Missioni Consolata - Marzo 2010
MC MARZO 2010 9 da Agenzia Fides stimoniandolo in opere concrete di amore ai fratelli, non hanno esitato a mettere quotidianamente a rischio la propria vita in contesti di sofferenza, di povertà estrema, di tensione, di violenza generalizzata, per offrire la speranza di un domani migliore e cercare di strappare tante vite, so- prattutto giovani, al degrado e alla spirale della malvivenza, accogliendo quanti la società ri- fiuta e mette ai margini. Alcuni sono stati vittime proprio di quella violenza che stavano combattendo o della disponibi- lità ad andare in soccorso degli altri mettendo in secondo piano la propria sicurezza. Molti sono stati uccisi in tentativi di rapina o di sequestro, sorpresi nelle loro abitazioni da banditi alla ri- cerca di fantomatici tesori che il più delle volte si sono dovuti ac- contentare di una vecchia auto- mobile o del telefono cellulare delle vittime, portandosi via però il tesoro più prezioso, una vita donata per Amore. Altri sono stati eliminati solo perché nel nome di Cristo opponevano l’amore all’odio, la speranza alla dispera- zione, il dialogo alla contrapposi- zione violenta, il diritto al sopruso. R icordare i tanti operatori pasto- rali uccisi nel mondo e pregare in loro suffragio «è un dovere di gratitudine per tutta la Chiesa e uno stimolo per ciascuno di noi a testimo- niare in modo sempre più coraggioso la nostra fede e la nostra speranza in Colui che sulla Croce ha vinto per sempre il potere dell’odio e della vio- lenza con l’onnipotenza del suo amore» (Benedetto XVI, Regina Coeli, 24 marzo 2008). A questo elenco provvisorio deve co- munque essere sempre aggiunta la lunga lista dei tanti di cui forse non si avrà mai notizia, che in ogni angolo del pianeta soffrono e pagano anche con la vita la loro fede in Cristo. Si tratta di quella «nube di militi ignoti della grande causa di Dio» - secondo l’espressione di Papa Giovanni Paolo II - a cui guardiamo con gratitudine e venerazione, pur senza conoscerne i volti, senza i quali la Chiesa e il mondo sarebbero enormemente im- poveriti. PANORAMA DEI CONTINENTI AMERICA Ventitre sono gli operatori pastorali caduti in America (diciotto sacerdoti, due se- minaristi, una suora, due laici). Sono sei i sacerdoti uccisi in Brasile. Tra essi fi- gurano lo spagnolo Ramiro Ludeña, noto come «padre Ramiro», che lavorava da 34 anni in un'associazione di sostegno ai bambini e ai ragazzi di strada, ed è stato ucciso proprio da un giovane di 15 anni per rapina. Il missionario Fidei donum italiano don Ruggero Ruvoletto, uc- ciso nella sua parrocchia da cui erano stati rubati una cinquantina di Real (circa 19 euro). Don Evaldo Martiol è stato ucciso per rapina e p. Gisley Azevedo Gomes, Css, Assessore nazionale della Sezione Giovani della Conferenza Episcopale Brasiliana (Cnbb), è stato vittima di quella violenza che desiderava combattere. La Colombia, con cinque sacerdoti ed un laico uccisi, è al secondo posto. Tutti i sacer- doti sono rimasti vittime di furti finiti tragica- mente. In Messico sono stati uccisi un sacer- dote e due seminaristi mentre si dirigevano ad una riunione di pastorale vocazionale. Particolare commozione ha suscitato la morte violenta a Cuba di due sacerdoti spagnoli: don Eduardo de la Fuente Serrano e don Mariano Arroyo Merino. Due le vittime in El Salvador: un sacerdote e un giovane laico. Suor Marguerite Bartz, delle Suore del Santissimo Sacramento per gli Indiani e i Negri, è stata uccisa nel suo convento di Saint Berard, nel Nuovo Messico (Stati Uniti d’America). Sempre negli USA, è stato ucciso don Ed Hinds, parroco della chiesa di San Patrizio a Chatham, nel New Jersey. In Guatemala ha trovato la morte p. Lorenzo Rosebaugh (Omi). Infine, in Guatemala, è stato ucciso p. Miguel Angel Hernandez. AFRICA In Africa hanno perso la vita in modo violento per mano di banditi nove sacer- doti, una religiosa ed un laico. Nella martoriata Repubblica Democratica del Congo, hanno trovato la morte don Jean Gaston Buli, don Daniel Cizimya Nakamaga e il giovane Ricky Agusa Sukaka, operatore della Caritas. Suor Denise Kahambo Murahirwa, monaca trappista, è stata uccisa da uomini armati entrati nel suo monastero a Murhesa. In Sudafrica sono stati uccisi don Daniel Matsela Mahula, don Lionel Sham, padre Ernst Plöchl e padre Louis Blondel. In Kenya sono stati uccisi p. Giuseppe Bertaina, Missionario della Consolata e p. Jeremiah Roche. Un gesto di altruismo è costato la vita a don Révocat Gahimbare, in Burundi: saputo dell’assalto al monastero delle suore “Bene Maria”, si stava recando a portare aiuto alle religiose, ma i banditi gli hanno teso un agguato lungo la strada, uccidendolo. ASIA In India don James Mukalel è stato trovato morto nei pressi di Mangalore, stato del Karnataka, nell’India meridionale, probabile vittima di violenza anticristiana. Nelle Filippine don Cecilio Lucero, difensore dei più deboli e impegnato per la tu- tela dei diritti umani, è stato ucciso da un gruppo di uomini armati, nella provin- cia del Nord Samar, a sud della capitale, Manila. EUROPA Don Louis Jousseaume, parroco di Egletons (Francia), impegnato nel mondo dell’handicap è stato assassinato da uno di questi emarginati squilibrati di cui si prendeva cura.
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