Missioni Consolata - Maggio/Giugno 2010
MISSIONI CONSOLATA MC MAGGIO-GIUGNO 2010 37 re, Signora, Ragazza, per favore di- spensami: con dolore affliggerei il tuo volto, il tuo cuore; finirei con il cadere nella tua collera e nel tuo di- sgusto, Signora, padrona mia». Da parte sua, il racconto delle ap- parizioni (il « Nican Mopohua ») (5) rappresenta un modello di teolo- gia narrativa e di inculturazione del vangelo. La sua chiave di lettu- ra sono le domande che la Vergine rivolge a Juan Diego e con lui a tut- to il popolo messicano: «Non sono io qui che sono tua Madre? Non stai tu sotto la mia ombra? Non so- no io la tua salvezza? Non stai per fortuna nel mio grembo? Di che al- tro hai bisogno?». Più tardi, quando si cominciò la lotta per l’indipendenza, sacerdoti conosciuti e compromessi con la gente - come ad esempio Miguel Hidalgo e José M. Morelos - seppe- ro utilizzare il messaggio e la figu- ra di Guadalupe per comunicare fi- ducia al popolo. «Leyes de reforma» e «guerra cristera» Ciò che avvenne dopo l’evento guadalupano, salvo rare eccezioni, è che la Chiesa gerarchica lasciò da parte il suo compromesso con i più poveri per allearsi con il potere e per guadagnare privilegi in campo sociale, politico ed economico. Questa fu una delle ragioni per cui, dopo l’indipendenza, comin- ciò a svilupparsi un movimento che sfociò nella Guerra di riforma. Da questa, a sua volta, emanarono leggi ( Leyes de reforma ) (6), che spogliarono la Chiesa di molti dei suoi privilegi. Ovviamente la Chiesa non rima- se con le braccia conserte: rafforzò la sua alleanza con i gruppi con- servatori per poter rivendicare i di- ritti in pericolo. Questa situazione si tradusse in una ancora maggio- re ostilità da parte dei liberali e rin- vigorì l’attitudine anticlericale. È vero che le leggi di riforma non sempre furono applicate, ma pen- devano come una spada di Damo- cle sulle teste delle gerarchia cat- tolica. La situazione divenne tanto inversione di situazioni: si parte dalla periferia per il centro. Sarà poi la stessa Signora che gli chie- derà di evangelizzare il centro, di andare al palazzo dell’arcivescovo Juan de Zumárraga. Per questo è comprensibile l’opposizione del- l’indio: «Molto ti supplico, Signora mia, Regina, Ragazzina mia, che ad alcuno degli stimati nobili - qualcuno che sia conosciuto, ri- spettato, onorato – tu dia l’incarico di portare il tuo amabile spirito, la tua parola affinché questi venga creduto. Perché in verità io sono un uomo di campagna, sono cordino ( mecapal ), sono scaletta ( parihue- la ), sono coda ( cola ), sono ala ( ov- vero sono niente, ndr ); io stesso ho necessità di essere condotto, non è un luogo dove io possa recarmi e fermarmi là dove mi mandi. Pic- cola Vergine mia, Figlia mia mino- Dicendo questo, non vogliamo rinverdire le leggende nere. In ef- fetti, alla crudeltà dei conquistato- ri e del loro sistema del terrore, si oppose molte volte la carità pa- storale di grandi e santi missiona- ri come Toribio de Benavente («Mo- tolinia»), Bartolomé de las Casas, Vasco de Quiroga («Tata Vasco»). Questi, convertiti davanti al dolo- re dei popoli invasi, furono auten- tici promotori e umanizzatori del- le popolazioni indigene. Ad esse offrirono il meglio del cristianesi- mo e delle sue persone. Nostra Signora di Guadalupe In questo contesto sconcertan- te e doloroso per le popolazioni native, accadde un fenomeno straordinario che cambiò la geo- grafia religiosa del Messico: le ap- parizioni della Vergine di Guadalu- pe all’indio Juan Diego (4). Indi- pendentemente dal modo in cui lo si interpreta, il «fenomeno guada- lupano» è un fatto straordinario; paradigmatico da molti punti di vi- sta. Nel campo della metodologia missionaria, per esempio, rappre- sentò un’autentica rivoluzione co- pernicana. L’indigeno, abituato al- la violenza dei conquistatori, de- motivato e senza speranza, incontra a Guadalupe la manife- stazione dell’amore paterno-ma- terno del «Dio-vero-per il quale si vive». Le etnie e le culture indige- ne soggiogate dalla Conquista ve- dono nell’eventodi Guadalupe una proposta che porta loro dignità e liberazione. Altra novità rispetto alla meto- dologia missionaria è che c’è una A lato: la cattedrale di Città del Mes- sico, iniziata nel 1571, si trova in Pla- za de la Constitución (Zócalo). Sotto, una foto del 1927: la fucilazio- ne del padre Miguel Agustin Pro, vit- tima della «guerra cristera».
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