Missioni Consolata - Marzo 2010

NOSTRA MADRE TERRA Negli ultimi 30 anni, il mercato dei prodotti ittici e dell’acquacoltura ha registrato uno sviluppo esponenzia- le, legato essenzialmente allemoda- lità di vendita. In pratica, nelle grandi superfici commerciali, non solo c’è una grande offerta di pesce fresco, ma un’altrettanto grande varietà di prodotti trasformati, soprattutto i piatti pronti,per cui c’è un’esigenza costante di nuovi approvvigiona- menti di pesce.Oltre a questo, una parte consistente del pescato (com- prese le carni di balena e di delfino) viene utilizzata nella produzione dei mangimi (per gli allevamenti intensi- vi di bovini, di suini, di pollame), del cibo per animali domestici e come ci- bo per le specie pregiate di pesce al- levate in acquacoltura, come il salmo- ne. In quest’ultimo caso, la quantità di pesce necessaria per l’allevamento dei salmoni è veramente considere- vole. Inmedia servono 5 chilogram- mi di pesce grasso, come aringhe e sardine,per produrre un chilogram- mo di salmone.Questo comporta l’alterazione di interi ecosistemi - i delfini, le foche e le orche, che nor- malmente frequentano gli estuari dei fiumi nella Columbia Britannica, in Canada o in Cile, ad esempio, sono sempremeno numerosi e denutriti e spesso vengono respinti dai disposi- tivi utilizzati,per proteggere i recinti degli allevamenti - e l’impoverimento di molte piccole comunità di pesca- tori, che non hanno altra fonte di red- dito, oltre alla pesca. Il pesce d’alleva- mento rappresenta ormai il 30%del- le proteine animali di origine ittica e l’industria dell’acquacoltura ha un fatturato di 30miliardi di dollari al- l’anno, ma l’impatto che essa ha sul- l’ambiente è sconcertante.Basta pen- sare che, secondo la David Suzuki Foundation, un’organizzazione am- bientalista di Vancouver, nella Colum- bia Britannica, l’acquacoltura pratica- ta in questa provincia canadese scari- ca nell’oceano lo stesso quantitativo di rifiuti di una città di mezzomilione di abitanti. I n genere ogni allevamento di sal- moni è costituito da 12-15 gabbie, cioè recinti di reti collocati in cor- rispondenza degli estuari dei fiumi, dove sono presenti forti correnti e può ospitare anche 200.000 pesci. Dai recinti fuoriescono grandi quan- tità di rifiuti ittici, di antibiotici som- ministrati per contrastare il rapido diffondersi di malattie tra gli animali, di microbi diventati resistenti agli an- tibiotici, di pesticidi e tutte queste so- stanze si depositano sul fondo del mare, distruggendo varie forme di vi- ta. Inoltre una parte considerevole di tali sostanze viene trasportata dalle correnti, va alla deriva e riesce ad insi- nuarsi nelle tane dei crostacei, conta- minandole e diffondendomalattie in tutta la catena alimentare. Qualcuno si chiederà perché vengono usati i pesticidi negli allevamenti di salmo- ne. Il motivo è la necessità di debel- lare i pidocchi di mare, che spesso infestano i salmoni. Negli anni ’80 e ’90, si fece, a tale scopo, grande uso di Nuvan (noto an- che come Aquagard), contenente il 50%di dichlorvos , un organofosfato messo al bando dalla Commissione Europea e considerato uno dei pesti- cidi più tossici, associato dai ricerca- tori all’insorgenza del cancro ai testi- coli, proprio per il suo uso negli alle- vamenti di salmoni.Come spesso accade, i pidocchi di mare sono di- ventati resistenti al dichlorvos,per cui attualmente si utilizzano altre sostan- ze, come la cipermetrina, un veleno neurale cancerogeno, l’ivermectina, una neurotossina, il teflubenzurone, il benzoato di emamectina ed il verde malachite; si tratta di sostanze capaci di uccidere crostacei emolluschi nel raggio di alcunemiglia,ma tossiche anche per altre specie di pesci, di uc- celli e di mammiferi. Una sostanza comunemente usata come disinfettante e conservante ne- gli allevamenti ittici di tutto il mondo è la formalina, soluzione al 37%del gas formaldeide, noto cancerogeno per l’uomo.Come se tutto ciò non bastasse, ai salmoni d’allevamento (anche da allevamento biologico) viene somministrata una tintura,per conferire alle loro carni il tipico colore roseo degli esemplari allo stato bra- do, i quali lo acquisiscono,mangian- do crostacei e gamberetti.Tale tintu- ra è a base di carotenoidi sintetici, in particolare l’astaxantina e la can- taxantina (E161), controparti sinteti- che delle versioni naturali,presenti nel krill (minuscoli crostacei simili a gamberetti),di cui si nutrono i salmo- ni liberi.Nel 2003, la Commissione Europea ha pubblicato un rapporto sul danno alla retina,provocato dalla cantaxantina sintetica, scientifica- mente provato e l’Ue ha ridotto l’utilizzo consentito negli allevamenti di questa sostanza (usata anche negli allevamenti di pollame). U n altro tipo di acquacoltura, che arreca danni gravissimi al- l’ambiente è quello dei gam- beri, che comporta la distruzione del- le foreste di mangrovie, situate in de- licate zone di confine tra il mare e la 62 MC MARZO 2010 Peschereccio italiano con rete a stra- scico nel mare di Sardegna.

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