Missioni Consolata - Aprile 2010

stimoniata dalle rovine di due anti- chissime chiese bizantine costruite nel paese fin dall’inizio del IV secolo. In una di esse, El Khader o chiesa di san Giorgio, potete vedere il battiste- ro in cui gli abitanti di Taybeh hanno attinto e continuano ad attingere la fede cristiana» ( vedi riquadro ). Uniti dalla stessa sorte Taybeh è un laboratorio di ecume- nismo. I parroci delle tre comunità formano un comitato che si incontra una volta al mese per discutere i pro- blemi della gente, trovare soluzioni ed anche per pregare insieme, fatto non comune inTerra Santa.Tale inte- sa è necessaria anche perché molte famiglie, in seguito ai matrimoni mi- sti, fanno parte di più chiese. Per evi- tare confusioni in famiglia e di fronte ai musulmani, le tre chiese hanno concordato di celebrare natale e pa- squa nelle stesse date, nonostante le differenze di calendario: natale il 25 dicembre, secondo il calendario gre- goriano-latino, e pasqua seguendo il calendario giuliano-ortodosso. «Qui pratichiamo l’ecumenismo della vita.Non capisco perché, con tanti incontri ecumenici ad alto livel- lo non si riesca a stabilire una data definitiva per la pasqua valida per tutte le chiese cristiane nel mondo, senza dipendere dalle fasi della luna» sottolinea polemicamente don Raed, tra sonori applausi degli uniati ame- ricani. «Coltiviamo buoni rapporti anche con i musulmani: una quarantina lo- cali (“ospiti di passaggio”dicono i paesani), e quelli dei 16 villaggi circo- stanti. Noi cristiani ci sentiamo pale- stinesi a tutti gli effetti.Viviamo insie- me da almeno 14 secoli e ci sentiamo un solo popolo: stesse tradizioni, stessa lingua, stessi problemi, stessa sorte.Nel conflitto in corso non rap- presentiamo una terza parte,ma sia- mo sulla stessa barca con i nostri fra- telli musulmani e abbiamo a cuore la liberazione della nostra terra inmo- do pacifico, senza essere antisemiti né anti-israeliani». Don Raed insiste nell’affermare MISSIONI CONSOLATA Anche alla Madonna, venuta a Tay- beh per trovare il Figlio, la gente a- vrebbe offerto unmelograno.A tale leggenda si ispira l’icona della «Ma- donna di Efraim», in cui la vergine è rappresentata con inmano il melo- grano, frutto sacro in oriente, simbo- lo di pienezza, fecondità ed eternità. «Leggende a parte - continua il parroco - i cristiani di Taybeh rivendi- cano la discendenza apostolica della loro fede e la consapevolezza di ave- re mantenuto vivo il vangelo da due mila anni senza interruzione, resi- stendo all’islamizzazione avvenuta invece nel resto della Palestina.Tale resistenza e costanza nella fede è te- La lampada della pace, iniziativa per sollecitare preghiera e solida- rietà verso i cristiani palestinesi. Croci sullo stipite della chiesa di san Giorgio, tracciate col sangue di ani- mali offerti in sacrificio. Il battistero della chiesa di san Giorgio: ricorda ai cristiani di Taybeh la loro unione nell’unica fede. MC APRILE 2010 15

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