Missioni Consolata - Marzo 2010
La Chiesa nel mondo C ome ha detto il Santo Padre Benedetto XVI nel giorno della festa del protomartire Santo Stefano, «la testimonianza di Stefano, come quella dei martiri cri- stiani, indica ai nostri contemporanei spesso distratti e disorientati, su chi debbano porre la propria fiducia per dar senso alla vita. Il martire, infatti, è colui che muore con la certezza di sapersi amato da Dio e, nulla antepo- nendo all’amore di Cristo, sa di aver scelto la parte migliore. Configurandosi pienamente alla morte di Cristo, è consapevole di es- sere germe fecondo di vita e di aprire nel mondo sentieri di pace e di speranza. Oggi, presentandoci il dia- cono Santo Stefano come modello, la Chiesa ci indica, altresì, nell’acco- glienza e nell’amore verso i poveri, una delle vie privilegiate per vivere il Vangelo e testimoniare agli uomini in modo credibile il Regno di Dio che viene» (Angelus del 26 dicembre 2009). N ell’anno 2009 sono stati uccisi 37 operatori pastorali: 30 sa- cerdoti, 2 religiose, 2 semina- risti, 3 volontari laici. Sono quasi il doppio rispetto al precedente anno 2008, ed è il numero più alto regi- strato negli ultimi dieci anni. Analizzando l’elenco per continente, quest’anno figura al primo posto, con un numero estremamente elevato, l’America, bagnata dal sangue di 23 operatori pastorali (18 sacerdoti, 2 seminaristi, 1 suora, 2 laici), seguita dall’Africa, dove hanno perso la vita in modo violento 9 sacerdoti, 1 reli- giosa ed un laico, dall’Asia, con due sacerdoti uccisi e infine dall’Europa, con un sacerdote assassinato. Il conteggio non riguarda solo i mis- sionari ad gentes in senso stretto, ma tutti gli operatori pastorali morti in modo violento. Non usiamo di propo- sito il termine «martiri», se non nel suo significato etimologico di «testi- mone», per non entrare in merito al giudizio che la Chiesa potrà even- tualmente dare su alcuni di loro, e an- che per la scarsità di notizie che, nella maggior parte dei casi, si rie- scono a raccogliere sulla loro vita e perfino sulle circostanze della loro morte. D alle poche note biografiche di questi fratelli e sorelle uccisi, possiamo leggere l’offerta ge- nerosa e senza condizioni alla grande causa del Vangelo, senza ta- cere la limitatezza della fragilità umana: è questo ciò che li ha uniti nella vita e anche nella morte vio- lenta, pur trovandosi in situazioni e contesti profondamente diversi. Per annunciare l’amore di Cristo, morto e risorto per la salvezza dell’uomo, te- 8 MC MARZO 2010 LAMIAVITAAPPARTIENE AVOI 24 marzo: giornata di preghiera e digiuno per i missionari martiri Speciale «L a mia vita appartiene a voi»: è il tema della XVIII giornata di preghiera e digiuno facendo memoria dei missionari martiri e di quanti ogni anno sono stati uccisi solo perche ´ incatenati a Cristo. Un filo ideale lega ogni 24 marzo al 24 marzo 1980: la data del martirio di mons. Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di San Salvador. Trent’anni esatti ci separano da quell’episodio emblematico, ma non unico. Il ripetersi fin troppo frequente di episodi di martirio tra i missionari e tra i cristiani rinnovano dolore, smarrimento, talvolta anche paura e rabbia. Eppure ogni martirio cristiano appartiene alle «beatitudini» di Gesu ` : «Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia» (Mt 5,11). La beatitudine e ` certamente proclamata di fronte a Dio e a favore del singolo martire, ma non vi resta estranea per la comunita ` che si sente privata di un fratello, di una sorella. Difficile pensare di essere «beati» in quei frangenti. Pero ` sul seme di Romero, come su quello dei martiri cristiani antichi o con- temporanei, ogni comunita ` cristiana ha ritrovato anzitutto il senso profondo della vita secondo il Vangelo e spesso il coraggio di una memoria attiva, non rassegnata, capace di continuare il cammino con uno slancio migliore. «La mia vita appartiene a voi». Romero ha vissuto la logica di una vita ricevuta che si trasforma in vita donata: una logica in verita ` normale, quotidiana, per tutti i discepoli di Gesu ` . Anche noi – singoli e comunita ` cristiane – non vogliamo solo ricor- dare i missionari martiri, tra cui annoveriamo amici fraterni, ma vedere in loro il totale affidamento a Colui che per primo ha dato la vita per noi. «La Chiesa annuncia ovunque il Vangelo di Cristo nonostante le persecuzioni, le discrimina- zioni, gli attacchi e l’indifferenza, talvolta ostile, che - anzi - le consentono di condividere la sorte del suo Maestro e Signore» . Benedetto XVI
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