Missioni Consolata - Maggio/Giugno 2010
MISSIONI CONSOLATA l’incontro con una persona di un partito, può essere malvisto.Così tal- volta sono relazioni un po’nascoste. In terzo luogo, a livello collettivo, la conferenza episcopale deve inter- pellare la società, dire se ci sono co- se che vannomale, errori in questo e in quello.Noi in Mozambico faccia- mo questo in ogni pastorale. Lo stia- mo facendo già da oltre 20 anni. È un approccio più duro, critico del si- stema. Quando facciamo una lettera pa- storale, e denunciamo qualcosa il si- stema si sente attaccato, offeso.Allo- ra si difende. È un approccio diffe- rente. La denuncia pubblica talvolta è necessaria. Perché parlare a livello singolo, informale, non sempre ser- ve». Che spazio ha la donna nella chiesa del Mozambico? «A livello politico e sociale, il Mo- zambico è un paese di avanguardia per quanto riguarda il ruolo delle donne.Molte occupano posti di go- verno e dirigenza.Lo stesso primo ministro è una donna (vedi MC gen- naio 2009, ndr ).Ma è un cammino ap- pena iniziato,da continuare. Nella chiesa il processo è in corso. Abbiamo diverse donne leader ,come responsabili di comunità.All’inizio non è stato facile per lamentalità a- fricana, avere una donna al coman- do. E stanno andando anchemolto bene.Molte donne sonoministre di vari ministeri,comunione, infermi, ecc. (si veda, sulla chiesaministeriale inMozambico,MC giugno 2009, ndr ). Sono capaci di gestire un’assemblea. Anche nel campo della catechesi, lamaggioranza sono donne.È un processo continuo.È un lavoro per- manente». Cosa state facendo per tradurre nella realtà i lavori del recente si- nodo per l’Africa? «Lavorare sul tema“riconciliazio- ne, giustizia e pace”per noi non è stato solo un orientamento,ma la conferma di un cammino che stia- mo facendo, in particolare in questo momento. Le nostre commissioni“giustizia e pace”sono operative, stanno lavo- rando, formano gli attivisti, che poi assumono ed esercitano il loro ruolo di vigilanti della giustizia e della pa- ce. Facciamo seminari e incontri per questo. Cerchiamo persone autonome, disponibili, libere, che non hanno al- tri ministeri.Nei luoghi in cui vivono, nella parrocchia, osservano e infor- mano il parroco, il vescovo, se ci so- no violazioni. Abbiamo organizzazioni di don- ne, che noi formiamo, affinché assu- mano il loro ruolo e siano attenti. Questomovimento è a livello nazio- nale, dovrebbe realizzarsi in ogni diocesi del Mozambico. Stiamo an- che traducendo il messaggio del si- nodo in lingue locali e faremo un volantino da dare alla gente.Diven- ta una formazione permanente per i fedeli.Quando l’esortazione arriverà (documento post-sinodale del Papa, ndr .), continueremo la divulgazione del messaggio. L’esortazione è un li- bro grande.Ma si utilizzerà nei semi- nari. Sarà compresa nella dottrina sociale della chiesa. Il sinodo ha toccato aspetti molto concreti, reali: parlando di corruzio- ne, stati totalitari, ecc.Non è lontano dal popolo perché ha abbordato i problemi propri del popolo». ■ MC MAGGIO-GIUGNO 2010 49 Sopra: la piazza della cattedrale di Inhambane (sullo sfondo l’antica cattedrale). A fianco: processione in commemorazione dei martiri di Guiúa.
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