Missioni Consolata - Maggio/Giugno 2010
48 MC MAGGIO-GIUGNO 2010 VESCOVI D’AFRICA/3 ha lavorato, nella fase della pacifica- zione, formando attivisti, che potes- sero accompagnare il popolo: rifu- giati, ex ribelli, disadattati. Iniziarono a operare nelle basi della ribellione, prima di entrare nei villaggi, dove il lavoro continuò. Per lavorare con un popolo diviso dalla guerra occorre lavorare con entrambe le parti, affinché possano reincontrarsi, senza tensioni, senza spirito di vendetta. Questo è un ser- vizio che la chiesa deve e può con- tinuare a fare. Non è facile. E occor- re avere l’accordo di entrambe le parti». Chi vince in politica può poi controllare le risorse del paese. Come fare per influenzare i politi- ci cattolici affinché siano al servi- zio della società, invece di attuare politiche di rapina? «L’opera della chiesa deve essere a diversi livelli. Il primo è formare le persone. Educare allo spirito di inte- grità morale. E questo comincia nel- la famiglia,ma anche nelle scuole. I giovani possono crescere con que- sto spirito. Un secondo livello è con gli adulti già impegnati: funzionari, dirigenti. È necessario abbordarli, e accettare di avere una prossimità anche con i politici.Nella mia città, devo avere accesso a parlare con il governatore, con i direttori delle istituzioni. Poter conversare con loro in ambiente ri- lassato, per far passare dei messag- gi. Loro, in un ambiente informale, sonomeno sulla difensiva.Certo c’è una difficoltà nell’incontro persona- le. Nei nostri regimi, un po’ totalitari, Scene di mercato a Guiúa, località dove ha sede il centro di formazione per catechisti.
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