Missioni Consolata - Maggio/Giugno 2010

MISSIONI CONSOLATA MC MAGGIO-GIUGNO 2010 29 nato delle vittime del narcotraffi- co. Hanno appena fucilato, nel bel mezzo di una festa, 14 adolescen- ti ( 31 gennaio 2010, ndr ). Quattro parole per descrivere il lago di aranciata e sangue, i fori nelle pa- reti, la disperazione degli amici, dei genitori, dei vicini. Qualcuno, nel governo, si affretta a precisare che si trattava di ragazzi la cui dub- bia rispettabilità non faceva presa- gire niente di buono, della serie chi la fa, l’aspetti, ma nella città del nord, Ciudad Juárez, l’aria è irre- spirabile, i militari nelle strade so- no percepiti più come una minac- cia che come una rassicurazione. Troppe armi in giro, per essere un paese in pace; troppe divise, trop- po di tutto, ma soprattutto troppi morti. La fatica di vivere Non passa giorno, allora, che il Presidente – il panista Felipe Cal- derón – non ci ricordi che, no, non ci dobbiamo sorprendere delle di- vise e dei fucili, dei posti di blocco e delle stragi, perché sí, siamo in guerra, una guerra senza quartie- re contro il narcotraffico. Una mon- tagna di morti in tre anni, in un paese dove è impossibile contare tutte le teste mozzate, i genitali evirati, le mani, le gambe; un pae- se fatto letteralmente a pezzi, con i cadaveri fatti sparire nel nulla, i corpi sciolti nell’acido. Tra morti bianche e morti che si possono toccare, vedere e annu- sare, è difficile affermare che que- sto paese non sia in guerra, eppu- re molti – non più moltissimi, pur- troppo – si rifiutano di dar per C ittà del Messico si sveglia la mattina, come tutte le mattine, alle 4. Contrariamente ad ogni pregiudizio europeo, qui la gente dorme poco, ibambini vanno a scuo- la alle 7, si torna a casa tardi, spesso di notte. La gente è stanca, aCittà del Messico; si alza stanca, di una stan- chezza che va più in là del corpo, la supera. È una spossatezza morale propriadi chi nonnepuòpropriopiù, e si affida all’inerzia pur di andare avanti. La radio invade la cucina e, nel gioco disordinato delle finestre ac- cese, comunica il bilancio aggior- La durezza della quotidianità MEXICO, LINDO Y QUERIDO? ltre i luoghi comuni O La corruzione e il populismo della classe politica. La disoccupazione, i lavori informali o un salariomensile pari a 60 euro. Scuole pubbliche in condizioni disastrose. Nella miseria, l’illegalità e la violenza trovano un terreno fertile. Quando si conta un omicidio ogni 48 minuti, significa che la vita è sempre meno sacra. Per tutto questo, oggi il Messico è un paese in guerra (anche se nessuno l’ha dichiarata). Per tutto questo, è essenziale la resistenza e la capacità d’indignarsi degli studenti universitari, delle comunità indigene, delle donne e di tutti i messicani di buona volontà. di Paolo Pagliai Uno striscione polemico: «Cerco la- voro: aiutami a decidere se essere narcotrafficante o delinquente». In alto: il simbolo dell’impresa Luz y Fuerza, chiusa dal governo.

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