Missioni Consolata - Marzo 2010

DOSSIER 38 MC MARZO 2010 «S ono francescano e polacco; quindi un goi (gentile) e non ebreo» dice sorriden- do padre Apolinary Szwed, e con- tinua: «Siamo una comunità mo- desta, che non fa rumore, quasi in- visibile, ma viva e cosciente della nostra realtà». Che sia modesta non c’è dubbio. La comunità a lui affidata è formata da una settanti- na di fedeli, che si raduna in una stanza molto semplice, che funge da chiesa dedicata ai santi Simeo- ne e Anna; ma la novità sta nel fat- to che questi cattolici sono di lin- gua ebraica, e costituiscono un tassello importante nel mosaico della cristianità in Terra santa. Tutto è cominciato subito dopo la creazione dello stato di Israele, quando arrivarono in Israele cri- stiani che pregavano in ebraico. Al- cuni preti, per lo più francesi di ori- gine, cominciarono a occuparsi di loro per introdurli nella chiesa di Gerusalemme; a tale scopo fonda- rono nel 1955 l’associazione chia- mata «Opera di san Giacomo», il cui statuto ne stabiliva lo scopo: costituire una comunità di espres- sione ebraica e colmare il fossato tra giudei e cristiani, promuovere riconciliazione e conoscenza reci- proca in seno alla società ebraica. Per raggiungere tale fine, furono avviate varie iniziative: nel 1959 il domenicano Bruno Hussar, ebreo di origine francese, nato in Egitto e naturalizzato israeliano, fondò la Casa di sant’Isaia, istituto domeni- cano di ricerche e studi ebraici. Al- tri religiosi, come Marcel Debois e Jacques Fontaine, promossero tra i giovani francesi lo studio dell’e- braico biblico, della cultura, reli- gione, storia ebraica. Lo stesso pa- dre Hussar fu all’origine di Neve Shalom (Oasi di pace), un villaggio dove ebrei, cristiani e musulmani In alto, padre Apolinary Szwed parroco dei cattolici ebreofoni di Gerusalemme. A destra,menorà e quadro dei santi Simeone e Anna, titolari della parrocchia. Comunità cattoliche di espressione ebraica PICCOLO GREGGE GRANDE MISSIONE Non sono molti, forse un migliaio, i cattolici ebreofoni, ma consapevoli del loro ruolo a livello locale e universale: testimoniare i valori di pace e giustizia, perdono e riconciliazione in un contesto di violenza e di guerra; servire da ponte fra la chiesa universale e il popolo ebreo, accrescere nella chiesa la coscienza delle radici ebraiche e l’identità ebrea di Gesù e degli apostoli.

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