Missioni Consolata - Maggio/Giugno 2010
P ura coincidenza o disegno su- periore? Due mesi prima che la morte arrestasse Francesco Sa- verio davanti alle coste della Cina, a migliaia di chilometri di distanza era nato Matteo Ricci, destinato a realiz- zare il suo progetto con quei requisi- ti che il grande missionario riteneva indispensabili per evangelizzare il popolo cinese.Nella sua esperienza in Giappone il Saverio aveva consta- tato come i giapponesi dipendesse- ro culturalmente dalla Cina, tanto da non ritenere vera una religione che non fosse stata prima accolta dai ci- nesi. Per questo aveva scritto a Igna- zio di Loyola che vi mandasse con urgenza dei missionari,ma doveva- no essere persone molto preparate, soprattutto in filosofia e astronomia. Missionariononper caso Nato a Macerata il 6 ottobre 1552, primogenito di 12 figli di una fami- glia patrizia,Matteo Ricci è tra i primi alunni del collegio che i gesuiti han- no appena aperto nella cittadina marchigiana: qui fa il primo incontro con l’Oriente e rimane affascinato dai racconti delle imprese missiona- rie dei figli di sant’Ignazio. Altrettanto affascinante per la sua curiosità e voglia di sapere è l’impre- sa iniziata proprio in quegli anni (1568-70) dai fratelli Ranieri: il mon- taggio sulla torre civica di Macerata di un orologiomeccanico, simile a quello dei Mori di Venezia. Il giovane Matteo non lo vedrà mai in funzio- ne, ma quelle manovre di montare ruote e leve, pesi e contrappesi, in- I GRANDI MISSIONARI di Benedetto Bellesi Padre Matteo Ricci, a 400 anni dalla sua morte Ponte tra Occidente e Oriente, primo sinologo europeo, pioniere del dialogo tra le culture, genio dell’inculturazione, gigante della fede e amicizia tra i popoli... a 400 anni dalla morte, Matteo Ricci, Li Madou per i cinesi, rimane una figura di grande attualità: più che al passato, il suo pensiero e la sua poliedrica azione missionaria sono legati al futuro della chiesa e dell’umanità. LA LUNGAMARCIA DI LI MADOU
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