Missioni Consolata - Maggio/Giugno 2010

tutta la sua gravità e drammaticità, qui solo annuncia- ta perché «il segno» sarà operativo solo nel capitolo 7 dell’Esodo che a sua volta anticipa anche l’ultimo «col- po» che piegherà il faraone e tutto l’Egitto: la morte dei primogeniti egiziani nella notte di sangue, quando l’angelo del Signore segnerà con il sangue dell’agnello pasquale gli stipiti delle porte degli Ebrei e ucciderà i figli dell’Egitto: vita per gli uni, morte per gli altri (cf Es 12,29-34, spec. 21-24). Anche qui il rapporto è tra fe- de e segno, con una particolarità: qui il faraone e la sua corte non devono credere a Yhwh, ma a Mosè e alla sua voce che così viene identificato con la persona stessa di Dio (cf Es 4,9). È quello che farà anche Gv nelle noz- ze di Cana, dove non fa manifestare la «gloria di Dio», ma quella di Gesù. T ARGUM E M IDRÀSH : IL SANGUE DALLA ROCCIA Del 1° e del 3° segno, anche combinati insieme, co- me il bastone che colpisce la roccia e ne fa scaturire sangue, si occupano sia il Targum (traduzione in ara- maico delle letture bibliche in ebraico) che il Midràsh (spiegazione della Scrittura con altri testi della Scrittu- ra) I . l testo biblico di riferimento è il libro dei Numeri al capitolo 20 che è il seguente: « 6 Allora Mosè e Aronne si allontanarono dall’assemblea per recarsi all’ingresso della tenda del convegno; si pro- strarono con la faccia a terra e la gloria del Signore ap- parve loro. 7 Il Signore parlò a Mosè dicendo: 8 “ Prendi il bastone; tu e tuo fratello Aronne convocate la comu- nità e parlate alla roccia sotto i loro occhi, ed essa darà la sua acqua; tu farai uscire per loro l’acqua dalla roc- cia e darai da bere alla comunità e al loro bestiame”. 9 Mosè dunque prese il bastone che era davanti al Signore, come il Signore gli aveva ordinato. 10 Mosè e Aronne radunarono l’assemblea davanti alla roccia e Mosè disse loro: “Ascoltate, o ribelli: vi faremo noi forse uscire acqua da questa roccia?”. 11 Mosè alzò la mano, percosse la roccia con il bastone due volte e ne uscì acqua in abbon- danza ; ne bevvero la comunità e il bestiame. 12 Ma il Signore disse a Mosè e ad Aronne: “ Poiché non avete cre- duto in me, in modo che manifestassi la mia santità agli occhi degli Israeliti, voi non introdurrete quest’assemblea nella terra che io le do”» (Nm 20,6-12). Il Targum di Gerusalemme a Nm 20,8.11-12 (riportiamo solo i testi che ci interessano) così traduce, mettendo insieme sia la tradizione del bastone sia quella più tar- diva della roccia: « 8 Prendi il bastone, tu e tuo fratello Aronne. Voi due chie- dete alla roccia per il grande Nome divino perché dia ac- qua davanti ai loro occhi. Se si rifiuta, tu solo, darai un colpo sopra la roccia con il bastone che tieni in mano. 11 Mosè alzò la sua mano e colpì la roccia con il suo ba- stone; la prima volta fece sgorgare sangue , mentre la se- conda volta uscì acqua in abbondanza e la comunità po- tette bere insieme al suo bestiame. 12 Yhwh disse a Mosè e ad Aronne: “Giuro: poiché non avete creduto alle mie pa- role per santificarmi davanti …”». A DAM SEMPRE IN AGGUATO Il Targum di Gerusalemme e anche il Midràsh ( Esodo Rabbà a Es 4, 9) dunque mettono in evidenza il bino- mio fede/non fede di Mosè e Aronne: mentre Dio ordi- na di colpire «una sola volta» la roccia con il bastone di Dio, Mosè invece colpisce «due volte» la roccia. La pri- ma volta sgorga sangue, e l’acqua la seconda volta. Tro- viamo anche qui il nesso tra acqua – sangue – fede – non fede; allo stesso modo nelle nozze di Cana trovia- mo il rapporto tra acqua – vino – fede (della madre e dei servitori) – non fede dell’architriclino. Il Midràsh (a Es 4, 1) aggiunge un paragone: Mosè è paragonato al serpente dell’Eden che insinua in Adam il dubbio mal- vagio (la gelosia) nei confronti del Creatore; Mosè in- vece cerca di insinuare in Dio stesso il dubbio sulla fe- de degli Israeliti oppressi: egli calunnia il popolo di Dio e quindi non santifica il suo Nome: «Dovresti essere colpito con il bastone che tieni in mano perché hai calunniato i miei figli che invece so- no credenti, come sta scritto: “Allora il popolo credet- te” (Es 4,31); essi infatti sono figli di credenti come sta scritto: “Egli [Abramo] credette al Signore” (Gen 15,6). Mosè agì come il serpente che calunniò il Creatore, quando disse: “Dio sa che il giorno in cui voi ne man- giaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male” (Gen 3,5). Mosè quindi sarà punito allo stesso modo del serpente che attribuì a Dio una intenzione malvagia agli occhi della prima coppia» ( Midràsh, Esodo Rabbà a Es 4,1). Maria Mfariji Shrine, «L’acqua dalla roccia», olio su tela, particolare. Marsabit (Kenya), Santuario della Consolata.

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