Missioni Consolata - Maggio/Giugno 2010
DOSSIER 40 MC MAGGIO-GIUGNO 2010 Fu colui che ebbe il compito di gestire ed organizzare vari viaggi del papa in Messico. Fu anche uno degli artefici del ristabilimento del- le relazioni diplomatiche tra il go- verno messicano e la Santa sede. Per molti osservatori, questo fatto faceva di Prigione un candidato na- turale alla nomina cardinalizia. Tut- tavia, alcuni grandi scandali, anche a livello morale, troncarono le sue ambizioni e la sua carriera politica, nell’ottica che «la Chiesa perdona ma non dimentica». Senza dubbio, il suo influsso continuò anche dopo aver lasciato il paese. Carlos Fazio, scrittore e giornalista specializzato in temati- che che riguardano la Chiesa mes- sicana, vede l’ombra dell’ex nun- zio in una decisione che riguardò il processo pastorale di San Cri- stobal de las Casas: la rimozione di mons. Raul Vera. Il vescovo, già collaboratore di don Samuel Ruiz, fu inviato a Saltillo, diocesi del nord. L’ipotesi di Fazio tiene un suo fondamento: negli ultimi anni della sua gestione, Prigione tentò più di una volta di destituire don Samuel da vescovo di San Cristo- bal de las Casas. Le sue intenzioni non si concretizzarono a causa del- la forte pressione dell’opinione pubblica. La Chiesa messicana in tempi di guerra Facciamo un salto nel tempo per arrivare ad uno dei problemi più drammatici del Messico contem- poraneo: la violenza. Secondo le ci- fre in possesso delle agenzie di no- tizie e dei mezzi di comunicazione sociale (incluso l’Osservatore ro- mano ) dal 2006 ad oggi in Messi- co più di 15.000 persone sono morte in maniera violenta. Si trat- ta di una cifra superiore a quella di molti paesi che si trovano in situa- zione di guerra dichiarata. Nella maggior parte dei casi la causa di queste morti sono stati le lotte tra i cartelli della droga, i regolamenti di conti e la lotta delle forze del- l’ordine contro il narcotraffico e il crimine organizzato. Anche in questo caso c’èqualco- sa da dire. La gente povera e sem- plice ha sempre aspettato una pa- rola chiara e profetica dalla Chie- sa, solo che essa tardava o veniva somministrata con il contagocce e in maniera timida. I motivi non mancano: mettersi contro i signo- ri della droga e del crimine orga- nizzato spesso si paga con la pro- pria vita. Fortunatamente, dopo una de- cade perduta, la Conferenza del- l’episcopatomessicano ha appena pubblicato un documento di 116 pagine titolato « Que en Cristo nue- stra paz, México tenga vida digna » (Che in Cristo nostra pace, Messi- co abbia vita degna). In esso i ve- scovi analizzano con lucidità il pro- blema dell’insicurezza e della vio- lenza in Messico. Affrontano questa complessa realtà alla luce del vangelo e della dottrina socia- le e, da ultimo, incoraggiano la promozione dello sviluppo come cammino per costruire una pace vera. Chissà se il valore più grande di questo scritto e della sollecitu- dine pastorale che lo origina è la disponibilità dei vescovi a porsi «al servizio della riconciliazione, of- frendo - come si legge nel docu- mento - non soltanto la nostra ri- flessione, ma anche la nostra vo- lontà di camminare con tutti i cattolici e con tutti gli uomini e le donne di buona volontà alla ricer- ca del cielo nuovo e della terra nuo- va a cui tutti noi aneliamo» (n. 258) (12). Il futuro del paradosso Armando Garcia Chiang, già pri- ma citato, afferma che «La consi- derazione del Messico come uno dei paesi più laici del continente può essere interpretata come un paradosso se si considera che in esso la religione in generale, e la religione cattolica in particolare, ha sempre svolto un ruolo centrale nella vita della nazione». A volo di uccello abbiamo realiz- zato un viaggio per cercare di ca- pire questa interessante realtà del- la Chiesa messicana. Una storia con momenti gloriosi e momenti oscuri. Una storia tanto complessa e paradossale che una persona po- trebbe chiedersi se, in quel paese latinoamericano, la Chiesa cattoli- ca stia vivendo la propria genesi o, al contrario, sia incamminata ver- so il proprio tramonto. N OTE : (1) Juan Rulfo (1917-1986), José Re- vueltas (1914-1976), Rosario Ca- stellanos (1925-1974), Francisco Rojas Gonzales (1903-1951), Ramón Rubín (1912-vivente), Juan José Ar- reola (1918-2001), Octavio Paz (1914-1998) sono tutti scrittori mes- sicani. (2) La Riforma ebbe formalmente ini- zio nel 1517. La Controriforma partì con il Concilio di Trento, che si ten- ne dal 1545 al 1563. (3) Nome azteco della Valle del Mes- sico, più o meno corrispondente al- l’odierno Distretto federale. (4) Secondo il racconto tradizionale, Maria apparve a Juan Diego Cuauh- tlatoatzin, un azteco convertito al cristianesimo, sulla collina del Te- peyac a nord di Città del Messico, più volte tra il 9 e il 12 dicembre 1531. (5) Denominazione originale del te- sto base delle apparizioni a Tepeyac. (6) Si tratta di una serie di leggi - emanate dai governi messicani tra il 1855 e il 1860 - per separare la Chie- sa dallo Stato e per limitare il pote- re della Chiesa. (7) Miguel Agustin Pro, sacerdote ge- suita, è stato beatificato da Giovan- ni Paolo II il 25 settembre del 1988. (8) In«Revistaelectrónicadegeografía y ciencias sociales», 1 luglio 2004. (9) Marcial Maciel, 1920-2008. (10)Nellaedizionedigitaledi «Filosofia diversa»: www.filosoficas.unam.mx . (11) Juan Jesus Posadas Ocampo venne assassinato il 24 maggio 1993 all'età di 66 anni, nel parcheg- gio del Guadalajara International Air- port. La sua automobile fu crivellata con 14 colpi di pistola. Si scoprì in seguito che i mandanti dell'omicidio erano Juan Francisco Murillo Díaz (El Güero Jaibo) e Édgar Nicolás Villegas (El Negro), membri di spicco del Car- tello di Tijuana. L’assassinio del car- dinale venne ordinato per fermare la sua lotta contro il narcotraffico. (12) La esortazione pastorale dell’e- piscopatomessicanopuò essere letta e scaricata al seguente sito internet: http://www.caritas.tv/nuestrapaz/. San Cristobal de las Casas, Chiapas: sulla cattedrale - in alto, a sinistra - si intravvede un poster di Samuel Ruiz.
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