Missioni Consolata - Maggio/Giugno 2010
MISSIONI CONSOLATA MC MAGGIO-GIUGNO 2010 39 ti religiosi indipendenti e di altri culti paralleli è in considerevole crescita. A parte questo, alla Chiesa man- ca un’analisi seria ed una pastora- le praticabile ed effettiva se desi- dera uscire rafforzata o, perlome- no, non vuole continuare a perdere terreno. La sua analisi è molte vol- te superficiale o ingenua e manca di una sincera autocritica per rico- noscere la sua parte di colpa in ciò che sta succedendo. Tra le cause del raffreddamento della fede e delle diserzioni, c’èda mettere la scarsa evangelizzazio- ne e la sacramentalizzazione. In questo caso ci sono casi di auten- tica simonia. A tutto ciò si aggiun- gono alcuni scandali di vario tipo (abusi sessuali, accettazione di of- ferte provenienti dai narco, carrie- rismo,…). Forse il più conosciuto è quello che riguarda Marcial Maciel (9), fondatore dei Legionari di Cri- sto , un’autentica bomba a tempo. Il problema non è soltanto di ordi- ne morale. Le scelte teologiche e pastorali del movimento, il suo ter- ribile conservatorismo e la sua op- zione per le classi più agiate dan- neggiano la credibilità della Chie- sa. Fino a non molto tempo fa la congregazione e il suo ramo laico ( Regnum Christi ) godevano di in- numerevoli privilegi ed erano pro- tetti da importanti esponenti cat- tolici, vicini agli ultimi due papi. Una situazione che rendeva i le- gionari quasi invulnerabili. Ma la loro sorte e i tempi sono cambiati. Abituati all’impunità, a stare sulla cresta dell’onda, attraversano ora un brutto momento. Essi, come molti organismi ecclesiali, si sono dimostrati come idoli dai piedi d’argilla. Al fianco degli ultimi: i profeti (bastonati) Lo studioso Alejandro Tomasini Bassols ha pubblicato recente- mente uno studio titolato «La reli- gione in Messico: 1960-2010» (10). All’inizio del suo lavoro, To- masini afferma che «la religione è un fenomeno complesso, che com- prende tutta una varietà di dimen- sioni e di forme di vita, tanto indi- viduali come collettive». Riconosce inoltre che «in relazione agli inte- ressi teorici che si perseguono, può essere studiata come qualco- sa di autoreferenziale, complessa, senza per questo dover esaminare le sue connessioni con altri feno- meni umani, egualmente com- plessi, come l’arte, la politica o la scienza». In questo contesto occorre capi- re cosa succede alla Chiesa messi- cana negli ultimi decenni. Special- mente per quel che concerne l’impattoche su di essa ha avuto il Vaticano II e le conferenze dell’epi- scopato latinoamericano celebrate a Medellín (1968), Puebla (1979), Santo Domingo (1992), Aparecida (2007). Questi sono stati avveni- menti che segnarono (e continua- no a segnare) il cammino della Chiesa nel continente e, di conse- guenza, in Messico. A partire da Medellín, alcune per- sonalità e settori della Chiesa in Messico assunsero un ruolo profe- tico. Pastori come Sergio Méndez Arceo, Samuel Ruiz, Bartolomé Carrasco, Arturo Lona, José Llagu- no, Raúl Vera, tra gli altri, tentaro- no di applicare le decisioni del Va- ticano II e di Medellín. Il loro impe- gno con i più poveri e sfruttati del paese li spinse a pagare di perso- na. Don Samuel Ruiz e don Arturo Lona furono oggetto di attentati, dai quali fortunatamente uscirono vivi, mentre vari altri furono og- getto di campagne ingiuriose. Grazie all’impegnodi pastori co- me questi, nelle diocesi di Cuerna- vaca, San Cristóbal de las Casas, Tehuantepec, Oaxaca, Ciudad Guzmán, Saltillo e nella stessa ar- cidiocesi di Città del Messico nac- quero una gran quantità di comu- nità ecclesiastiche di base. Si visse un’autentica«ecclesiogenesi», per dirla con le parole del teologo Leo- nardo Boff. Questo movimento fu accompa- gnato da una corrente di pensiero legata alla Teologia della liberazio- ne che ebbe tra i suoi gestori e pro- motori Sergio Méndez Arceo, Raúl Vidal, José Porfirio Miranda, Miguel Concha Malo, Roberto Oliveros, Luis G. Valle e molti altri. Sfortunatamente a questo grup- po di profeti e pastori fece seguito una serie di vescovi conservatori, nominati in maggioranza durante i 19 anni che durò la gestione del delegato apostolico (in seguito nunzio) Girolamo Prigione. Le qua- si due decadi della sua gestione fu- rono caratterizzate da una batta- glia frontale contro la Teologia del- la liberazione e contro le scelte pastorali delle chiese e dei pastori più impegnati con i poveri. Alli- neato con il potere politico, Prigio- ne fu una figura molto chiacchie- rata, soprattutto nel momento del- l’assassinio del cardinale Juan Jesus Posadas, arcivescovo di Gua- dalajara (11). In aperto contrasto con coloro che consideravano quella morte come un crimine di stato, incluso lo stesso Juan San- doval, successore di Posadas, Pri- gione accettò senza obiezioni la versione ufficiale dei fatti. A destra: una processione in onore della Madonna di Guadalupe, vene- rata in tutto il Messico.
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