutto proprio della carità verso un povero da tutti abbandonato perché colpi- to da unmale incurabile: egli acco- glie la fede cristiana, come racconta padre Ricci, «parendogli che non po- tesse esser se non vera quella reli- gione che insegnava a fare tali ope- re di carità». L’anno seguente è la volta di un mercante e un letterato del Fujian, battezzato col nome di Paolo, il qua- le aiuta padre Ruggeri a mettere in buon cinese un breve catechismo, primo libro stampato da stranieri in Cina; la tiratura di 1.200 copie è se- guita da varie ristampe.Nel 1585 i cristiani sono 19; l’anno seguente se ne aggiungono altri 17. Lentamente, la comunità cresce, grazie anche al- l’arrivo di altri gesuiti. Ma non è tutto rose e fiori. La mis- sione a Zhaoqing incontra anche as- salti e sassaiole, insulti, calunnie e denunce in tribunale.Nel 1589 i mis- sionari sono costretti a lasciare Zhaoqing: il nuovo governatore si è invaghito della loro casa in stile eu- ropeo, diventata una meraviglia cit- tadina. La vuole a tutti i costi. Ricci e compagni salutano gli 80 cristiani e partono per Canton.Ma il governa- tore li fa chiamare, dicendo loro che non vuole cacciarli,ma solomandar- li in un’altra città. A padre Ricci non sembra vero: chiede di stabilirsi a Shaozhu, città più popolosa e più all’interno della Cina, dove fonda la seconda missio- ne, con casa e chiesa, in stile cinese questa volta.Anche qui il Ricci ri- prende a contattare l’ élite del luogo. Stringe amicizia con lo studioso confuciano ChuT’ai-su, a cui inse- gna i principi fondamentali di mate- matica, il che gli apre ulteriormente le porte dell’alta società cinese, i cir- coli dei mandarini e dei più influenti funzionari imperiali. Ma anche qui successi e difficoltà s’intrecciano come a Zhaoqing: in- sulti, calunnie, furti... I missionari rea- giscono perdonando e interceden- do per i colpevoli: un comporta- mento cristiano che suscita non poca ammirazione presso i manda- rini e anche varie conversioni, che costituiscono una vivace comunità cristiana. Nella lunga marcia di farsi sempre più cinese con i cinesi, traduce il suo nome: Li Madou, Li sta per Ricci (mancando la R in cinese) e Madou è la pronuncia più vicina a Matteo.Gli ammiratori gli danno un cognome: Xitai, che significa «Maestro del grande Occidente». E per presentar- si come «saggio dell’Occidente» tra i dotti cinesi, depone gli abiti da bon- zo, categoria poco apprezzata a tutti i livelli della società cinese, e indossa quelli del letterato, come racconta lui stesso: «Avendo esperienza di questa terra, so che per fare qualche frutto è necessario andare grave- mente e con autorità; quindi parten- do da Shaozhumi feci una veste di seta per le visite solenni e altre per le ordinarie.Quella delle solenni, usata dai letterati e dai principali, è di seta paonazza scura con le maniche mol- to larghe...Mi lasciai crescere la bar- ba... e divulgai la notizia di essere teologo, predicatore e letterato...Co- minciai a vestire i servitori di lungo, a uscire di casa in portantina come u- savano i personaggi più ragguarde- voli, accompagnato da due o tre ser- vitori». Ma Shaozhu non è salubre: due giovani confratelli, che il Ricci è riu- scito a farsi mandare da Macao, i pa- dri De Almeida e De Petris, vengono MISSIONI CONSOLATA Cinese tra i cinesi Padre Ricci sbarca a Macao il 7 a- gosto 1582 e si immerge immedia- tamente nello studio della lingua e letteratura cinese. I due missionari progettano piani su piani per entra- re ed evangelizzare la Cina.Dopo va- ri tentativi, distribuendo qualche mancia e suscitando la curiosità con orologi e altri oggetti meccanici, rie- scono a farsi ricevere daWang Pang, governatore di Zhaoqing. Testa rasata e vestiti da bonzi, i due missionari si presentano come religiosi buddisti e sono ricevuti con «molta benignità» come racconta lo stesso Ricci; interrogati sulla loro i- dentità e che cosa vogliono, essi ri- spondono che «sono religiosi, venu- ti attratti dalla fama del buon gover- no della Cina, e solo desiderano un luogo dove poter fare una casetta e una chiesuola, servendo fino alla morte al loro Dio». Il permesso viene accordato. Il 10 settembre 1583 Ricci e Ruggeri en- trano a Zhaoqing e fondano la mis- sione, costruendo in stile europeo una casa a due piani e una chiesetta dedicata alla Madonna, col titolo di «Fior dei Santi». I due stranieri destano subito l’at- tenzione, grazie anche agli oggetti portati dall’Europa: libri rilegati, un mappamondo, stampe di città, pri- smi di Venezia che riflettono i colori dell’iride, strumenti musicali,meri- diane e orologi grandi e piccoli che suonano le ore, quadri occidentali con il senso della prospettiva, sco- nosciuta fino allora agli artisti cinesi. Essi spendono buona parte della giornata a illustrare l’uso e funziona- mento degli oggetti, stringendo così relazioni con gli intellettuali del luo- go e facendosi una buona fama in tutta la regione. Essendo Zhaoqing capitale della provincia del Guang- dong-Guangxi, molti mandarini (funzionari-letterati), giudici,magi- strati, autorità militari, notabili e in- tellettuali che vengono a trattare con il governatore, ne approfittano per visitare i due stranieri. Le conversazioni scientifiche pre- parano la strada all’annuncio del vangelo. Più che di parole, la predi- cazione è fatta di amabilità e carità. Prima «di predicare apertamente la nostra legge», scriverà alla fine della vita «i nostri padri si impegnavano MC MAGGIO-GIUGNO 2010 53 Ritratto di Confucio. Nel 1583 Ricci e Ruggeri ottengono il permesso per entrare in Cina e fondano la prima missione.

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