Missioni Consolata - Maggio/Giugno 2010

DALLA BIBBIA LE PAROLE DELLA VITA (47) (LC 24,46) a cura di Paolo Farinella biblista Così sta scritto 22 MC MAGGIO-GIUGNO 2010 «Tutte le acque del Nilo si mutarono in sangue» (Es 4,20). Alle difficoltà interposte da Mosè, Yhwh pone tre «se- gni» (cf Es 4,9), di cui due sperimentati sul momento perché preparatori: il bastone che diventa serpente e la mano lebbrosa che guarisce (cf Es 4,2-8), mentre il ter- zo, che è il vero «segno», qui è solo annunciato, anzi mi- nacciato: «Se non crederanno neppure a questi due se- gni (nel greco-Lxx: semêia ) e non daranno ascolto alla tua voce, prenderai acqua del Nilo e la verserai sulla terra a- sciutta: l’acqua che avrai preso dal Nilo diventerà sangue sul- la terra asciutta » (Es 4,9). Si svela il mistero: l’acqua di Cana cambiata in vino è un esplicito richiamo ( antìti- po ) all’acqua del Nilo cambiata in sangue ( tipo ). Vedre- mo come questo segno sia determinante nella lettera- tura giudaica per capire il senso di quello che avverrà dopo. Ancora una volta, il rapporto «segno» di Dio e «in- credulità/fede» di Mosè è messo in primo piano e biso- gna capire cosa accade se si vuole scoprire il senso del- le nozze di Cana che si rifanno all’alleanza del Sinai. Per cogliere la portata del racconto evangelico come mi- dràsh è necessario partire da Es 4 e passare in rassegna i tre segni che Dio oppone all’incredulo Mosè. 1° S EGNO : IL BASTONE Il 1° segno che Dio oppone all’incredulità di Mosè che egli somma con quella degli schiavi del faraone, è il segno del bastone (Es 4,2-5) che in Oriente è l’in- segna del potere, qui di Dio conferito a Mosè: « 1 Mosè replicò dicendo: “Ecco, non mi crederanno , non daranno ascolto alla mia voce, ma diranno: ‘Non ti è ap- parso il Signore! ’”. 2 Il Signore gli disse: “Che cosa hai in mano?”. Rispose: “Un bastone”. 3 Riprese: “Gettalo a terra!”. Lo gettò a terra e il bastone diventò un serpente, davanti al quale Mosè si mise a fuggire. 4 Il Signore disse a Mosè: “Stendi la mano e prendilo per la coda!”. Stese la mano, lo prese e diventò di nuovo un bastone nella sua mano. 5 “Questo perché credano che ti è apparso il Signore, Dio dei loro padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe”». L’arte della magia e della trasformazione degli ogget- ti non deve sorprendere perché era un’attività molto diffusa in Oriente dall’Egitto a Babilonia: le corti ab- bondavano di maghi che dilettavano il sovrano o im- pressionavano il popolo con magie più o meno ro- boanti. In un certo senso, si potrebbe dire che era la tv del tempo. Nell’obiezione di Mosè l’autore usa tre ver- bi importanti «credere, ascoltare e vedere/apparire», fa- cendo proprio il linguaggio della rivelazione di Dio. Il binomio «ascoltare/vedere» è proiettato verso il «crede- re» e provengono anche dalla relazione che ogni Ebreo ha con la Toràh che deve essere creduta, ascoltata e contemplata. La fede non è raziocinio, ma è visione e a- scolto, cioè contemplazione ed esperienza che si con- suma nell’incontro «fisico» tra il credente e il creduto. La fede cristiana parte dalla storia e arriva alla persona, anzi alla Shekinàh - Dimora/Presenza. Il segno del bastone ( 1 ) è importante perché secondo la tradizione giudaica, esso finita la peregrinazione nel deserto, venne custodito prima nella tenda del conve- gno, dove era alloggiata l’arca e quando Salomone co- struì il tempio sulle colline di Sion, stava nel Santo dei Santi, accanto all’arca dell’alleanza, insieme ad una bot- tiglia con l’acqua del Mare Rosso e un’altra con la man- na. Erano i segni «visibili», i «sacramenti» degli interven- ti di Dio nell’atto fondativo del suo popolo Israele. 2° S EGNO : LA MANO LEBBROSA GUARITA Il 2° segno che Dio, in un crescendo di intensità, op- pone all’incredulità di Mosè è quello della mano che di- venta lebbrosa: è un segno di conferma e di passaggio al terzo, il più importante: « 6 Il Signore gli disse ancora: “Introduci la mano nel seno!”. Egli si mise in seno la mano e poi la ritirò: ecco, la sua mano era diventata lebbrosa, bianca come la neve. 7 Egli disse: “Rimetti la mano nel seno!”. Rimise in seno la mano e la tirò fuori: ecco, era tornata come il resto della sua carne. 8 “Dunque se non ti credono e non danno retta alla voce del primo segno, crederanno alla voce del secondo!» (Es 4,6-8). Anche in questo 2° segno è interessante notare come nel greco della Lxx per due volte si mettono in relazio- ne la «fede» con il «segno» (Es 4,8). Quest’ultimo non suscita la fede, ma la svela. Al contrario della convin- zione comune che vuole «il miracolo» come «prova» del- l’azione di Dio o della fede. Questo modo di vedere le cose non è biblico perché la fede è figlia della Parola che instaura una relazione, e non un teorema che deve essere dimostrato. Come non si dimostra l’amore, così non si può dimostrare la fede. 3° S EGNO : L ’ ACQUA DIVENTA SANGUE Con il 3° segno si raggiunge l’apice del crescendo in I L RACCONTO DELLE NOZZE DI C ANA (13) DAL TARGUM AL MIDRÀSH: ACQUA, SANGUE E VINO

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