Missioni Consolata - Marzo 2010

52 MC MARZO 2010 BRASILE/ITALIA conferito finora alle merci e riporta al centro della discussione l’uomo, infiammando le società con com- plessi dibattiti su questioni di carat- tere etico e politico. Da una parte le nazioni appartenenti al cosiddetto «blocco dei paesi del primo mon- do», che si irrigidiscono di fronte al timore delle trasformazioni che stanno avvenendo all’interno delle loro culture, custodite orgogliosa- mente da centinaia di anni come simboli statici di un periodo aureo di dominazione del mondo. Dall’al- tra, i paesi emergenti, nati essi stessi da fenomeni migratori, che difen- dono la necessità di organizzare i si osservi il transito. E gli esseri uma- ni? Quelli se ne devono stare a casa loro. E quando cercano di uscire con quella forza che solo la disperazio- ne dà, è la frontiera di qualche lon- tano Paese in cui vanno a cercare di sfuggire alla miseria che provvede a rispedirli al mittente. Ma quell’umanità che ha eredita- to i peggiori scompensi prodotti dal capitalismo selvaggio, con la sua inarrestabile corsa per la so- pravvivenza impone agli altri Paesi di confrontarsi anche con il proble- ma della globalizzazione umana. L’immigrazione contemporanea mette in crisi il ruolo prioritario G lobalizzazione: basta la paro- la per avere una fotografia di quello che da un paio di de- cenni è il modello economico do- minante: un flusso costante e inter- connesso di merci che si muovono a ritmi vertiginosi da un luogo al- l’altro. Libertà ampia e senza restri- zioni ai beni di consumo. I pomodo- ri turchi in Francia, il gazpacho spa- gnolo in Giappone, le scarpe italiane negli Stati Uniti, le chinca- glierie cinesi sparse per tutto il pia- neta, e così via.Tutto si muove, e tutto - in questo incessante muo- versi - produce ricchezza o povertà a seconda del punto di vista da cui Il Brasile è un paese che si è costruito sull’immigrazione e ancora oggi ha larghe fette di immigrati, essendo uno dei giganti economici emergenti. Anche là non tutti gli immigrati sono legali, solo che il problema è affrontato in modo diverso che da noi. Forse abbiamo qualcosa da imparare. Immigrazione illegale in Italia e in Brasile L’ESEMPIO BRASILIANO di Célia Takada

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