Missioni Consolata - Maggio/Giugno 2010
MISSIONI CONSOLATA MC MAGGIO-GIUGNO 2010 27 commercio è la spinta amigrare per chi si ritrova senza la- voro e mezzi di sussistenza. Migliaia di campesinos ab- bandonano le campagnemessicane (e di tutti gli altri pae- si centroamericani) per cercare di attraversare la Frontera norte (vedi articolo a pag. 34-35) , in un punto qualsiasi dei suoi oltre 3.000 chilometri di lunghezza. Attraversare la frontiera con gli Usa è ovviamente illegale: il cosiddetto li- bero mercato permette ed anzi incoraggia le migrazioni dei capitali e delle merci (droga compresa),ma non quel- le degli uomini. Anche la libertà esaltata dai profeti del neoliberismo ha evidentemente dei limiti... Se - come abbiamo visto - il Messico è il paese dell’ingiu- stizia, in occasione del Bicentenario dell’indipendenza, l’au- gurioèche i prossimi anni sianomeno ingiusti dei primi 200. del Nord America ( North american free trade agreement , Nafta o Tratado de libre comercio de América del norte , Tlc) entrato in vigore il 1 gennaio del 1994.Con il Tlc si sono eli- minate le barriere alle importazioni (come i dazi doganali). Come funziona? Come tutti i trattati di libero scambio: a beneficio dei più forti, anche se questo spesso i media non lodiconoe chi lodice viene tacciatodi oscurantismodapo- litici ed economisti.Un esempio concreto.Unproduttore di mais del Kansas,aiutatodalle sovvenzioni del governo cen- trale (circa 150 dollari per ettaro coltivato) (10), esporta il proprio prodotto inMessico. I produttori messicani, soprat- tutto i piccoli, non avendo gli stessi aiuti pubblici, non pos- sono competere con i prezzi più bassi proposti dal produt- tore statunitense (11) equindi vanno fuorimercatoe inbre- ve sono costretti a chiudere. Con un doppio danno per il paese: famiglie che rimangono senza lavoro e sono co- strette ad emigrare (verso le città o verso l’estero) e la per- ditadella sovranità alimentareper lo stato. Secondo la Con- federación nacional campesina (12), nel 2008 il Messico ha importatodagli Usa 9,1milioni di tonnellatedimais e si pre- vede che aumenterà ancoranei prossimi anni.Oggi,nel set- tore agricoltura e dell’allevamento, la dipendenza del Mes- sico dall’estero arriva al 50%. Un dato sorprendente consi- derando la millenaria vocazione agricola del paese. Altra pesantissima conseguenza del Trattato di libero Nome originale: Estados unidos mexicanos, Stati uniti messicani, composti da 31 stati e un distretto federale. Superficie: 1.958. 201 kmq. Capitale: Città del Messico, distretto federale, una delle più grandi metropoli del mondo con i suoi 20 milioni di abitanti. Popolazione: 112 milioni di abitanti; circa 11 milioni di messicani vivono negli Stati Uniti, dove - contando i nati in loco - si arriva alla cifra di 30 milioni di persone. Gruppi etnici: meticci 60%, popolazioni indigene 20%, creoli 20%. Lingue: spagnolo, lingue indigene (62), parlate da circa il 7% della popolazione. Religioni: cattolici 88%, protestanti 5%. Ordinamento politico: repubblica presidenziale. Indipendenza: già colonia spa- gnola, il paese è indipendente dal 1821, epoca in cui il territo- rio era più vasto, con territori poi passati agli Stati Uniti. Capo di stato e governo: Felipe Calderón del Pan (Partito d’azione nazionale, destra) dal luglio 2006, dopo elezioni peral- tro contestatissime. Partiti politici principali: Partido acción nacional (Pan) di destra, Partido revolucionario institu- cional (Pri) di centro (al governo dal 1929 al 2000), Partido de la revolución democrática (Prd) di sinistra, arrivato nel 2006 ad un soffio dalla vittoria (0,56% di voti di differenza). Reddito pro capite: 14.534 dol- lari annui (2008). Economia: il paese è la tredice- sima economia mondiale, ma le sperequazioni sono enormi; la principale industria è quella automobilistica, mentre le imprese «maquiladoras» (quasi 4.000) sono diffuse lungo il confine con gli Usa; le attività minerarie sono concentrate sull’estrazione dell’argento e del pe- trolio (Golfo del Messico); l’agricoltura è l’attività econo- mica principale (mais e fagioli) per una fetta consistente della popolazione, ma - oltre a congeniti problemi di ar- retratezza - oggi è travolta dagli effetti dell’Accordo di li- bero scambio con Stati Uniti e Canada (Nafta); tra le col- ture da esportazione: piante tessili (agavi, cotone, ecce- tera), caffè, cacao, banane, canna da zucchero, tabacco; importanti per l’economia del paese sono le rimesse dei messicani che vivono all’estero, principalmente negli Stati Uniti. Indice di sviluppo umano: 53.mo posto su 177 paesi. A destra: durante l’epidemia da influenza N1H1, piùme- diatica che reale,ma con pesanti conseguenze per il Messico. Altra pagina: il messicano Carlos SlimHelú, re delle telecomunicazioni, l’uomo più ricco del mondo.
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=