Missioni Consolata - Marzo 2010
Fuori dal coro Il meccanico delle rose Hamid Ziarati, Einaudi editore, 2009 – Euro 18,50 Non so se avete mai provato il piacere di innamorarvi a tal punto di un libro da aspettare la sera o il momento oppor- tuno per tornare a leggerlo. «Il meccanico delle rose» di Hamid Ziarati ha toccato così profondamente la mia emoti- vità e il mio piacere verso la lettura da farmi scendere alla fermata sbagliata dall’autobus.Vi assicuro che non è poco, nell’epoca della corsa senza fine ai tanti impegni. Hamid Ziarati è nato a Teheran e all’età di 15 anni si è trasferito a Torino dove ha fatto il liceo e studiato ingegneria. Al centro del suo libro c’è l’amore - in tutte le sue sfaccettature - che muove i suoi personaggi, dal primo all’ultimo, in una girandola di storie e sacrifici. Amore, morte e libertà in cin- que storie sullo sfondo di un paese volutamente mai nominato ma decifrabilissimo. Lo stile narrativo è veramente originale: far conoscere e svelare più spaccati della personalità del protagonista attraverso lo sguardo delle persone che sono state importanti per lui. Con un tono caldo e suadente, l’autore narra ogni esistenza e lo fa con destrezza, utilizzando anche un linguaggio diverso a seconda dell’epoca in cui si compie la singola vicenda. Una poetica ricca di metafore e di riflessioni, che ci riporta all’idea del nostro essere protagonisti solo per noi stessi,ma comparse sulla scena della vita altrui. «Diamoci del tu»: botta e risposta con l’autore Hamid, il tuo libro rappresenta un’innovazione stilistica nel raccontare il protagonista. Come è nata quest’idea? «Volevo raccontare la storia di un uomo qualunque, partendo dagli anni Venti ai giorni nostri. Per farlo, ri- consegnando al lettore anche il periodo della sua prima infanzia, dovevo far parlare chi lo aveva accompa- gnato in questo viaggio. Dal padre, al cugino, alla moglie, alla figlia e all’amata. Così si è formata una galleria di personaggi che mi hanno aiutato a dargli una personalità, differente a seconda dei rapporti con ognuno di loro: padre meraviglioso, amante, vigliacco,marito protettivo, cugino astuto, innamorato delle rose. In so- stanza, un uomo di passaggio come tutti gli altri e come tutti noi». Questo libro è dedicato a tua figlia e le figure femminili di cui narri sono tante. Raccontaci... «Il libro è dedicato alla mia bambina Emma perché vorrei che imparasse ad apprezzare il valore della vita in una società libera. Le donne del mio libro sono forti, risolute e pronte a sacrificarsi per amore. La figura centrale dell’ultimo episodio, Laleh, è una «pazza d’amore» ed è proprio dal suo letto che ci vengono ricon- segnate in un lucido mosaico, tutte le storie del libro. In questo delirio osserviamo Laleh chiedere insisten- temente dell’acqua. Ebbene, è proprio quell’acqua che non le viene concessa, la metafora del desiderio di libertà delle donne iraniane. Del loro essere e rimanere assetate!». Perché la scelta di non nominaremai il tuo paese? «Non nominare il mio paese è stata una scelta di solidarietà e di rispetto verso gli autori locali, vittime di un regime retrogrado e sanguinario, impossibilitati dalla censura a far sentire la loro voce. Volevo che attraverso le pagine si respirasse un po’ delle trasformazioni sociali, economiche e politiche av- venute in Iran. E desideravo che il pubblico non avesse la solita visione distorta dell’Iran - paese musul- mano uguale nazione araba - ma che ci leggesse tutta la storia, le tradizioni e il patrimonio dell’antica Persia». 66 MC MARZO 2010 Mediamente L E PAROLE DI M EDIAMENTE Libertà / amore / tradizione / morte / forza femminilità / regime / cultura I SITI DEGLI EDITORI • www.einaudi.it • www.adelphi.it • http://rizzoli.rcslibri.corriere.it/rizzoli/ Speciale Iran
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=