Missioni Consolata - Aprile 2010

peace, con il supporto del laboratorio indipendente francese Criirad e della rete di associazioni locali Rotab ( Ré- seau des Organisationes pour leTran- sparence et l’Analyse Budgetaire ) e so- no stati visitati sia leminiere, che i vil- laggi vicini.Nel dossier di Greenpeace si legge che nel villaggio di Akokan sono stati rilevati livelli di radioattività fino a 500 volte superio- ri, rispetto al livello di fondo, anche negli stessi punti bonificati da Areva. La contaminazione sarebbe dovuta all’idea di Areva di utilizzare gli scarti delleminiere di uranio,per costruire le strade dei villaggi, un sistema per fare sparire le scorie radioattive. In Nord America, nel NewMessico, le cose non vanno meglio. Secondo l’editoriale del 12 febbraio 2008 del NewYork Times , nella terra dei navajo permangono tuttora 520 siti di mi- niere di uranio dismesse ed abban- donate, dopo decine di anni di esca- vazione (sono state estratte 4 milioni di tonnellate di uranio) per procura- re il materiale necessario per le armi della guerra fredda e per la produ- zione di energia. Restano inoltre 4 si- ti di lavorazione dell’uranio ed una discarica. Ancora oggi si trovano enormi mucchi di minerali di scarto, che franano. Le miniere aperte per- colano pioggia contaminata nell’ac- qua potabile,mentre il vento solleva polvere radioattiva. In questa terra, le case sono state costruite con gli avanzi delle escavazioni. Nel 1979, a sud della riserva, si veri- ficò un disastro, allorquando le scorie della lavorazione dell’uranio defluiro- no nelle acque del fiume Puerco, che i nativi sfruttano per abbeverare il be- stiame e per l’irrigazione. Il risultato di tutto ciò sonomigliaia di casi di cancro nella popolazione locale ed un’età media scesa a 43 anni. E pen- sare che i navajo erano in passato una delle popolazioni più longeve d’America.Naturalmente le compa- gnieminerarie non si sonomai as- sunte le loro responsabilità e non il 70%di quella considerata «pulita». I sostenitori del nucleare, e tra questi lo stesso presidente Obama, infatti, con- siderano l’energia nucleare «pulita e sicura», al pari dell’eolica, della foto- voltaica e della geotermica.Ma è pro- prio così? E ffettivamente la produzione di energia nucleare non determina un aumento dei gas serra climal- teranti, quindi in questo senso tale energia può essere definita «pulita». Se, però, consideriamo cosa accade nelle zone dove sono presenti ricchi giacimenti di uranio, il principale ma- teriale utilizzato come combustibile (una volta arricchito) per le centrali elettronucleari, oppure consideriamo il problema delle scorie nucleari, ci rendiamo conto allora che definire pulita questa energia è un grave er- rore. A proposito dei giacimenti d’uranio, è inquietante quanto è capi- tato in Niger, o nella terra dei navajo nel NewMessico. In Niger, nel 2007, sono stati riscontrati livelli di radioat- tività fino a 100 volte superiori rispet- to alla radiazione di fondo nel villag- gio di Akokan,dove sorgono duemi- niere di uranio, gestite da società affiliate di Areva, la compagnia nucleare francese, che dovrebbe occuparsi anche della costru- zione e della gestione delle centrali elettronucleari italia- ne. Nel 2008, l’Areva ha so- stenuto di avere bonificato la zona, sotto la supervisione delle autorità nigerine ( Ni- ger Department of Mines , Ministero delleminiere del Niger). Nel novembre 2009 è stata effettuata una spedizione di Green- A destra: uranio.Que- stometallo è una ri- sorsa scarsa e, dove viene estratto, i proble- mi sociali ed ambien- tali nonmancano. Pagina accanto: un’immagine della centrale di Chernobyl, tristemente famosa.

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