Missioni Consolata - Maggio/Giugno 2010

caso dei militari polacchi in Iraq lo insegna: inviati in 2.500 nel 2003,di supporto alle truppe statunitensi, sono tornati a furor di popolo tre an- ni dopo, quando era sotto gli occhi di tutti la miopia dell’operazionemi- litare internazionale nel paese che fu governato da SaddamHussein. La Polonia è anche sotto i riflettori mondiali perché fino a pochi mesi fa era considerata la possibile sede, as- sieme alla Repubblica Ceca, dello scudo spaziale voluto dagli Stati Uni- ti in territorio europeo. La Russia, «pesante» vicina di casa, ha protesta- to; infine è arrivato alla presidenza degli Usa Barack Obama che ha,per ora,bloccato tutto.Resta il fatto che lo stato polacco, cuore pulsante di un’Europa sempre più allargata a Est, riveste un ruolo fondamentale nei difficili equilibri internazionali. Se la sua democrazia si manterrà stabi- le, e le campagne troveranno il mo- do di uscire dalla sussistenza,po- trebbe diventare un paesemodello. Sempre che conservi la sua caratteri- stica principale, che l’anzianoma te- nace Mieczyslaw riassume così: «La capacità di ricordare gli anni bui e le sofferenze della Seconda Guerra Mondiale senza piangersi addosso». Non c’è futuro senza memoria. ■ MISSIONI CONSOLATA Mieczyslaw, 88 anni e sopravvissuto ai gulag di Stalin, racconta come ha fatto a preservare il pezzo di muro del Ghetto che sorge a lato del suo condominio. Uno dei pochi mezzi amotore della campagna polacca, fatta di paesag- gi mozzafiatoma ancora arretrata a livello economico. la metà dei 312mila chilometri qua- drati del paese, grande come l’Italia ma con 38milioni di abitanti anziché i 60milioni del nostro paese), colti- vati ancora con poco uso di macchi- nari e spesso utili solo alla sussisten- za di singole famiglie fanno capire che inmolte zone della Polonia il tempo si è bloccato da chissà quan- to. È certo,però, che l’ospitalità non manca da queste parti: «Le porte delle case, anche di quelle più umili, sono sempre aperte - riporta suor A- gnieszka, che dopo un periodomis- sionario in Africa è tornata nella sua Polonia - la patria di papaWojtyla è anch’essa terra di missione, e soprat- tutto in campagna è importante che più gente possibile trovi la via d’usci- ta dalla povertà senza dover spostar- si in città». Il costo della vita,per i ca- noni italiani, èmolto basso,ma non lo è di certo per un contadino polac- co. L’immagine,quindi, è di una Po- lonia a due velocità, immersa nel progresso in città, arretrata in cam- pagna, e le strade che uniscono que- sti duemondi quasi a simboleggiar- ne la distanza, sono difficili, asfaltate ma piene di buche, erose dal sole. In alto, a governarla,persone che po- trebbero fare di piùma che l’orec- chio ai propri elettori lo tendono, e il

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