Missioni Consolata - Marzo 2010
Cari mission @ ri 6 MC MARZO 2010 Forse sarà poco; sicura- mente non sufficiente se paragonato ai 30mila sbarchi sulle coste italiane ogni anno; ma penso sia abbastanza per contende- re la palma ai «giovani dei centri sociali, tra i più attivi nell’aiutare i rifugiati» così come definiti in un articolo del dossier; o per dimostra- re che il Comune non è «il grande assente» così come definito dalla sig.raMolfet- ta in un altro passo del do- cumento. Alcuni esempi? Ve li e- lenco per brevità. • Progetto Hopeland. Si tratta del progetto che fa parte dello Sprar a cui la Città aderisce da quando, ancora nel 1999, si chiama- va Progetto Nazionale Asi- lo (Pna)) e che oggi garanti- sce un sistema di acco- glienza personalizzato di 50 posti (35maschili e 15 femminili). • ProgettoMasnà. Realiz- zato sempre nell’ambito dello Sprar, ma rivolto ai minori stranieri richiedenti asilo e rifugiati (20 posti) • Progetto Isa (Inclusione socio abitativa): interventi per favorire l’esercizio di un diritto di cittadinanza, ri- durre il fenomeno della marginalità abitativa e for- nire uno specifico supporto abitativo in caso di urgenza a persone in temporanea situazione di rischio. Finan- ziato dal ministero del La- voro e delle Politiche sociali con fondi stanziati nel 2007. • Progetto «Rifugio Dif- fuso». L’intervento prevede l’individuazione di 20 be- neficiari tra richiedenti asi- lo, rifugiati (con protezione sussidiaria e per motivi u- manitari), presenti sul ter- ritorio cittadino e presi in carica dall’Ufficio Stranieri, da inserire in accoglienza familiare, attraverso la col- … e le istituzioni? Ho letto con vivo interes- se il vostro approfondito reportage sulla condizione dei rifugiati nella nostra città. Non homai trovato sui media, riguardo a que- sto tema, un’informazione completa come quella con- tenuta in questo dossier. In questi anni ho seguito con apprensione la vicenda narrata nel dossier e ho an- che personalmente, per quanto possibile, contri- buito portando a questi ri- fugiati dei generi di prima necessità. Di tutta questa storiami hanno sempre colpitomolto i toni di im- possibilità assunti dalle i- stituzioni, sin dall'inizio. Apprendo amezzo stampa in questi giorni che invece il governo, dopo che il co- mune aveva giàmagica- mente trovato in fretta e furia fondi per allestire la caserma di via Asti, avreb- be stanziato 2milioni di euro l’anno per tre anni consecutivi da spendere in via esclusiva per trovare u- na soluzione al «proble- ma» rifugiati nel comune di Torino. Una domanda sorge al- lora spontanea: sarebbero poi veramente comparsi questi fondi senza il «ru- more» creato dai rifugiati?" PaoloMacina Torino La Città è presente Gentile Direttore, ho letto con attenzione il dossier-inchiesta «Il gran- de sogno - viaggio tra i rifu- giati» pubblicato sul vostro mensile nel numero di di- cembre scorso. Devo premettere che o- gni articolo descrive con fe- deltà la drammatica vicen- da che viene vissuta da co- loro che intraprendono il viaggio del «Grande So- gno» e che tutte le preoc- cupazioni espresse dall’au- trice sono condivisibili. Ciò che invece mi ha in- dotto a scriverle è la par- ziale ottica con cui si de- scrive il sistema di acco- glienza della Città di Torino. Omeglio, della «non accoglienza», così co- me definita da Gabriella Mancini, lasciando credere ai lettori che il tema sia di esclusiva competenza e re- sponsabilità degli enti lo- cali e non una competenza governativa: anche se pen- so che sui permessi di pro- tezione umanitaria che a- vrà esaminato, non avrà si- curamente trovato il simbolo della Città bensì della Repubblica Italiana. Torino, in tutta la Regio- ne Piemonte, è l’unico ca- poluogo che gestisca 50 posti di accoglienza della rete del «Sistema di prote- zione richiedenti asilo e ri- fugiati» (Sprar) finanziata dal ministero dell’Interno. È in solitaria compagnia di altre 3 città: Ivrea (TO), Chiesanuova (TO), Alice Bel Colle (AL). Forse già questo primo indizio serve a spie- gare come mai sia di riferi- mento amolti «flussi». Non contenti di ciò, ab- biamo negli ultimi anni po- tenziato i posti di acco- glienza per dare delle ri- sposte (seppur, a volte, parziali) a coloro che si ri- volgevano al nostro Ufficio Stranieri: oggi la Città ga- rantisce oltre 530 posti di accoglienza quotidiana (vitto, alloggio, formazio- ne). Nel 2008 sono stati 1.047 gli stranieri che han- no beneficiato delle nostre strutture per un periodo mediamente di 6mesi (ge- stite direttamente o indi- rettamente dalla Città, ol- tre alla rete del volontaria- to e del privato sociale con contributo economico co- munale); sono più di 300 i minori stranieri non ac- compagnati per i quali l’as- sessore pro tempore ai ser- vizi sociali della Città di To- rino è «tutore»! Nel numero di dicem- bre 2009, «Missioni Consolata» ha pubbli- cato il dossier-reportage «Il grande sogno - viag- gio tra i rifugiati», di GabriellaMancini. Accogliamo due com- menti, tra cui quello dell’Assessore alle politi- che sociali del Comune di Torino, che speriamo possano aiutare ad al- largare il dibattito su un tema tanto importante e scottante come quello dell’accoglienza.
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=