Missioni Consolata - Maggio/Giugno 2010

POLONIA te, in Italia siamo fermi al 38%, ndr )». In effetti ragazzi e ragazze la fanno da padrone per le piazze polacche, come nella celebre piazza del Ca- stello, a Varsavia, dove impazzano con i loro skateboard tra le scalinate dei monumenti storici o ballano breakdance tra la gente che passa, senza però dare fastidio e con il be- neplacito delle forze dell’ordine cit- tadine. Sono giovani che fanno vo- lontariato inmodi diversi, dall’impe- gno ambientalista a quello sociale come agli sportelli Caritas delle varie città, dove le file sono sempre piut- tosto lunghe.Ma soprattutto, si spo- sano con una frequenza inedita: nel- la chiesa di Sant’Anna nella capitale, nei caldi giorni d’agosto in corri- spondenza delle vacanze, a Aleksan- der, ragazzo polacco che ha studiato canto gregoriano e musica classica a Bologna, capita di «suonare l’organo per ore a un ritmo di dieci matrimo- ni al giorno, con l’età media degli sposi che gira attorno ai 30 anni». Noi lo si incontra tra l’ottava e la no- na celebrazione, quasi esaustoma felice, «per il mio paese».Un paese, quindi, che vede con occhi giovani il futuroma che fa di tutto per non di- menticare. «Come si potrebbe, ogni luogo, anche quelli sperduti, è stato testimone di una tragedia, di una di- sgrazia legata all’olocausto», chiari- sce Katarzyna, studentessa incontra- ta di passaggio in Kazimierz, l’ex ghetto ebraico di Cracovia, uno dei luoghi più significativi della recente storia polacca e della persecuzione contro gli ebrei. Tra gli altri, sempre a Cracovia, ci sono plaza New Zgody, piazza che funzionava come centro di smistamento di cittadini ebrei verso i vari campi di concentramen- to, dove oggi sono state inchiodate decine di sedie di grandi dimensioni in ricordo di quella «attesa della morte»; oppure la fabbrica di posate di Oscar Schindler (l’uomo che na- scondendo e offrendo lavoro a cen- tinaia di ebrei li ha salvati da morte sicura), resa nota nel celeberrimo filmdi Spielberg, «Schindler’s list», o il campo di concentramento stesso di Plastow, oggi invaso dalla vegeta- zione. Sono centinaia questi tipi di luoghi, come centinaia i campi di sterminio polacchi: oltre ad Au- schwitz, situato a Oswiecim, a 80 chilometri da Cracovia, ce ne sono molti altri, soprattutto nei paesini al confine con la Bielorussia:molti rasi al suolo, la maggior parte con una lapide commemorativa e nulla più, come a Belzec (luogo in cui sono morte migliaia di persone, oggi tor- nato ad essere una distesa di campi coltivati) perché, come si diceva pri- ma «si deve ricordare,ma andare a- vanti allo stesso tempo». Un paese a duemarce Passato e presente si rispecchiano nel radicalemutamento del tenore di vita nel passaggio tra città e cam- pagna: evoluta, frenetica e «ricca» la prima, dove passano veloci di mano inmano gli zloty (la moneta locale, la cui unità vale circa 25 centesimi di euro), ferma al secolo scorso e pove- ra, pur nella sua bucolicità emaesto- sità, la seconda,dove vige ancora, in alcune zone remote, il baratto. Tanti, tantissimi campi (che coprono quasi 20 MC MAGGIO-GIUGNO 2010 Bambino polacco nelle vesti di « staf- fetta partigiana » timbra le cartoline che poi porterà per la città durante la commemorazione per l’insurre- zione di Varsavia. In basso, un’altra scena della com- memorazione.

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